Matteo Arpe con la sua Sator nei giorni scorsi ha fatto un’offerta non vincolante per entrare con una quota di minoranza nella holding della famiglia Candiani, che controlla il 60% del capitale di Petrolvalves, gruppo specializzato nella produzione di valvole per oleodotti e gasdotti. Lo ha rivelato MF-Milano Finanza lo scorso 12 aprile, precisando che obiettivo di Arpe è quello di farsi promotore di un consolidamento nel settore, utilizzando Petrolvalves come piattaforma. E un primo obiettivo potrebbe essere Valvitalia, gruppo per il quale, come è noto, si è già aperto un formale processo di vendita, con Citi come advisor dell’asta.
L’occasione per Sator si è creata lo scorso agosto, dopo la morte del patron di Petrovalves, Mario Candiani, le cui figlie, senza ruoli operativi in azienda, si sono affidate ad Arpe per ragionare su cosa fare della loro quota. Contemporaneamente la famiglia Lualdi, altro socio storico in Petrovalves, al quale fa capo il restante 40%, tramite Esperia servizi fiduciari spa (gruppo Mediobanca), si è affidata alla consulenza di Piazzetta Cuccia. Sempre secondo quanto rivelato da MF-Milano Finanza, i Lualdi starebbero ragionando anche sull’ipotesi di fare un’offerta sul 60% in mano alle sorelle Candiani, magari affiancati da altri investitori. In ogni caso è difficile che la convivenza tra le due famiglie socie possa continuare.
Lo scorso 7 marzo, come risulta dal verbale di assemblea ordinaria di Petrolvalves, su consiglio dell’advisor Arpe, le sorelle Candiani hanno votato per la revoca del mandato al presidente Mario Lualdi e all’amministratore delegato Cesare De Amici. La revoca ha fatto a sua volta decadere l’intero consiglio di amministrazione, e contestualmente è stato nominato un nuovo board con Daniele Corradi presidente, che ha poi nominato come amministratore delegato Alberto Maria Foresti. Petrolvalves ha chiuso il 2011 con ricavi netti per 203,8 milioni di euro, in calo dai 214 milioni del 2010, e con un ebitda di 42,6 milioni, contro 79,8 milioni l’anno precedente. Nel 2012, però, le cose sono andate molto meglio, con un fatturato di 250 milioni e un ebitda di 55. E per quest’anno il budget prevede ricavi netti a 300 milioni per un ebitda di 70. Il tutto a fronte di una posizione finanziaria netta prevista positiva per più di 200 milioni.