Satispay, leader italiana nei servizi di pagamento su dispositivi mobili, ha concluso un round serie D da ben 320 milioni di euro raggiungendo così lo status di unicorno, avendo il suo valore in tal modo superato la soglia di un miliardo. La raccolta, interamente in equity sarà chiusa una volta ottenute le autorizzazioni dalle autorità competenti, nelle prossime settimane. Lo ha annunciato ieri a Milano il co-fondatore e ceo della scaleup Alberto Dalmasso nella conferenza stampa di presentazione del deal. (si veda qui il comunicato stampa).
Che l’operazione fosse in arrivo era trapelato già lo scorso luglio, quando però si parlava di un round di dimensioni decisamente inferiori ossia di 134 milioni di euro, ma comunque era già circolato il nome di Addition come investitore alla guida del nuovo aumento di capitale (si veda altro articolo di BeBeez).
Il ruolo di lead investor di Addition è stato poi confermato ieri. Il fondo americano lanciato nel 2020 da Lee Fixel, ex capo della divisione private equity di Tiger Global, quello stesso anno ha raccolto due fondi da 1,3 miliardi di dollari ciascuno, per poi raccoglierne un altro nel 2021 da 1,4 miliardi. Ma non basta, perché a giugno di quest’anno ha lanciato la raccolta del quarto fondo, con obiettivo 1,5 miliardi. Satispay “sta rivoluzionando lo scenario del mobile payment in Europa con l’obiettivo di arrivare a essere il sistema di pagamento più diffuso in Europa”, ha detto Lee Fixel, il fondatore di Addition.
Al nuovo round di Satispay ha partecipato anche Greyhound Capital, già azionista dal 2018, che ha incrementato la propria quota nella società. Al loro fianco, tra gli altri, ci sono poi Coatue, Lightrock (parte del gruppo di LGT Capital Partners), Block Inc (ex Square Inc), Tencent e Mediolanum Gestione Fondi sgr. Tutti già investitori, entrati nel capitale in occasione del precedente round. Questo round porta così a 450 milioni di euro il totale dei capitali freschi raccolti da Satispay dalla sua fondazione, nel 2013, da parte di Alberto Dalmasso, Dario Brignone e Samuele Pinta.
Ricordiamo che l’ultima raccolta precedente di capitali della fintech italiana dei pagamenti via cellulare risale al novembre 2020. Allora si era trattato di un round di serie C da 93 milioni di euro, di cui 68 milioni in aumento di capitale e 25 milioni in acquisto di azioni cedute da Iccrea Banca e da altri soci storici (si veda altro articolo di BeBeez). Quel round era stato sottoscritto per 37 milioni da investitori italiani e per 56 milioni da investitori esteri. In particolare a guidare il round erano stati: LGT Lightstone, il ramo di growth equity impact investing, parte di LGT Capital Partners, il più grande gruppo familiare di private banking e asset management del mondo (20 milioni); il leader cinese del mobile payment Tencent (15 milioni); il leader americano dei pagamenti digitali Square, guidata da Jack Dorsey, founder e ceo anche di Twitter, (15 milioni). Altri 20 milioni erano arrivati da TIM Ventures, corporate venture capital di TIM e investitore strategico nel mercato di riferimento di Satispay. Per il resto, il round era stato sottoscritto dal nutrito gruppo di investitori e angel investor che continuano a seguire e supportare il progetto Satispay ormai da anni. Quel round era stato condotto sulla base di una valutazione pre-money di 180 milioni, che post-money aveva quindi toccato i 248 milioni, portando allora a 110 milioni il totale dei capitali freschi raccolti da Satispay dalla sua fondazione.
In precedenza, Satispay nel settembre 2018 aveva chiuso un round da 15 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez), con una valutazione post money di 115 milioni. Vi avevano partecipato: Iccrea Banca, il nuovo socio Banca di Piacenza, Copper Street Capital, i fondi Endeavor Catalyst e Greyhound Capital, Banca Valsabbina, Sparkasse e di Club degli Investitori di Torino. La scaleup in precedenza aveva raccolto 18,3 milioni nel round chiuso nel settembre 2017 (si veda altro articolo di BeBeez). In quell’occasione erano entrati come nuovi investitori anche Banca Etica, Banca Sella Holding (attraverso Sella Ventures), il venture Shark Bites e Smartclub, veicolo gestito da Alessandro Fachin, senior private Banker di Ersel, che a sua volta aveva coinvolto un gruppo di importanti imprenditori. E prima di quel round ce ne erano stati altri due, uno da 5,5 milioni a settembre 2014 e uno da 3 milioni nel settembre 2015, che avevano visto l’ingresso di Iccrea Banca, Banca Alpi Marittime e manager e imprenditori di successo come Jonathan Weiner e Ray Iglesias (fondatori del progetto Google Wallet e, in seguito, di Money2020), Nicola Carbonari (fondatore di Autoscout24), Giuseppe Donagemma (già vice president networks di Samsung Electronics e Nokia), oltre che di soggetti industriali, come Egea, multiutility con sede ad Alba, operativa nei settori dell’ambiente e dell’energia.
Con una crescita simile la domanda su una possibile ipo è d’obbligo. Ma Dalmasso ha frenato sulla quotazione: “È sempre stato il nostro obiettivo, ma non è questo il momento. Siamo ancora piccoli dal punto di vista del team anche se non come numeri e, in questa fase, preferiamo evitare la pressione delle trimestrali e poi “il mercato dei capitali è ancora capiente e rende meno urgente un approdo in Borsa”.
E a proposito degli investitori che hanno partecipato all’ultimo round, il ceo ha spiegato: “Non sono semplici investitori ma interlocutori utili per il brainstorming. Ci aiutano soprattutto a condividere esperienze. Con loro ci sono sinergie di interoperabilità”.
Intanto Satispay guarda a possibili acquisizioni per crescere in Europa ma anche per consolidare la sua posizione in Italia. Il target non sono aziende di pagamento competitor ma al contrario business affini, aziende fornitrici di servizi alla clientela che vadano a integrare l’offerta. “Guardiamo a tutta Europa ma c’è molto anche in Italia. Anzi, i target sono più italiani che internazionali. Ci sono piccole aziende che faticano a fare aumenti di capitale e che sono molto interessanti sul piano tecnologico. Noi possiamo essere di supporto”, ha detto ancora Dalmasso. Nessun interesse invece per il business del credito al consumo o i prestiti in generale. “Sono ancora cose lontane perchè vogliamo migliorare ancora come sistema di pagamento, e non abbiamo certo bisogno di confrontarci anche con la volatilità dei tassi. Piuttosto vogliamo estenderci al mondo dei servizi prepagati”, ha aggiunto il ceo.
Ricordiamo che nel luglio 2021 la scaleup ha già acquisito AdvisorEat, startup italiana che tramite l’app dedicata seleziona e consiglia i migliori ristoranti in grado di ravvivare una trasferta o una colazione di lavoro, permettendo agli iscritti di accumulare punti da convertire in gift card, voucher o donazioni benefiche (si veda altro articolo di BeBeez).
Dalmasso ha continuato: “Siamo molto soddisfatti perchè, a seguito di questo round, sentiamo di avere tutti gli strumenti e le risorse necessarie per realizzare la nostra visione: creare il prossimo network di pagamento leader in Europa. Non solo sentiamo di avere i capitali necessari, ma anche esperienza e competenze. Negli ultimi due anni siamo cresciuti moltissimo, più che raddoppiando la nostra customer base e lanciando in tre altri Paesi europei. Inoltre abbiamo coinvolto nel nostro team molti talenti che ci stanno aiutando a trasformare Satispay in una realtà più grande, strutturata e competitiva. È davvero un nuovo inizio e ci sentiamo più determinati che mai. Questo è un momento decisivo ed entusiasmante, di grande accelerazione”.
Satispay lavora con un modello di super network di pagamento indipendente da carte di debito e credito, creato per accelerare la sostituzione del contante e diventare strumento di uso quotidiano a livello europeo. “La società è cresciuta e ora la sua community ha già superato 3 milioni di persone e 200.000 negozi attivi ed è in continuo aumento” ha sottolineato il founder.
Satispay si sta espandendo anche oltreconfine. E’ infatti entrata in Germania (a Berlino e Norimberga), si è estesa al Lussemburgo e alla Francia (a Metz nel nord est e in Costa Azzurra) e ora “stiamo guardando con atteggiamento tattico, senza esagerare, a Belgio, Olanda, Austria, Grecia e Portogallo. Ma c’è ancora spazio in Italia, che può diventare fonte di redditi in grado di finanziare la crescita internazionale nel giro di un paio d’anni”.
Quanto al breakeven di conto economico, non è un paletto perchè, fa intendere Dalmasso l’asticella viene continuamente spostata più avanti: “Sappiamo quale dimensione ci serve per essere redditizi ma noi non vogliamo un’azienda con un piccolo ebitda” e per ora ha preferito investire sulla crescita “senza preoccuparai troppo del breakeven”. Ciò detto, “lavoreremo sull’efficienza, in un paio d’anni vogliamo raddoppiare il ritmo di crescita. E nei prossimi tre anni definiremo se assestarci o crescere ancora”.
Sollecitato sulle aspettative circa il prossimo Governo, Dalmasso ha infine ripetuto quello che aveva sottoposto anche al precedente esecutivo: “Chiediamo di trattare tutti gli strumenti di pagamento in modo equo. È sbagliata la legge sull’obbligo del pos del 2015, le sanzioni agli esercenti non funzionano e l’unica norma parla di obbligo carte: secondo noi bisognerebbe parlare in generale di pagamenti elettronici”.
Satispay consente di effettuare pagamenti con lo smartphone tramite un wallet con diretto addebito sul conto corrente. Ma, oltre ai semplici pagamenti tra utenti e negli esercizi commerciali, la scaleup è passata via via a introdurre nuovi servizi. L’attività è stata infatti ampliata alle ricariche telefoniche per cellulari e a un servizio che permette di fare via mobile i pagamenti alla pubblica amministrazione, multe e Tari comprese, ma soprattutto è stato inserito un servizio di salvadanaio automatico, per permettere agli utenti di mettere da parte piccole somme ogni volta che fanno un pagamento tramite l’app. Infine nel novembre 2021 ha stretto una partnership con Young Platform, il principale exchange italiano di criptovalute, finalizzata a rendere più semplice l’acquisto di bitcoin, consentendo a tutti gli utenti di Young Platform di ricaricare il loro wallet direttamente con Satispay, in modo istantaneo e gratuito (si veda altro articolo di BeBeez).
A raggiungere lo status di unicorno prima di Satispay sono state nell’ultimo anno anche altre due fintech fondate da italiani: Scalapay e TrueLayer. Scalapay, con sede a Milano, fondata nel 2019 da Simone Mancini e Johnny Mitrevski, affiancati da Raffaele Terrone, Mirco Mattevi e Daniele Tessarha sviluppato una soluzione di pagamento per terze parti che consente ai clienti, online e offline, di acquistare subito e pagare dopo (Buy Now Pay Later o BNPL) senza interessi, in tre rate. La società lo scorso febbraio ha chiuso un nuovo mega-round di investimento da 497 milioni di dollari, guidato da Tencent e Willoughby Capital, con la partecipazione di Tiger Global e Fasanara Capital (già investitori in round precedenti), Gangwal, Moore Capital e Deimos (si veda altro articolo BeBeez). E lo scorso maggio, ha annunciato un investimento di 27 milioni di dollari da parte di Poste Italiane (si veda altro articolo di BeBeez). Scalapay a oggi ha raccolto così un totale di 727 milioni di dollari di capitali dagli investitori. Quanto a TruLayer, con sede a Londra ma fondata nel 2016 dagli italiani Francesco Simoneschi (ceo) e Luca Martinetti (cto), nel settembre 2021 ha chiuso un round da 130 milioni di dollari, guidato da Tiger Global Management, con la partecipazione di Stripe, colosso dei pagamenti con sede in Silicon Valley, a sua volta partecipato da uno stuolo di venture capital internazionali, tra i quali lo stesso Tiger Global (si veda altro articolo BeBeez). Pochi mesi prima, nell’aprile 2021, TrueLayer aveva incassato un round da 70 milioni di dollari che era stato guidato da Addition.