M Stretch, holding di Manupackaging Group (nuovo nome del Gruppo Manuli Stretch controllato dal settembre scorso da Oxy Capital, si veda altro articolo di BeBeez), ha ceduto due impianti fotovoltaici su tetto in Italia a Italia T1 Roncolo, holding controllata indirettamente dal fondo Basalt Infrastructure Partners. Gli impianti sono situati in Lazio e Molise e hanno una potenza complessiva di circa 2 MW. M Stretch è stata assistita da RaffaelliSegreti, mentre Italia T1 Roncolo è stata seguita dal team energy di Rödl & Partner (si veda qui il comunicato stampa).
Italia T1 Roncolo è una piattaforma di aggregazione di impianti fotovoltaici operativi su piccola scala in Italia, con sede a Bolzano, controllata da Mareccio Energia. Quest’ultima è stata costituita con l’obiettivo iniziale di acquisire asset con una capacità di 100 MW e a sua volta fa capo a Basalt Infrastructure Partners LLP, fondo infrastrutturale londinese che gestisce asset per oltre 2 miliardi di dollari e conta 20 dipendenti. Nel settembre scorso Italia T1 Roncolo ha sottoscritto la prima tranche del closing per l’acquisto da TerniEnergia di 11 impianti fotovoltaici, per un valore di 10,3 milioni di euro. Nel giugno scorso Italia T1 Roncolo ha comprato da AEGA ASA e AEGA YIELDCO AS 7 spv, detentrici di 8 impianti fotovoltaici a terra, con una capacità produttiva complessiva di 8 MW e localizzati nel centro-nord Italia. La conclusione del deal è prevista entro la fine del 2019.
Manupackaging Group è leader mondiale nella produzione di imballaggi flessibili in polipropilene per uso industriale e distributore globale di packaging. Conta quattro stabilimenti produttivi in Germania, Brasile e Argentina attivi con una capacità produttiva di 150.000 tonnellate, 590 dipendenti e una capillare rete distributiva sul territorio europeo con sette filiali operative (UK, Russia, Polonia, Ungheria, Ucraina, Ungheria e Romania), che vedono quali destinatari finali oltre 15 mila clienti.
Nel 2018 sManupackaging Group si era trovata in una situazione di tensione finanziaria a causa di 55 milioni di euro di debiti verso il sistema bancario (posizione finanziaria netta di 47 milioni a fine 2017) a fronte di un ebitda consolidato di soli 9 milioni per 280 milioni di ricavi lo scorso anno. E’ stata salvata da Oxy Capital e Credito Fondiario nel settembre 2018. Il piano di rilancio previsto da Oxy prevede un riequilibrio del fatturato a favore delle produzioni a più alta marginalità, in modo tale da arrivare a fine piano con ricavi in linea con quelli del 2018, ma con un ebitda a quota 13,4 milioni (si veda altro articolo di BeBeez).