Amco (Asset Management Company, la ex SGA) ha archiviato il 2019 con asset deteriorati in gestione in crescita del 18%, a quota 23,8 miliardi di euro, di cui 10 miliardi di Utp e 13 miliardi di Npl, distribuiti su 120 mila controparti, di cui 30 mila corporate legate a Utp. Lo ha reso noto ieri la società, a valle dell’approvazione dei bilanci separato e consolidato relativi al 2019 (si vedano qui il comunicato stampa e qui la presentazione completa).
In particolare, l’aumento degli asset in gestione è stato dovuto alla cartolarizzazione di 297 milioni di Npe di Banca del Fucino nell’ottobre 2019 (si veda altro articolo di BeBeez); all’acquisto di 2,3 miliardi di Npl da Banca Carige (si veda altro articolo di BeBeez), cui potrebbero aggiungersi altri 500 milioni quest’anno; alla retrocessione di attivi high risk per 700 milioni in due tranche da parte di Intesa Sanpaolo tra maggio e ottobre 2019 (si veda altro articolo di BeBeez); e all’acquisto di mutui in sofferenza per 47 milioni di euro dall’Istituto di Credito Sportivo nel dicembre scorso (si veda altro articolo di BeBeez).
Nello stesso mese, Amco ha chiuso l’operazione Cuvèe, in cui insieme a Prelios ha creato un fondo multioriginator per gestire un portafoglio di Utp medio-piccoli a imprese del settore immobiliare in fase di ristrutturazione o difficoltà finanziaria. I crediti conferiti dalle banche del gruppo Mps, Ubi, Banco Bpm e da Amco a dicembre sono stati pari a circa 450 milioni; sono previste ulteriori fasi di conferimento con l’obiettivo di arrivare a 1,5 miliardi (si veda altro articolo di BeBeez).
Nel 2019 Amco ha registrato un utile netto di 39,9 milioni, in calo del 16,1% anno su anno per effetto di imposte straordinarie positive nel 2018. L’ebitda è aumentato del 49,3% anno su anno a raggiungendo quota 44,3 milioni, sostenuto da ricavi in salita del 48% nello stesso periodo. I ricavi sono incrementati del 48% a 86,6 miliardi, con un buon bilanciamento tra i ricavi da commissioni da servicing (55% del totale) e i ricavi da investimenti (45% del totale). “Il 2019 è stato per Amco il primo anno di piena operatività: siamo stati protagonisti di una rapida crescita del business, abbiamo completato il set-up operativo con una struttura innovativa che ci permetterà di crescere ulteriormente sfruttando economie di scala. La struttura di bilancio e gli indicatori patrimoniali sono molto solidi, pronti per un’ulteriore crescita nel 2020”, ha commentato Marina Natale, amministratore delegato di Amco.
Contestualmente, ieri la società ha reso noto di aver comprato in blocco Npl secured per 177 milioni di euro da Credito Valtellinese (CreVal), al termine di una gara. Il portafoglio è composto da 1.600 posizioni, in gran parte corporate. Amco è stata assistita nell’operazione dall’advisor legale Gianni Origoni, Grippo, Cappelli & Partners (si veda qui il comunicato stampa). Amco ha comunicato di aver presentato anche un’offerta per un portafoglio di Npl (60%) e Utp (40%), originato da una banca locale, per un valore di 33 milioni di euro (per circa 200 controparti).
Amco è una full-service credit management company, interamente partecipata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. E’ uno dei principali operatori nella gestione degli Npe in Italia. La società presiede l’intero processo di gestione dei crediti deteriorati, con un modello di fully integrated servicing, anche con il coinvolgimento di partner terzi specializzati. La società conta su 233 risorse dislocate in 3 sedi in Italia: Milano, Napoli e Vicenza. A queste si aggiunge una sede in Romania.