Rea Dalmine spa, società controllata da Ambienthesis spa, a sua volta parte del Gruppo Greenthesis, e che gestisce il termovalorizzatore nel Comune di Dalmine (Bergamo) di proprietà dello stesso gruppo, ha ottenuto un sustainable loan da 35 milioni di euro da un pool di banche costituito da Banco BPM, in qualità di banca coordinatrice del pool e banca finanziatrice, e BPER Banca e Mediocredito Centrale in qualità di banche arranger e banche finanziatrici. L’operazione è stata realizzata con l’intervento di Azimut Direct e con collaborazione della rete dei consulenti del Gruppo Azimut, operatore leader in Europa nel comparto del risparmio gestito (si veda qui il comunicato stampa).
Il finanziamento prevede due linee di credito utilizzabili in un’unica soluzione con ammortamento a rate semestrali e con scadenza al 31 dicembre 2031 per sostenere la realizzazione di nuove iniziative industriali nel settore dell’ingegneria ambientale, della produzione di energia elettrica e di biocarburanti avanzati in conformità ai principi della circular economy e, altresì, per riqualificare le fonti finanziarie della società.
L’operazione è caratterizzata da un meccanismo di pricing legato al rispetto di uno specifico target di tipo ESG (Environmental, Social e Governance) basato sul cosiddetto indice di recovery performance, parametro di riferimento del settore che viene utilizzato per misurare la capacità di un termovalorizzatore di recuperare energia dal processo di termodistruzione dei rifiuti.
Con livelli di emissioni tra i più bassi in Europa monitorati in tempo reale e un’alta resa in termini di recupero energetico, il termovalorizzatore di Dalmine rappresenta un’assoluta eccellenza sotto il profilo tecnologico e sul piano operativo.
Rea Dalmine è controllata da Gea srl e Ind.Eco srl, parte appunto di Greenthesis, con sede a Segrate (Milano) e leader in Italia nella gestione dei rifiuti, nella riqualificazione ambientale e nella produzione di energia da fonti rinnovabili, la cui capogruppo è Ambienthesis spa, società quotata a Piazza Affari specializzata nella gestione integrata del ciclo dei rifiuti in una logica improntata all’economia circolare ed alla sostenibilità ambientale. Rea Dalmine, che ha chiuso il 2020 con ricavi per 25 milioni, un ebitda di 8,6 milioni e 28,9 (si veda qui l’analisi Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente), è confluita lo scorso 31 dicembre 2021 all’interno del perimetro quotato in virtù del perfezionamento del conferimento in natura di tutte le attività operative nel settore ambientale precedentemente in capo a Greenthesis spa (si veda qui il comunicato stampa).
Greenthesis, che oggi controlla oltre l’85% di Ambienthesis, fa a sua volta capo a RAPS SAS di Rina Marina Cremonesi e C, aveva chiuso il 2020 con 129,4 milioni di euro di ricavi, 29,4 milioni di ebitda e un debito finanziario netto di 29,6 milioni (si veda qui il report di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente). Ambienthesis, invece, ha chiuso i primi sei mesi 2021 con ricavi consolidati pari a 53 milioni, un ebitda rettificato di 5,4 milioni e un debito finanziario netto di circa 6 milioni (si veda qui il comunicato stampa).
Marco Sperandio presidente di Rea Dalmine ha commentato: “Il conseguimento di questo risultato, di cui siamo particolarmente soddisfatti, ci permetterà di poter sviluppare nuovi progetti nelle filiere del recupero di materia ed energia nell’ottica della circular economy. Rea Dalmine, e con essa tutto il gruppo Greenthesis, sta infatti sviluppando iniziative conformi al Piano Europeo di transizione energetica, atte ad aumentare le componenti rinnovabili del mix energetico nazionale, elemento, questo, posto al centro della Missione 2 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, oltreché di fondamentale importanza in senso lato, come peraltro mostrato dalle attuali tensioni sui mercati energetici”.
Questa operazione, ha sottolineato Paolo Altichieri, managing director Azimut Direct, “ è in linea con l’ambizione di Azimut Direct e di tutto il gruppo di essere interlocutore privilegiato di imprese eccellenti e che operano con professionalità e attenzione alle tematiche ambientali, come riflesso nella struttura stessa del finanziamento”. E, ha aggiunto Oliviero Pulcini, managing director di Azimut Capital Management per la macro area 2: “La figura del consulente finanziario è profondamente cambiata nel corso degli ultimi anni. Le sinergie sviluppate all’interno del gruppo Azimut ci aprono un nuovo modello di servizio al cliente”.
Per Azimut Direct si tratta della seconda operazione annunciata da inizio anno dopo quella dello scorso gennaio per il Gruppo Gabetti, attivo da oltre 70 anni nel settore immobiliare e quotato sull’Euronext Milan, che ha ottenuto un prestito in direct lending da 6,5 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez).
Grazie alle sinergie con il gruppo Azimut, che a inizio 2021 ha comprato la maggioranza del ramo d’azienda fintech e di strutturazione di finanza alternativa di Epic sim (si veda altro articolo di BeBeez), il ritmo dell’attività di Azimut Direct è cresciuto in maniera significativa e il 2021 si è chiuso con un erogato tra prestiti e minibond per 229 milioni di euro, che hanno portato il totale da inizio attività a 470 milioni. I numeri sono contenuti nell’ultimo Report di BeBeez sulle piattaforme fintech 2021, disponibile per gli abbonati di BeBeez News Premium e BeBeez Private Data). Nel 2020 aveva invece strutturato e intermediato operazioni di finanziamento per 55 imprese per un valore complessivo di 102 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez) rispetto alle 15 aziende finanziate per 25,7 milioni di euro complessivi del 2019.