UniCredit ha acquistato nei giorni scorsi in aumento di capitale il 10% della startup fintech italiana FinDynamic, specializzata nel cosiddetto dynamic discounting. L’operazione suggella un accordo di partnership di più ampio respiro tra la banca e la startup, con UniCredit che inserirà la piattaforma di FinDynamic tra i servizi in offerta alla clientela corporate in tema di gestione dei flussi i cassa e di ottimizzazione del capitale circolante (si veda qui il comunicato stampa).
Fondata nel 2016 da Enrico Viganò, con un passato da consulente in Bain&Co e nella divisione di direct investment di General Electric, FinDynamic ha sviluppato una piattaforma in grado di mettere automaticamente in contatto aziende clienti e aziende fornitrici in modo tale che le prime, se disposte a saldare in anticipo una fattura rispetto alla scadenza prevista, possono godere di uno sconto. Il tutto in maniera trasparente ed efficiente. La piattaforma è operativa dallo scorso settembre e vanta già clienti del calibro di Unicomm (gruppo Selex, il più grande centro d’acquisto italiano per la grande distribuzione), Unieuro, Sapio, Liu-Jo.
Oltre Unicredit, ad affiancare nel capitale Viganò, che oggi detiene il 75%, ci sono anche il socio cofondatore Ervis Jace con il 5% circa e altri investitori privati, tutti professionisti, come Mauro Anastasi di Bain.
Viganò ha raccontato a BeBeez: “In passato ho lavorato anche per un family office svizzero, che gestisce i patrimoni di varie famiglie di imprenditori italiani, comprese le tesorerie delle loro aziende. E il problema era sempre lo stesso. Bisognava trovare un impiego alla liquidità che fosse diverso da quelli tradizionali, che ormai non rendevano più nulla. Ho iniziato quindi a investire per loro quella liquidità in cartolarizzazioni di fatture commerciali trattate su piattaforme fintech con il meccanismo dell’asta competitiva. Da lì mi sono reso conto che esisteva un gap da colmare, perché tra il tasso pagato dalle aziende fornitrici e il rendimento incassato da chi comprava le fatture c’era uno spazio molto, troppo ampio. C’era la possibilità di venire incontro a entrambe le parti e di ricavare ancora un margine interessante. Così ho iniziato a lavorare con l’Osservatorio Supply Chain Finance del Politecnico di Milano per studiare il mercato e il giusto algoritmo da applicare, ed è nata la piattaforma”. Tuttora la collaborazione con il Politecnico continua. FinDynamic è uno degli sponsor dell’Osservatorio Supply Chain ed è insediata nel Polihub, che, ha detto ancora Viganò, “è un ottimo bacino per intercettare nuovi trend e tecnologie e per incontrare bravi sviluppatori e professionisti””.
Il concetto è semplice. Da un lato ci sono le pmi con esigenze di credito, mentre dall’altro lato le grandi aziende con forti posizioni di liquidità. Il dynamic discounting è una soluzione tecnologica che consente il pagamento anticipato da parte del cliente a fronte di uno sconto da parte del fornitore sull’importo della fattura proporzionale ai giorni di anticipo, concordato dinamicamente per ciascuna transazione. Con benefici per entrambe le parti in termini di più efficiente gestione della tesoreria (per un approfondimento sullo stato della supply chain finance in Italia, si veda altro articolo di BeBeez).
“La soluzione di dynamic discounting è particolarmente interessante perché permette alle aziende nostre clienti di completare l’offerta a favore dell’intera filiera di fornitori, integrandosi pienamente con le altre soluzioni di supply chain finance che già offriamo alle imprese. Le aziende possono così rafforzare ulteriormente il rapporto con i propri fornitori, valorizzando tutto l’ecosistema della propria catena di fornitura” ha commentato Alfredo Bresciani, co-head GTB Italy di UniCredit.
L’investimento in FinDynamic per UniCredit è il secondo in una fintech italiana, dopo quello dello scorso dicembre in Axyon AI, startup che ha creato applicazioni per capital markets e asset management basate sul deep learning, uno specifico segmento dell’intelligenza artificiale (si veda altro articolo di BeBeez). La startup ha incassato un round di investimento da 1,3 milioni di euro guidato da ING Ventures (gruppo ING Bank) e UniCredit e a cui hanno partecipato anche business angel. Per Unicredit l’alleanza con Axyon AI è importante in vista dell’applicazione di algoritmi di intelligenza artificiale a supporto dei team di syndicated loan.
Le startup fintech italiane o fondate da italiani dall’inizio della loro attività a oggi hanno raccolto dagli investitori oltre 395 milioni di euro. Lo calcola BeBeez Private Data sulla base dei soli dati pubblici, per cui la realtà è ancora più importante, visto che in alcuni casi i round di investimento vengono resi noti senza comunicare l’importo. A oggi la mappa delle startup finanziate da investitori di venture capital, siano questi strutturati come fondi oppure in club deal di investitori privati, compilata da BeBeez, conta 58 società. Di queste, 30 hanno annunciato round tra il 2018 e il 2019 per un totale raccolto di circa 234 milioni (i lettori di BeBeez News Premium 12 mesi possono scaricare qui l’ultimo Report BeBeez su chi finanzia il fintech, scopri qui come abbonarti a soli 20 euro al mese).
Alla collaborazione tra banca, aziende e fintech venerdì 7 giugno UniCredit ha non a caso dedicato il suo secondo appuntamento annuale dedicato ai tesorieri corporate. Che hanno risposto all’appello in oltre 200.
Intervistato a margine dell’evento, Cedric Derras, Global Head of Cash Management di UniCredit, ha sottolineato che oggi “l’obiettivo di UniCredit è quello di offrire ai cfo e ai tesorieri delle aziende in un’unica piattaforma una serie di strumenti in grado di gestire cash management, trade finance e working capital, perché ormai c’è una netta convergenza tra queste attività. E compito della banca è quindi quello di proporre alle aziende gli strumenti più innovativi ed efficienti, che spesso nascono dalla sperimentazione delle startup fintech, con le quali quindi collaboriamo in maniera costante, come dimostra l’accordo appena firmato con FinDynamic”. E le opportunità di collaborazione con le fintech ora si stanno moltiplicando grazie all’implementazione della direttiva PSD2 sui pagamenti, che sancisce l’ingresso nell’era dell’open banking e quindi la possibilità per aziende e privati di accedere a nuovi servizi di informazione e di pagamento in tempo reale sui propri conti correnti (si veda altro articolo di BeBeez e qui il video del Caffé di BeBeez sulla PSD2).
Che il fintech ormai sia il pane dei tesorieri delle aziende corporate lo conferma anche Fabrizio Masinelli, presidente di AITI, l’Associazione Italiana dei Tesorieri d’Impresa e tesoriere del gruppo Panini, il noto produttore delle storiche figurine dei calciatori. Panini nel 2018 ha raggiunto quota un miliardo di euro di ricavi grazie ai Mondiali, praticamente il doppio rispetto ai 536 milioni del 2017. La cifra era già stata anticipata a inizio gennaio da Antonio Allegra, direttore mercato Italia della Panini, durante la presentazione del nuovo album “Calciatori 2018-2019” (si veda altro articolo di BeBeez), e Masinelli ha confermato a BeBeez che il numero definitivo si avvicinerà a quando detto. Il che significa che a fronte di questo fatturato questo signore movimenta un flusso di denaro davvero importante. Certo, soggetto a fluttuazioni altrettanto importanti a seconda di come va l’anno calcistico, ma in ogni caso sempre ragguardevoli. Ma quello che stupisce i non addetti ai lavori è che per farlo non ha bisogno di una schiera di decine di collaboratori.
“La struttura della nostra tesoreria è molto leggera. Ma in realtà mi sento di dire che è così per la maggior parte delle aziende. Diciamo che la tesoreria pesa in genere per un 10% per numero di risorse dedicate sul totale delle risorse dell’area amministrativa. E questo perché il fintech ci aiuta da sempre, anche da quando non si chiamava così”, ha detto Masinelli, che parlava a margine dell’evento organizzato da UniCredit sul tema della tesoreria e più in generale delle ultime frontiere dell’innovazione nell’ottimizzazione dei flussi di cassa e del capitale circolante.
E Masinelli ha continuato: “Quando di parlo del fintech che usavamo 20 anni fa, mi riferisco al fatto che da sempre utilizziamo sistemi informativi per gestire digitalmente tutta la mole di documenti che trattiamo quotidianamente. Lavoriamo per esempio da anni con Piteco”. Quest’ultima è peraltro la più importante società in Italia nella progettazione, sviluppo e implementazione di soluzioni gestionali in area tesoreria, finanza e pianificazione finanziaria, attiva dal 1980. “Nel tempo siamo passati a utilizzare strumenti sempre più innovativi anche per gestire i pagamenti, fare le spunte, fotocopiare e poi scontare fatture e così via, liberando tempo prezioso da dedicare a impegni a maggiore valore aggiunto”, ha detto ancora Masinelli, aggiungendo: “Un esempio per tutti è quello della lettura della posizione in centrale rischi di Banca d’Italia. Una volta ci si scaricava excel complicatissimi, mentre oggi ci sono servizi molto più comodi in grado di tradurre quei file in documenti molto più leggibili. Per questo servizio noi utilizziamo la fintech Centrale Risk (controllata da Class Editori, ndr), ma collaboriamo su altri fronti anche con altre startup fintech. Posso dire che in Panini l’70% dell’attività di tesoreria ormai passa dal fintech”.
Ma non solo. C’è tutto un mondo fintech che interagisce con i tesorieri ma che non riguarda le startup, bensì le grandi infrastrutture di pagamento e che passa dalla collaborazione tra gruppi di banche internazionali che, in vista di un obiettivo comune e più alto, per l’occasione mettono da parte il concetto di competizione e condividono i risultati della ricerca comune.
Sul fronte dei pagamenti internazionali, SWIFT ha lanciato poco più di due anni fa il servizio SWIFT gpi (global payments innovation), che permette alle aziende di gestire i loro pagamenti cross-border nella stessa giornata. Gli ultimi dati diffusi da SWIFT a proposito del servizio, dicono che oggi vengono trasferiti oltre 300 miliardi di dollari al giorno in 148 valute diverse su oltre 1.100 corridoi. In media, il 40% dei pagamenti SWIFT gpi è accreditato ai beneficiari finali entro 5 minuti, la metà entro 30 minuti, il 75% entro sei ore e quasi il 100% entro 24 ore. “Questa è stata un’innovazione dirompente per il sistema bancario e per le aziende”, ha detto Derras, che ha spiegato: “Immagini che impatto può avere incassare un pagamento in giornata sul circolante di un’azienda, invece che aspettare giorni. Non solo. C’è anche una facilità massima nel tracciare gli ordini di pagamento ed eventualmente nel bloccarli in caso di frodi o errori. E stiamo andando oltre. UniCredit insieme a un gruppo di altre banche sta testando con SWIFT un servizio di pagamento istantaneo 24 ore su 24 relativo ai pagamenti cross-border per le aziende (si veda qui il comunicato stampa di SWIFT), sulla falsariga di quello che è oggi già possibile a livello europeo con il servizio instant payment”.
Come noto, infatti, dallo scorso novembre in tutti i 34 Paesi aderenti alla SEPA (Single Euro Payments Area, cioè nei 28 Paesi dell’Ue più Islanda, Norvegia, Liechtenstein, Svizzera, Principato di Monaco, San Marino, isola di Man e le isole del canale della Manica) è infatti possibile inviare un bonifico istantaneo che rende possibile trasferire denaro da un conto all’altro in un massimo di 10 secondi con accredito immediato per il beneficiario e conferma immediata al pagatore (si veda altro articolo di BeBeez).
C’è poi anche il fronte della trade finance, dove pure il fintech è entrato in maniera pesante, in particolare la tecnologica blockchain. “Anche su questo fronte UniCredit è ben presente, visto che facciamo parte di we.trade”, ha ricordato ancora Derras. Proprio lo scorso marzo UniCredit ha eseguito con successo la prima transazione commerciale in Italia sfruttando la tecnologia blockchain (si veda altro articolo di BeBeez). La piattaforma we.trade permette alle piccole e medie imprese di cercare controparti fidate con cui instaurare rapporti commerciali e di avere in ogni momento visibilità sullo stato della transazione e della spedizione, digitalizzando l’intero processo dalla creazione di un ordine fino al pagamento. Il tutto rendendo le transazioni simultanee, accorciando drasticamente i tempi di regolamento e abbattendo i rischi commerciali per gli esportatori.
Il fintech è uno dei settori monitorati da BeBeez Private Data,
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