Eni ha vinto l’asta per il portafoglio eolico onshore italiano di Glennmont Partners e del suo partner, PGGM Infrastructure Fund, il veicolo di investimento infrastrutturale del fondo pensione olandese PGGM (si veda qui il comunicato stampa di Glennmont e qui quello di Eni). Si parla di un deal da 500 milioni di euro.
Nel dettaglio, il portafoglio che verrà acquisito da Eni è composto da 13 impianti eolici onshore localizzati in Sud Italia con una capacità installata totale di circa 315 MW. Si tratta di da 256 aerogeneratori entrati in esercizio fra il 2009 e il 2016 e localizzati in Sicilia, Puglia, Basilicata e Abruzzo. Gran parte del portafoglio è eredità dell’acquisizione effettuata nel 2016 quando a cedere gli asset era stata la spagnola Iberdrola.
Il perimetro della transazione include le società SER, SER 1 e GEMS (Green Energy Management Services, società italiana di asset management che gestisce gli impianti in portafoglio costituita poco più di un anno fa, si veda altro articolo di BeBeez), controllate congiuntamente da Glennmont e PGGM, e da Finpower ed Eolica Lucana, controllate interamente da Glennmont.
L’asta era partita a inizio aprile (si veda altro articolo di BeBeez). Allora si parlava di impianti per una capacità complessiva di poco meno di 400 MW (si veda altro articolo di BeBeez). Lo scorso anno, quando erano circolate le prime voci a proposito della cessione, si parlava invece di un portafoglio che allora aveva una capacità di da 245 MW e si diceva già che potesse valere attorno ai 500 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez).
Nel contesto della transazione Glennmont e PGGM sono stati assistiti da Rothschild&Co e L&B Partners in qualità di advisor finanziari e dal team energy di Orrick in qualità di advisor legale. Eni è stata supportata invece da BNP Paribas come exclusive financial advisor e da Chiomenti in qualità di legal advisor.
L’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, ha commentato: “Questa operazione rappresenta un importante passo in avanti nella nostra crescita nelle energie rinnovabili che ci porterà a raggiungere i 4 GW di capacità installata nel 2024, per poi arrivare a 15 GW nel 2030 e a 60 GW nel 2050 come previsto dalla nostra strategia. Da un lato cresciamo organicamente, grazie ai progetti che derivano dalle nostre partnership a livello domestico e internazionale e ai nostri sviluppi greenfield nei paesi di presenza upstream; dall’altro lato acceleriamo la crescita attraverso acquisizioni selettive in particolare nei paesi dove siamo presenti con un’ampia base clienti. La crescita nelle rinnovabili, che con questa operazione ha già raggiunto oltre 1,3 GW di capacità installata e in costruzione, avverrà nel contesto di piena integrazione con il nostro business retail, generando un player unico, di grande valore ed elevato potenziale di sviluppo. Eni continua così il proprio percorso verso la leadership nella produzione e vendita di prodotti decarbonizzati”.
Francesco Cacciabue, partner e cfo di Glennmont Partners, ha commentato: “Siamo onorati di aver siglato un accordo con Eni per la cessione di questo portafoglio unico di parchi eolici in Italia. Questa transazione rappresenta l’ultima pietra miliare del fondo Clean Energy Fund Europe II e sottolinea la validità della nostra strategia di disinvestimento volta a garantire rendimenti stabili e prevedibili ai nostri investitori. La combinazione unica delle competenze del nostro team nelle attività di operation e asset management ci consente di continuare ad individuare e realizzare ulteriori opportunità volte alla creazione di valore nel campo delle energie rinnovabili in un numero crescente di geografie”.
Glennmont Partners è uno dei maggiori gestori di fondi europei che si concentra esclusivamente sugli investimenti nelle infrastrutture per l’energia pulita. A oggi Glennmont ha investito in credito in 7 Paesi europei (Germania, Francia, Belgio, Svezia, Spagna, Italia e Portogallo) in relazione a un migliaio di impianti per una capacità installata complessiva di oltre 8 GW. Nel giugno 2019 Glennmont Partners aveva annunciato il closing finale a quota 850 milioni di euro per il suo terzo fondo dedicato a progetti di energie rinnovabili in Europa e in Gran Bretagna , Clean Energy Fund III, superando di gran lunga il target iniziale di 600 milioni (si veda altro articolo di BeBeez).
Lo scorso gennaio Glennmont Partners è stato acquistato dalla società di investimento globale Nuveen, l’asset manager dell’American Teachers Insurance and Annuity Association (TIAA), con 1,1 trilioni di dollari di asset complessivi in gestione (si veda altro articolo di BeBeez). L’operazione porta i real asset privati di Nuveen a oltre 150 miliardi, diversificando ulteriormente la piattaforma che include real estate, terreni agricoli, infrastrutture, foreste, il settore agricolo e le materie prime.
Nei giorni scorsi Glennmont REBS (Renewable Backed Securities) credit fund ha cartolarizzato un portafoglio da 25,6 milioni di euro di contratti di finanziamento in project finance erogati da una banca italiana e destinati alla realizzazione di impianti solari ed eolici in Italia, con capacità installata totale di 110 MW (si veda altro articolo di BeBeez). A fine febbraio, invece, Glennmont Partners aveva annunciato il completamento della sua prima cartolarizzazione sintetica condotta attraverso il suo REBS Fund (si veda altro articolo di BeBeez). Si è trattato del primo deal green SRT (synthetic risk transfer) strutturato in Italia e di uno dei primi in Europa.