La Provincia di Lecco ha presentato mercoledì scorso la prima proposta di realizzazione e gestione in Italia di una CER-Comunità energetica rinnovabile a livello provinciale in project finance, che ha una durata di vent’anni e un valore complessivo di quasi 111 milioni di euro, di cui 25 milioni a carico del concessionario (si veda qui la presentazione della CER della Provincia di Lecco).
Lo studio legale internazionale Osborne Clarke ha assistito l’ente locale nell’ambito della valutazione giuridica ai fini della relativa dichiarazione di pubblico interesse, definita dopo oltre un anno di lavoro. Sempre Osborne Clarck ha assistito la Provincia nell’interlocuzione con Green Wolf srl, l’operatore privato che lo scorso Ferragosto ha presentato la proposta. Lo studio legale internazionale assisterà ora la Provincia nell’imminente procedura di gara europea normata dal nuovo Codice dei contratti pubblici. Il concessionario che si aggiudicherà la gara dovrà, infine, costituire la CER tramite una società di progetto (si veda qui il comunicato stampa).
Si tratta della prima iniziativa in partenariato pubblico privato (PPP) relativa alla costituzione e alla gestione di una CER (ossia di un gruppo di soggetti che si organizzano per produrre e condividere localmente l’energia prodotta da fonti rinnovabili), che opera su un intero territorio provinciale, volta alla piena applicazione del recente decreto del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica n. 414/2023 pubblicato il 23 gennaio 2024, teso a stimolare la nascita e lo sviluppo delle Comunità Energetiche Rinnovabili e l’autoconsumo diffuso in Italia.
Il PPP, denominato “Energia per la Comunità”, che finora ha visto l’adesione di 28 soggetti del territorio, è stato presentato dal presidente della Provincia di Lecco Alessandra Hofmann, dal consigliere provinciale delegato all’Ambiente Fabio Pio Mastroberardino, dal responsabile unico di progetto Dario Strambini e del legale di Osborne Clarke che supporta il responsabile unico di progetto Giorgio Lezzi. La proposta è stata approvata dal Consiglio provinciale lunedì scorso.
Una comunità energetica consiste come detto in un’associazione tra cittadini, attività commerciali, pubbliche amministrazioni e piccole e medie imprese che decidono di unire le proprie forze con l’obiettivo di produrre, scambiare e consumare energia da fonti rinnovabili su scala locale. Oltre a sfruttare l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione, le CER garantiscono una riduzione dello spreco energetico e promuovono la condivisione di un bene fondamentale a un prezzo concorrenziale. La loro diffusione permette di soddisfare il fabbisogno energetico della popolazione e di proporre nuovi modelli socio-economici incentrati sulla sostenibilità e la circolarità senza ricorrere all’utilizzo dei combustibili fossili. Possono partecipare alla CER produttori e consumatori con l’obiettivo di massimizzare l’utilizzo diretto dell’energia prodotta da ciascuno, e condividere l’energia in eccesso con gli altri membri della comunità, utilizzando la rete di distribuzione esistente.
Oggi, intanto, dovrebbero arrivare le regole operative sulle CER con potenza complessiva fino a un megawatt, emanate dal GSE-Gestore dei servizi energetici, con le indicazioni dei documenti e degli adempimenti necessari per autorizzare la realizzazione di questi impianti.
L’iniziativa lecchese, che si rivolge a tutti gli 84 Comuni del territorio e ha l’obiettivo di produrre al massimo 218,97 megawatt di energia green con un risparmio di CO2 pari a oltre 70mila tonnellate di petrolio equivalente in vent’anni, applica così il decreto del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica numero 414, pubblicato il 23 gennaio scorso, teso proprio a stimolare la nascita e lo sviluppo delle CER e l’autoconsumo diffuso in Italia. Inizialmente il progetto si articolerà in ventidue cabine primarie e sette impianti su altrettante scuole secondarie della Provincia.
Finora hanno aderito soggetti pubblici e privati, tra i quali la startup Ganema, la Fondazione Cariplo, la Regione Lombardia che a dicembre ha ammesso il progetto alla cosiddetta Fase 2, la Camera di commercio di Como-Lecco, la Fondazione Comunitaria del Lecchese onlus e il Politecnico di Milano – Polo territoriale di Lecco.
I vantaggi di questa transizione energetica sono di tipo ambientale, con la riduzione delle emissioni inquinanti, dal momento che la produzione di energia avverrà da fonti rinnovabili e non fossili, ed economico, poiché caleranno i costi energetici sul territorio e sarà possibile concedere gli immobili pubblici e privati per la realizzazione di impianti fotovoltaici in cambio di un diritto di superficie. La particolarità del partenariato pubblico-privato lecchese consiste inoltre nel fatto che è prevista la creazione di un fondo per la povertà energetica, cui sarà destinata una quota dei benefici economici per sostenere la popolazione in difficoltà economica o di particolare fragilità, che sarà gestito da una fondazione, la quale consentirà anche la partecipazione degli enti locali alla CER.
L’estensione della CER sull’intero territorio provinciale mira a coinvolgere anche i Comuni con meno di cinquemila abitanti, a cui sono riservate specifiche forme di incentivazione e finanziamenti a fondo perduto dal PNRR. Questo perché tali Comuni non sono in grado di sostenere autonomamente l’integrale copertura finanziaria necessaria alla realizzazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili.
“È un progetto innovativo che ha richiesto una istruttoria approfondita, la Provincia di Lecco fa da apripista per tutto il territorio nazionale. È il primo progetto veramente completo. L’iniziativa non coinvolge solo la provincia e i privati, ma anche enti pubblici in particolare i comuni sotto i cinquemila abitanti che potranno aggregarsi a una CER di per sé funzionante perché sostenibile dal punto di vista economico, finanziario e giuridico e questo credo sia il valore aggiunto dell’iniziativa. Stiamo mettendo a disposizione di tutti un progetto e la Provincia fa da facilitatore e aggregatore”, ha spiegato Lezzi durante la presentazione, come riportato da LeccoNotizie.
Guardando alle altre iniziative in giro per l’Italia, le CER pronte a partire in Trentino Alto Adige sono sette (si veda qui RAINews). Cestari Group sta fornendo il suo contributo per lo sviluppo di tali Comunità in Basilicata (si veda qui il comunicato stampa). A Napoli Est la Fondazione con il Sud fornisce un contributo di 100 mila euro per la nascita di una CER in forma di ente del terzo settore composta dalla Fondazione Famiglia di Maria, che gestisce un centro socio-educativo nel quartiere, e da quaranta famiglie in condizioni di disagio (si veda qui il comunicato stampa).