Crollo di fatturato e redditività e una perdita netta 102 milioni di euro per il tour operator Alpitour nel 2020, che però “non ha beneficiato di contributi pubblici che, per quanto approvati in varie sedi, non sono ancora stati corrisposti“. La società ha comunque continuato l’attività, realizzando anche investimenti strategici in ambito Hotel & Resort, aviation ed IT per essere pronta al meglio per ripartire a pieno regime appena si presenteranno le condizioni e più che altro rafforzando la propria posizione di leadership assoluta in Italia grazie al forte presidio nei diversi settori (tour operating off line e on line, aviation, alberghiero, agenzie di viaggio ed incoming).
Lo si legge nella Relazione finanziaria annuale al bilancio 2020 di Tamburi Investment Partners (TIP) predisposta per l’assemblea del 29-30 aprile. TIP, infatti, è azionista indiretto di Alpitour, attraverso il veicolo di club deal Asset Italia 1 srl (di cui TIP detiene il 35,81%), che possiede sia il 49,9% di Alpiholding, che a sua volta detiene il 36,76% del capitale di Alpitour, sia una partecipazione diretta in Alpitour del 31,14%. Asset Italia, costituita nel 2016 con l’adesione, oltre a TIP, di circa 30 family office, per una dotazione complessiva di capitali pari a 550 milioni di euro, agisce come holding di partecipazioni e consente ai propri soci di valutare di volta in volta le singole opportunità di investimento offrendo agli stessi la possibilità di ricevere azioni correlate all’operazione ogni volta prescelta. TIP detiene il 20% di Asset Italia
Nel dettaglio, si legge nella relazione, “Il 2020 è stato, per Alpitour, un anno (l’esercizio chiude al 31 ottobre) straordinariamente impattato in senso negativo dalla diffusione del Covid-19 e dalle conseguenti limitazioni degli spostamenti. A fronte di un settore che ha visto i ricavi quasi azzerati da febbraio, il gruppo Alpitour ha registrato un calo nei ricavi consolidati da 1.992 milioni a 725 milioni, con un ebitda negativo, prima degli effetti dell’IFRS 16, di 112 milioni e ciò pur a seguito di molte azioni di contenimento dei costi”. Quanto al debito, nel corso del 2020 la società ha ottenuto un prestito di 225 milioni, con garanzia Sace e al 31 dicembre l’indebitamento finanziario netto era di 377 milioni.
Certo, si legge ancora, “le previsioni economiche per l’esercizio in corso restano comunque fortemente condizionate dai tempi e dalle modalità della regressione della pandemia, tuttora molto incerti; il fattore psicologico del timore dei contagi e la ridotta capacità di spesa delle famiglie, provate dal lungo periodo di lockdown e dalla crisi economica, sono ulteriori fattori che potrebbero incidere sensibilmente sulla ripresa della domanda di servizi turistici”.
Asset Italia 1 srl aveva comprato da Wise sgr e J.Hirsch&Co le loro partecipazioni in Alpitour nella primavera 2018 (si veda altro articolo di BeBeez). I due fondi detenevano una partecipazione complessiva del 38,8% attraverso le newco Wish spa (partecipata in modo paritetico) e Azurline sarl. Sulla base di una valorizzazione di 470 milioni di euro dell’equity value dell’intero gruppo Alpitour, l’intero capitale di Wish e l’intera quota di Alpitour detenuta da Azurline sono acquistate dalla newco Alpiholding srl, il cui capitale è come detto detenuto per il 49,9% da Asset Italia 1 srl e per il residuo da altri investitori, compreso l’amministratore delegato Gabriele Burgio, che a sua volta partecipa direttamente con una quota di circa l’1% nel capitale di Alpitour. Andrea Ruben Levi, scienziato-imprenditore torinese e azionista storico di Alpitour, era rimasto nel capitale in ottica di investimento a lungo termine, con le sue Parabensa srl (6,34%) e Dal 1802 Educazione Cultura Salute Ambiente Tecnologia srl (6,49%), così come Fabio Landini (2,67%), ex socio di Presstour. Anche Wise sgr aveva reinvestito in una partecipazione diretta in Alpitour di circa il 3,5%, mentre ILP III Sicar, gestita da J.Hirsch&Co, era uscito completamente dall’azionariato.
J.Hirsch e Wise avevano promosso il management buy-out di Alpitour nel 2012. Alpitour era stata ceduta infatti allora da Exor, la holding della famiglia Agnelli-Elkann, ai fondi per 225 milioni di euro, in una situazione economico-finanziaria piuttosto critica. Allora Exor aveva reinvestito 10 milioni di euro per un 10% nel capitale della società veicolo che aveva condotto l’operazione e si era impegnata a rilevare da Alpitour un’unità immobiliare a uso alberghiero per un corrispettivo di 26 milioni (si veda qui il comunicato stampa di Exor di allora). L’ad Burgio aveva poi risanato il bilancio e infatti Alpitour è stato successivamente oggetto delle mire di parecchi soggetti industriali. In particolare nel giugno 2015 si era parlato di un forte interesse da parte dei cinesi di Fosun (si veda altro articolo di BeBeez). SIno poi al primo ingresso di TIP nel capitale insieme al club deal di investitori nel marzo 2017 (si veda altro articolo di BeBeez).