Potrebbero presto esserci delle novità nel futuro dell’ex Hi-MTF, la multilateral trading facility per le negoziazioni di azioni e bond bancari, posseduta dall’omonima sim, che nei giorni scorsi hanno cambiato nome in VorVel, crasi tra vortice e velocità (si veda qui il comunicato stampa). Il nome Vorvel nasce infatti dall’idea dei soci di sviluppare un modo nuovo di fare mercato e di essere mercato, attraverso un percorso costante di innovazione e di ampliamento delle soluzioni di trading.
Il capitale di Vorvel è distribuito con il 20% ciascuno tra Fineco Bank, Banca Akros (Gruppo Banco BPM), Banca Sella Holding, Iccrea Banca e 19 banche popolari attraverso la società consortile Luigi Luzzatti, con quest’ultima che aveva rilevato il 25% da Nexi nel 2018 (si veda altro articolo di BeBeez), per poi scendere al 20% come gli altri soci precedenti, per fare posto a Fineco l’anno scorso (si veda qui il comunicato stampa di allora).
A oggi le asset class negoziate sul mercato sono certificati e covered warrant, obbligazioni e altri titoli di debito, azioni di banche e holding di investimento, ma i progetti del mercato non si fermano qui e infatti dallo scorso giugno è stato chiamato alla vicepresidenza Pietro Poletto, ex capo delle attività di fixed income ed ETF di Borsa Italiana, ma anche di tutto il gruppo London Stock Exchange (si veda altro articolo di BeBeez), perché supporti la società nella sua evoluzione.
Stefano Cuccia, direttore generale di Vorvel sim, ha commentato: “Il nostro nuovo nome ha un’assonanza con la parola vortice, con la velocità, e contiene la traduzione in islandese di primavera: tutte caratteristiche che rappresentano in modo perfetto il nostro obiettivo di un importante cambiamento nell’assetto dei mercati italiani. Vogliamo realizzarlo attraverso l’ampliamento di servizi in grado di soddisfare nuove esigenze della clientela che non trovano una risposta da parte degli operatori tradizionali”.
Sui progetti allo studio c’è perora il massimo riserbo, ma, secondo quanto risulta a BeBeez, si starebbe osservando con attenzione quanto deciderà il governo a proposito della dematerializzazione delle quote delle srl (sul tema di veda qui altro articolo di BeBeez).
Intanto a oggi gran parte degli Intermediari italiani è già collegata direttamente o indirettamente al mercato Vorvel. Più di sessanta emittenti lo hanno infatti scelto come loro sede privilegiata per le proprie obbligazioni. Inoltre 21 banche italiane hanno le loro azioni quotate su Vorvel e sono già cinque gli emittenti di certificati che operano sul segmento Hi-Cert, lanciato un anno fa e dedicato alla negoziazione di certificati e covered warrant, che per primo in Italia copre l’intero orario di apertura dei mercati americani, permettendo le negoziazioni dalle 8 alle 23. A questi si affiancheranno a breve come emittenti anche il Gruppo Banco BPM e Banca Akros, con quest’ultima attiva anche come nuovo market maker, mentre Banca Sella Holding si aggiungerà come broker a partire dall’inizio del nuovo anno. Nel corso dell’anno, invece, sono entrati sul mercato anche FinecoBank, UBS e Leonteq come emittenti di certificati, trainando una crescita importante del numero di scambi sul mercato: +79% di numero di contratti eseguiti rispetto a un anno fa e market share sui turbo certificates pari al 31% del totale italiano.