E’ scontro ai vertici del vino italiano. Come reso noto da Masi Agricola spa, storico produttore dell’Amarone e unica cantina quotata in Borsa Italiana, l’azionista Red Circle Investment srl (detiene il 10%), che fa capo al patron di Diesel, Renzo Rosso, ha citato la società chiedendo due cose: l’annullamento della delibera con cui l’assemblea dei soci del 21 aprile scorso aveva approvato il bilancio 2022, e che il bilancio consolidato di Masi Agricola spa al 31 dicembre 2022 sia dichiarato non conforme alle norme che ne disciplinano i criteri di redazione (si veda qui il comunicato stampa).
L’azione legale promossa da Red Circle presso il tribunale di Venezia, viene ritenuta “infondata” dalla società di Sant’Ambrogio di Valpolicella che ha denunciato “una serie di spiacevoli comportamenti avviati da tempo da un gruppo operante, per di più, nel settore vitivinicolo”, implicitamente riferendosi a Rosso e alle sue partecipazioni nel settore, traspare fra le righe.
Rosso è da tempo un player importante nel mondo dell’enologia italiana avendo investito in importanti cantine tramite la stessa Red Circle e tramite Diesel Farm, la cantina fondata nel 1994 sulle colline di Marostica, in provincia di Vicenza, dove nascono il Rosso di Rosso, il Bianco di Rosso e il Nero di Rosso. A queste due realtà ne va aggiunta un’altra costituita lo scorso febbraio, Brave Wine Holding, entrata agli inizi del 2023 nel di capitale di Josetta Saffirio di Sara Vezza, cantina dell’Alta Langa che produce a Monforte D’Alba (Cuneo) alcuni tra i Barolo e Nebbiolo più pregiati del Paese. Nella holding confluiranno gli investimenti in vini di alta gamma e anche una partecipazione significativa del 40% in Benanti, una delle più pregiate cantine siciliane dell’area dell’Etna, rilevata lo scorso anno tramite la Red Circle Investments per 7,5 milioni di euro sulla base di un equity value di 18,8 milioni (si veda altro articolo di BeBeez).
Non è ancora chiaro se in Brave Wine confluirà anche il 10% di Masi ui si arrivò a marzo 2022 (si veda qui comunicato stampa), o se, come è sembrato nei mesi scorsi dopo le dimissioni di Rosso dal cda (si veda qui comunicato stampa), il patron di Diesel deciderà di dismettere le proprie quote. Quello che è più certo è che Masi ha in corso “doverosi accertamenti sugli amministratori espressione di Red Circle Investments, con particolare riferimento alle cariche dai medesimi ricoperte in società concorrenti”.
Con la bagarre legale che sembra inevitabile, è difficile pensare ad una possibile scalata aggressiva di Rosso nella cantina veronese, bloccata in termini di azionariato dalle quote paritetiche (24,5%) dei membri della famiglia Boscaini Sandro,Bruno e Mario. Il flottante sul mercato è pari all’11,5%, mentre il 5% fa capo alla Fondazione Enpaia. Ricordiamo che Rosso aveva rilevato il primo 5% di Masi nel 2020 dopo la discesa sotto la soglia del 5% da parte di Bac.co spa, veicolo del fondo Alcedo III, gestito da Alcedo sgr (si veda altro articolo di BeBeez). Il patron dei jeans Diesel era poi salito al 7,5% nel 2021 (si veda altro articolo di BeBeez).
Intanto la società vitivinicola ha chiuso il primo trimestre 2023 con ricavi pari a 17,4 milioni di euro, in calo dell’8,5% rispetto ai 19 milioni del gennaio-marzo 2022, ebitda pari a 3,0 milioni dai 4,7 milioni dello scorso anno, con indebitamento finanziario netto pari a 13,1 milioni (erano 7,7 milioni al 31 dicembre 2022). In merito al calo dei ricavi, la società vinicola ha fatto notare che i numeri del primo trimestre 2022 avevano conseguito “un eccezionale +38% rispetto al controperiodo, per effetto della ripresa dei consumi in horeca dopo la pandemia, e al contempo di uno straordinario e generalizzato re-stocking”, un fenomeno poi “rallentamento nel prosieguo dell’esercizio”.