Il colosso aerospaziale francese Safran torna alla carica su Avio. O almeno su quello che resta del gruppo italiano in portafoglio al fondo Cinven (81%) e partecipato da Finmeccanica (14%) e dai manager, dopo che lo scorso dicembre all’offerta dei francesi per l’intera Avio era stata preferita quella di General Electric per le sole attività aeronautiche.
Safran ora si accontentebbe quindi delle attività di Avio nel settore spazio. Da tempo il gruppo italiano fornisce infatti i booster laterali per Ariane5, il lanciatore europeo di satelliti destinati a orbite geostazionarie, mentre poco più di un anno fa è stato inaugurato il lanciatore Vega, con il primo volo di test e qualifica partito dal Centro Spaziale Europeo di Kourou, in Guyana Francese. Vega è il vettore spaziale europeo progettato e realizzato da Avio per lanci di satelliti di piccole e medie dimensioni in orbita bassa.
Rispondendo a una domanda sul possibile interesse per gli asset nel corso di una conferenza stampa, ieri il ceo di Safran, Jean-Paul Herteman, ha risposto: «Sì, siamo stati partner con Avio Space per diversi decenni. Ci sono forti complementarità fra le nostre attività e le loro e potrebbe essere un’opportunità molto interessante». Tuttavia alla domanda se Safran abbia avviato trattative esplorative con Avio Herteman ha risposto: «Non ancora».
D’altra parte il closing della cessione delle attività aeronautiche a General Electric non sarà certo a breve, perché le tematiche di Antitrust internazionale sono complesse. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, la partita sulle attività spaziali si aprirà soltanto una volta conclusa l’operazione con General Electric, il che non accadrà prima di giugno. Quanto al valore degli asset in questione, si aggira sui 300-350 milioni di euro, ipotizzando un multiplo dell’ebitda analogo a quello applicato da General Electric per le attività aeronautiche. Le attività spaziali di Avio, infatti, nel 2012 hanno registrato ricavi per circa 285 milioni (dai 297 milioni del 2011) a fronte di un ebitda attorno ai 40 milioni (in linea con il 2011). In dicembre le attività aeronautiche erano state valutate invece 3,3 miliardi di euro da General Electric, cioè una cifra pari a 8,5 volte l’ebitda di circa 400 milioni stimato per il 2012, a fronte di ricavi di circa 2 miliardi di euro (dai circa 1,7 miliardi del 2011).