![Daniele_Piazzalunga](https://bebeez.it/files/2020/12/Daniele_Piazzalunga.jpg)
Daniele Piazzalunga è stato nominato nuovo ceo e presidente di Copernico Holding, la rete italiana di uffici flessibili, coworking, sale meeting e spazi per eventi (si veda qui il comunicato stampa). Piazzalunga ha maturato una significativa esperienza professionale nel corporate finance ed è tra i fondatori nel 2006 di Universoft, primo spin-off dell’Università di Bergamo, e nel 2019 di 3XCapital, società di corporate advisory.
Piazzalunga supporterà Copernico ad affrontare l’attuale situazione di tensione economica e impostare il futuro rilancio del gruppo. La società infatti dovrà portare avanti un riorientamento strategico per recuperare redditività, a seguito della crisi aggravata dal coronavirus. I ripetuti lockdown hanno infatti azzerato i ricavi per eventi e per food e causato un rallentamento dell’attività commerciale, mentre il gruppo Copernico aveva già programmato alcune nuove aperture, che richiedono tempo per raggiungere il breakeven. Inoltre, la mancata quotazione dell’americana We Work Inc. (prima annunciata e poi annullata nel settembre 2019, si veda altro articolo di BeBeez) hanno comportato un mutamento di atteggiamento degli investitori nei confronti del mondo del co-working, nonostante le prospettive a medio termine possano essere ancora considerate interessanti nel contesto della revisione che il Covid-19 porterà nell’organizzazione delle grandi aziende e organizzazioni e nel mercato degli uffici.
Detto questo, la situazione è attualmente molto delicata. Copernico nel giugno 2020 non aveva approvato i conti del 2019 in quanto per il requisito della continuità aziendale era necessario prima ricapitalizzare il gruppo. In realtà già nel luglio 2019 a questo fine aveva siglato un accordo con la ex Spac Capital for Progress 2, ribattezzata e trasformata nel maggio 2019 in Capital For Progress Single Investment (CFPSI), nata per proseguire l’attività in alternativa a quella della liquidazione della Spac, dopo la mancata business combination con ABK, proposta a dicembre 2018 (si veda altro articolo di BeBeez).
CFPSI è già azionista di Copernico dal luglio 2019, quando aveva investito nell’ambito di un accordo che prevedeva la sottoscrizione di un aumento di capitale riservato per un totale di 15 milioni di euro, finalizzato a supportare Copernico nello sviluppo del business per arrivare poi a quotarsi all’Aim Italia entro il 31 dicembre 2021 (si veda altro articolo di BeBeez). Così nel luglio 2019 la ex Spac aveva sottoscritto 166.667 azioni “B” di Copernico a 21 euro per azione, per un totale di 3,5 milioni di euro, pari a circa l’8,7% del capitale e sulla base di una valutazione pre-money di Copernico di circa 34 milioni di euro. E successivamente avrebbe via via aumentato il suo investimento.
Come li legge nella Relazione semestrale della ex Spac pubblicata lo scorso settembre, lo scorso 18 giugno l’assemblea di Copernico ha deliberato un aumento di capitale da 10 milioni di euro al prezzo di 9,529 euro per azione, pari a una valutazione della società di 20 milioni, in due tranches da 5 milioni. Il termine ultimo per la sottoscrizione della prima tranche (inscindibile) dell’aumento era fissato al 14 agosto, mentre la seconda tranche era fissata entro il 31 dicembre 2020. CFPSI a luglio aveva sottoscritto la sua quota consistente in 45.643 azioni di tipo A per un corrispettivo totale di 434.932 euro e chiesto di convertire un pari numero di azioni di tipo B in 91.834 azioni di tipo A. Tuttavia, il periodo di collocamento della prima tranche di aumento di capitale inscindibile era scaduto senza che il monte di sottoscrizioni raccolte raggiungesse l’importo dei 5 milioni e quindi l’aumento di capitale non è stato fatto.
A seguito del mancato aumento di capitale, il Cda di Copernico Holding ha, tra l’altro: negoziato con l’amministratore delegato Pietro Martani i termini delle sue dimissioni (si veda qui il comunicato stampa); incaricato una società di consulenza esterna per predisporre un piano di recupero di redditività con un piano di interventi, che ha confermato la necessità di un intervento di ricapitalizzazione; mantenuto rapporti con soggetti terzi che hanno manifestato il loro interesse e attuali azionisti al fine di eventualmente riproporre un nuovo aumento di capitale.
Nel frattempo, lo scorso 27 novembre, CFPSI ha convocato l’assemblea degli azionisti per i prossimi 17 e 18 dicembre (prima e seconda convocazione), al fine di decidere sulla revoca delle azioni della società dalle negoziazioni sul mercato AIM Italia (si veda qui il comunicato stampa). La quotazione, spiega la nota, era stata mantenuta perché si pensava che, come previsto, Copernico sarebbe stata quotata e una delle possibili strade per la quotazione era quella dell’incorporazione nella ex Spac. Data però la situazione finanziaria di Copernico, continua la nota, “gli amministratori di CFPSI ritengono, in base alle informazioni a oggi loro disponibili, che sia più probabile una dismissione dell’investimento con una cessione a un operatore del settore o finanziario che non tramite una ipo. E, comunque, con riguardo a quest’ultima, che Copernico Holding possa più proficuamente perseguirla autonomamente e non tramite una business combination con CFPSI”.
Oltre a tutto, da un lato CFPSI ha una durata limitata al 31 dicembre 2022 e ha inserito nel proprio statuto tale caratteristica con l’obiettivo di distribuire il risultato del proprio investimento ai soci, anche nel caso in cui non si fosse proceduto alla incorporazione di Copernico Holding; e dall’altro la quotazione all’Aim ha per la società un costo di circa 75 mila euro annui (esclusa iva) ed è “opinione degli amministratori che sia nell’interesse dei soci tutti che tale importo venga risparmiato, o utilizzato per aumentare il proprio investimento in Copernico Holding, necessitando quest’ultima comunque di risorse finanziarie fresche”.
Copernico è stata fondata nel 2015 da Pietro Martani e Leonardo Ferragamo, figlio del capostipite della dinastia di calzaturieri Salvatore Ferragamo. Al fianco dei due fondatori, oltre a CFPSI, ci sono oggi numerosi soci privati. Nei sei mesi al 30 giugno 2019 Copernico aveva registrato ricavi per 12,15 milioni di euro (dai 9,44 milioni del primo semestre 2018), con un margine ebitda al lordo dei canoni di leasing positivo per 395 mila euro (da -1 milione). Copernico Holding aveva chiuso il 2018 con ricavi per 20,8 milioni di euro, un ebitda negativo di circa 2 milioni e un debito finanziario netto pari a 6,38 milioni.