Marcegaglia Steel, holding industriale del gruppo Marcegaglia, guidato da Antonio ed Emma Marcegaglia, la settimana scorsa ha contratto con un pool di banche un prestito sindacato a 6 anni da 1 miliardo di euro. Lo hanno dichiarato gli stessi imprenditori al Sole 24 Ore. Si tratta della prima operazione ESG linked nel settore siderurgico. L’importo del prestito è così suddiviso: 700 milioni per il rifinanziamento delle linee a medio termine in scadenza tra il 2024 e il 2026, 200 milioni per sostenere gli investimenti e 100 milioni di credito revolving.
La nuova linea è stata erogata da un consorzio di banche italiane ed estere formato da Intesa Sanpaolo (nel ruolo di global coordinator & agent, bookrunner, mandated lead arranger, sustainability coordinator), BNP Paribas, Credit Agricole CIB, Santander CIB e Unicredit (nel ruolo di bookrunners, mandated lead arrangers, sustainability coordinators), Banco BPM (nel ruolo di mandated lead arranger), MPS, Banca Popolare di Sondrio, BPER Banca, Cassa Depositi e Prestiti e Credit Agricole Italia (nel ruolo di arrangers). L’operazione è stata seguita dagli studi legali Gianni & Origoni e Advant Nctm.
In previsione di una raccolta così imortante di risorse sul mercato, alla fine del 2021 a Marcegaglia Steel Spa, holding industriale dell’omonimo Gruppo mantovano, è stato assegnato da Cerved Rating Agency (CRA) il rating A2.2. Il giudizio colloca Marcegaglia nella parte alta della scala di rating, in una fascia investment grade di sicurezza, classificandola come azienda dai fondamentali molto solidi e dall’elevata capacità di far fronte agli impegni finanziari. Il rischio di credito è basso (si veda qui il comunicato stampa). Anche in questo caso si è trattato di una prima ssoluta: mai in precedenza la holding del gruppo sideurgico italiano aveva chiesto una valutazione della sua affidabilità finanziaria
Il rating, riferisce il Cerved, riflette l’elevato grado di diversificazione del business, caratterizzato dal rafforzamento dell’attività siderurgica e da un modello in cui sono di particolare rilevanza i fattori ESG legati all’efficienza energetica, alla riduzione delle emissioni in atmosfera, allo smaltimento dei rifiuti e allo sviluppo di un modello circolare; una buona resilienza delle performance economico-finanziarie nonostante l’impatto Covid e il significativo rallentamento del settore siderurgico europeo; il mantenimento di una struttura finanziaria solida, caratterizzata da flussi di cassa stabilmente positivi.
“È la prima operazione Esg linked in questo settore” sottolineano Emma eAntonio Marcegaglia, rispettivamente presidente e vicepresidente del Gruppo, in un’intervista al Sole 24 Ore – “con key performace indicator legati a obiettivi di efficienza energetica e a indici di frequenza sulla sicurezza del lavoro. Le risorse serviranno a finanziare il nostro piano di investimenti a sei anni da un miliardo, ma anche, considerando una cassa di circa 900 mln, a sostenere eventuali acquisizioni”.
Un’acquisizione in effetti Marcegaglia l’ha già conclusa a metà maggio. Infatti il Gruppo, tramite l’omonima controllata nello UK, ha acquistato una parte rilevante degli asset del gruppo Liberty Steel, controllato dal magnate indiano Sanjeev Gupta, relativi allo stabilimento Liberty Precision Tubes di Oldbury nel Regno Unito. Un deal che consente al gruppo mantovano di consolidarsi nella produzione di tubi in acciaio sul mercato britannico ed europeo (si veda qui il comunicato stampa). In questa operazione il Gruppo Marcegaglia è stato assistito da LCA e da George Green LLP.
In realtà il gruppo italiano già utilizzava gli impianti da due anni con un contratto di licenza. Ora Marcegaglia UK ha deciso di completare l’acquisto, tra l’altro da un gruppo bisognoso di mezzi finanziari freschi, cosa che tra l’atro consentirà di salvaguarderà numerosi posti di lavoro sul territorio locale garantendo un futuro sostenibile al sito e ai dipendenti, che saranno inglobati nella società acquirente.
Ricordiamo che Marcegaglia UK è parte del gruppo Marcegaglia, leader mondiale con 6.600 dipendenti, 60 uffici commerciali, 29 acciaierie e un fatturato di 7,7 miliardi di euro, un Ebitda di 632,6 milioni (+20% sul 2020) e 6,2 milioni di tonnellate di acciaio lavorato all’anno. Fondata nel 1996, Marcegaglia UK si dedica alla produzione di tubi elettrosaldati in acciaio al carbonio per un’ampia gamma di applicazioni. Oggi è il più grande produttore di tubi di precisione in Gran Bretagna. Lo stabilimento produttivo di Dudley (West Midlands) ha una superficie complessiva di 28.000 mq (di cui 11.498 mq coperti) con cinque linee di produzione di tubi.
Marcegaglia è molto attiva anche sul fronte dell’innovazione. Ricordiamo infatti che esattamente un anno fa il gruppo mantovsano, assieme a Exor, holding controllata dalla famiglia Agnelli, ha partecipato al round da 105 milioni di dollari della svedese H2 Green Steel (H2GS), affiancando investitori internazionali del calibro del fondo di venture capital Altor Fund V, Ane & Robert Maersk Uggla (la famiglia azionista di riferimento del colosso dello shipping Maersk), il gruppo Bilstein (produttore tedesco di componentistica auto), l’acceleratore specializzato in energia sostenibile EIT InnoEnergy, FAM (holding della famiglia Wallenberg, una delle più ricche e potenti famiglie di imprenditori svedesi con interessi che vanno da Saab a Ericcson, da Electrolux ad ABB, oltre a essere lo sponsor del gruppo di private equity EQT ), e IMAS Foundation (holding del gruppo IKEA). H2GS sta realizzando un impianto siderurgico greenfield nel nord della Svezia, a Boden, per la produzione di acciaio senza fossili a costi competitivi, così come annunciato da H2GS lo scorso febbraio (si veda qui il comunicato stampa). Il progetto include un impianto di idrogeno verde su scala gigantesca come parte integrante dell’impianto di produzione dell’acciaio. La produzione inizierà nel 2024 ed entro il 2030 H2GS avrà una capacità produttiva annuale di cinque milioni di tonnellate di acciaio di alta qualità. Marcegaglia non sarà solo finanziatore, ma anche partner industriale e strategico: trasformerà 250 mila tonnellate di acciaio l’anno nella prima fase di attività e 500 successivamente (si veda altro articolo di BeBeez).