Cherry Bank, nata a ottobre 2021 dalla fusione del servicer Cherry 106 spa con l’istituto padovano Banco delle Tre Venezie e controllata da Giovanni Bossi, ex amministratore di Banca Ifis, e il fondo Usa JC Flowers, specializzato in investimenti nel settore finanziario, hanno presentato ciascuno un’offerta non vincolante per l’intero perimetro della Banca Popolare di Valconca, ria), a cui è affidata la gestione di Banca Popolare Valconca, posta in amministrazione straordinaria dalla Banca d’Italia il 3 dicembre scorso (si veda qui il comunicato stampa). Era accaduto dopo che i soci avevano bocciato la proposta di fusione per incorporazione in Blu Banca del gruppo Banca Popolare del Lazio (si veda qui il comunicato stampa), ritenuta indispensabile dagli stessi ex vertici dell’istituto di Morciano di Romagna per il salvataggio dell’azienda di credito riminese. La procedura di vendita si è poi aperta all’inizio dell’anno con l’invito alla presentazione delle manifestazioni d’interesse qualificate (si veda qui il comunicato stampa).
Lo ha confermato ieri la stessa Vakconca, dopo anticipazioni del Sole 24 Ore, precisando che la procedura di amministrazione straordinaria “ha ricevuto, entro la scadenza del termine fissato per ieri 15 febbraio, due offerte non vincolanti complete quindi riferite al perimetro della banca nella sua interezza. Le offerte sono pervenute da Cherry Bank spa, banca italiana con sede a Padova e a JC Flowers, fondo di private equity con sede a Londra, come emerso da indiscrezioni a mezzo stampa. I Commissari straordinari, Francesco Fioretto e Livia Casale, si riservano di fare i dovuti approfondimenti su tali offerte nei prossimi giorni. La gestione di Banca Popolare Valconca sSpa rimane oggetto di supervisione nell’ambito dell’azione di vigilanza ordinaria svolta dalla Banca d’Italia. Si precisa, inoltre, che Banca Popolare Valconca spa prosegue la propria attività, la clientela e i depositanti possono continuare quindi ad operare presso gli sportelli con la consueta fiducia, come già accaduto in questi mesi” (si veda qui il comunicato stampa). Si aprirà ora la fase di due diligence, dopodiché Cherry Bank e JC Flowers potranno formulare un’offerta vincolante, entro il termine del 31 marzo.
Le offerte di Cheryy Bank e JC Flowers, sempre secondo la ricostruzione de Il Sole 24 Ore, farebbero parte di una rosa d nove offerte pervenute ai commissari, affinacati dall’advisor finanziario Prometeia, tra cui quelle di Banca Sella, Banca Popolare Puglia e Basilicata, Banco Desio, Tyche, una banca di credito cooperativo, un fondo straniero e quella della stessa Blu Banca del gruppo Banca Popolare del Lazio.
Ricordiamo che Cherry Bank è attiva con servizi dedicati a finanziamenti, finanza straordinaria, interventi personalizzati a favore di imprese con situazioni finanziarie che richiedono un supporto immediato a favore di business model sostenibili e internazionalizzazione. A questi si aggiungono prodotti parabancari come l’attività di factoring e di leasing, il noleggio operativo e il noleggio auto e lo sviluppo del ramo assicurativo che prevede forme di consulenza per soluzioni personalizzate. La banca ha chiuso il 2022 con circa 600 milioni di euro erogato, con una crescita del 5% rispetto al 2021 (si veda altro articolo di BeBeez).
Quanto a JC Flowers è un fondo statunitense che ha studiato i principali dossier assicurativo-bancari europei tramite la sua sede londinese e che di recente aveva avanzato un proposta per rilevare per 300 milioni di euro il gruppo assicurativo Eurovita, che necessita di ricapitalizzazione in tempii brevissimi (si veda altro articolo di BeBeez), ma senza poi arrivare a chiudere il deal (si veda altro articolo di BeBeez). Proprio il fondo americano nel 2013 aveva comprato il controllo dell’allora Eurovita Assicurazioni da Banco Popolare, Aviva e Finoa (si veda altro articolo di BeBeez). Successivamente nel 2017 aveva poi rivenduto la compagnia al private equity Cinven, attualmente al controllo del gruppo (si veda altro articolo di BeBeez). JC Flowera ha studiato in precedente anche vari altri dossier di banche medio-piccole italiane, da Banca Intermobiliare alla Banca del Fucino.
Banca Popolare Valconca nasce come Banca Cooperativa Morcianese il 13 agosto 1910, nel cuore della Valle del Conca. I dodici fondatori avevano deciso di dar vita a una banca caratterizzata da spirito di solidarietà e mutualismo. Dal primo sportello aperto nel 1910, la banca è via via cresciuta fino a contare filiali in diverse città tra le province di Rimini e Pesaro. Nel 2018 Banca Popolare Valconca si è trasformata in spa. L’istituto ha un capitale sociale pari a quasi 27,3 milioni di euro interamente sottoscritto e versato dai 4.841 soci. Il patrimonio netto è sceso dagli oltre 59,3 milioni di fine 2021 ai 58,4 del 30 giugno 2022. Al 31 dicembre 2021 ha registrato una perdita di quasi 4,5 milioni, mentre al 30 giugno scorso ha conseguito un utile di 585mila euro.
Nella tarda primavera del 2020 la banca romagnola ha venduto il suo intero stock di utp per un valore lordo di 75 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez) dopo aver partecipato nel 2018 con 200 milioni alla cartolarizzazione multigacs-multioriginator per la cessione di un portafoglio complessivo di npl per circa 1,7 miliardi di euro (73,4% secured e 26,6% unsecured) originati da 14 banche popolari socie della Luigi Luzzatti spa, la società nata a fine 2017 sotto l’ombrello di Assopopolari e battezzata così in onore del fondatore del sistema del credito cooperativo in Italia (si veda altro articolo di BeBeez).