Milan e Inter hanno fatto i conti senza la Sovrintendenza. Le due squadre il 26 settembre scorso hanno presentato i due progetti finalisti per il loro nuovo stadio, ma il 4 ottobre la responsabile dei Beni Culturali, Antonella Ranaldi, ha inviato questo parere a Palazzo Marino: “La demolizione non è l’unica opzione per il Meazza: valutate ipotesi alternative come l’adeguamento e la trasformazione dell’impianto”. Questo perché “un significato e un sentimento calcistico porta a far percepire lo stadio come un’icona dello sport” e soprattutto poiché il secondo anello della struttura, aggiunto negli anni Cinquanta, è da lei giudicato significativo da punto di vista architettonico.
Nel settembre scorso, il sindaco di Milano Giuseppe Sala, a margine dell’inaugurazione degli uffici Sperlari in Galleria Privata Pattari, aveva detto: “La mia posizione come sindaco e quindi della Giunta è che vogliamo sperare che si consideri anche l’ipotesi di recupero di San Siro. […] La proposta di acquistarlo l’ho pensata in un’ottica di intervenire su San Siro, non voglio sgravarmi di un problema. Non mi spingerei nemmeno a dire che il nuovo stadio debba essere di nostra proprietà: troveremo la formula più adatta per non penalizzare il Comune che, ripeto, non ci vuole guadagnare”. In caso di cessione, lo stadio potrebbe valere attorno ai 70 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez).
Riguardo il parere della Sovrintendenza, a margine di OnLife, il meeting organizzato da la Repubblica, Sala ha commentato: “Il parere è arrivato in modo un po’ inaspettato. E’ un altro elemento di riflessione e bisognerà ragionarci nei prossimi giorni”. Il sindaco ha anche chiesto a Milan e Inter “totale trasparenza, in modo tale che se i cittadini si convinceranno poi diventerà anche più facile per la politica prendere alcune vie. Ma ad oggi mi pare che la consapevolezza delle squadre è che sia impossibile ristrutturare San Siro. Ma non è una consapevolezza che è stata diffusa e spiegata ai cittadini”.
“Lo stadio Meazza, così com’è, non è non va più bene per due grandi squadre con grandi ambizioni. Siamo affezionati a San Siro ma ha fatto il suo tempo”, aveva dichiarato il presidente del Milan Paolo Scaroni, durante la presentazione dei progetti finalisti per il nuovo stadio San Siro lo scorso 26 settembre. E’ dello stesso avviso l’ad dell’Inter Alessandro Antonello: “San Siro non va più bene per ragioni di spazi, visibilità, comfort e mancanza di servizi idonei. Per ristrutturare San Siro avremmo dovuto demolire il primo anello, intervenire sul secondo e sul terzo e poi rifare tutto. Alla fine San Siro avrebbe perso la sua attuale identità, avremmo avuto problemi di capienza portandola sotto i 60mila, problemi di servizi nel lato delle tribune verdi e problemi di sicurezza. Per effettuare una ristrutturazione inoltre avremmo dovuto chiedere ai nostri tifosi di emigrare in stadi posti almeno a 100 km di distanza e con capienze inferiori, con grandi disagi a loro e a noi come squadra. In tutta Europa sono stati costruiti recentemente 24 stadi nuovi, in Italia uno. Abbiamo un gap incredibile da colmare”.
I progetti finalisti per il nuovo stadio, per un investimento da 1,2 miliardi di euro da parte delle squadre, sono due: Gli Anelli di Milano e La Cattedrale. Il primo, a firma di Manica-Sportium, che ha firmato le strutture di Cagliari e Padova, consiste in un ovale in cui si intravedono due anelli che si intersecano, a simboleggiare la volontà di Milan e Inter di portare avanti un progetto comune. Il secondo, realizzato dal gigante americano Populous, prevede uno stadio a forma di cattedrale, richiamando il Duomo e le sue guglie.
Milan e Inter dal luglio scorso sono alla ricerca di alleati nel mondo del real estate, in particolare sgr, ai quali affidare la gestione del fondo immobiliare nel quale dovrebbero confluire gli asset relativi al nuovo stadio milanese condiviso tra le due squadre (si veda altro articolo di BeBeez). In particolare, Milano Finanza ha riferito che il presidente del Milano Paolo Scaroni avrebbe sondato la disponibilità di Generali, di cui è stato consigliere di amministrazione, e di Hines, che di recente ha rilevato l’area dell’ex Trotto già di proprietà di Snai, adiacente lo stadio Meazza e si è detta pronta a investire 3 miliardi di euro a Milano entro il 2023 (si veda altro articolo di BeBeez).
Secondo indiscrezioni, il piano per lo stadio San Siro, in via di elaborazione, prevede la creazione di due newco (StadCo e RealCo) che avranno rispettivamente la funzione di realizzare l’impianto sportivo (dal piano che sta circolando tra le banche d’affari si fa riferimento al triennio 2020-2022) e gli altri interventi di natura immobiliare: un hotel di lusso, residenze e, soprattutto, un centro commerciale (le opere che dovrebbero essere definite nel periodo 2023-2025). Per quanto riguarda l’impianto sportivo, il fondo Elliott, proprietario del Milan dal luglio 2018 (si veda altro articolo di BeBeez), ha già dato la sua disponibilità a fornire supporto finanziario.