Intesa Sanpaolo ha ceduto Npl per un valore lordo di 553 milioni di euro a Banca Ifis (si veda qui il comunicato stampa). Il portafoglio è composto da circa 65 mila crediti vantati verso debitori appartenenti al segmento consumer e, nello specifico, derivanti prevalentemente da contratti di prestito personale (90%), prestito auto e prestito finalizzato (10%).
Il gruppo Intesa Sanpaolo aveva chiuso i 9 mesi 2020 al 30 settembre con 29 miliardi di euro di crediti deteriorati a bilancio (35,6 miliardi includendo anche UBI Banca) dai 29,9 miliardi di euro di fine giugno, per un NPE lordo del 6,9% (7% con UBI Banca) e un NPE netto del 3,3% (3,5% con UBI). Nel dettaglio, del totale di crediti deteriorati lordi, 17 miliardi sono sofferenze (20,4 miliardi con UBI Banca), 11 miliardi sono Utp (14,2 miliardi con UBI Banca) e 900 milioni sono crediti scaduti (un miliardo con UBI Banca) (si veda qui la presentazione dei risultati dei 9 mesi 2020).
“Grazie a questa nuova e importante operazione, Banca Ifis raggiunge i 2,2 miliardi di euro in termini di acquisti complessivi di crediti non performing da inizio anno, confermandosi partner strategico del sistema bancario italiano. I crediti deteriorati acquistati in questi mesi pongono solide basi per la redditività presente e futura del nostro Gruppo. I risultati dell’attività di recupero infatti, nonostante il complesso contesto di mercato, si confermano a oggi sostanzialmente in linea con il 2019. Stiamo attualmente partecipando ad altri processi di vendita e siamo fiduciosi sul fine anno”, ha spiegato Katia Mariotti, responsabile Direzione Centrale Npl di Banca Ifis. Al 30 ottobre 2020 il portafoglio di proprietà del Gruppo Banca Ifis ammontava a 19,1 miliardi di euro di valore nominale, a cui si aggiungono 4,5 miliardi di euro in gestione conto terzi per un totale complessivo di 23,6 miliardi di euro di valore nominale.
Banca Ifis la scorsa settimana ha reso noti i risultati dei 9 mesi 2020 (si veda qui il comunicato stampa), che si sono chiusi con: un utile di 52,3 milioni di euro (in discesa dagli 84 milioni dello stesso periodo del 2019); un margine di intermediazione di 321,7 milioni (-17,8% rispetto allo stesso periodo del 2019). In particolare, l’utile del settore Npl è stato pari a 12,8 milioni; quello del settore governance e servizi non core si è attestato a 5,3 milioni e quello del settore commercial e corporate banking ammontava a 34,4 milioni. La raccolta di Banca Ifis è stata di 9.152,9 milioni: +8,1% dal 2019. L’istituto di credito ha deciso di attenersi alla raccomandazione di Banca d’Italia sui dividendi, da non distribuire fino al primo gennaio 2021.
“I risultati dei primi nove mesi del 2020 hanno confermato la capacità di resilienza della banca anche in momenti di grande difficoltà come quello della pandemia da Covid-19 e dimostrato la solidità del modello di business, che è ben posizionato in nicchie di mercato profittevoli. Nonostante un contesto macroeconomico senza precedenti, in una situazione di generale sfiducia e incertezza, Banca Ifis ha chiuso i primi nove mesi del 2020 con un utile di 52,3 milioni di euro raggiungendo le guidance definite per l’anno in corso. Tutti i trimestri sono stati profittevoli nonostante rettifiche e svalutazioni ragionevolmente riconducibili alla situazione legata alla pandemia di Covid-19 per circa 47,9 milioni di euro nei primi nove mesi dell’anno. Sul mercato Npl abbiamo confermato la nostra leadership nell’asset unsecured small ticket con l’aggiudicazione di grandi e piccoli deal che nei primi 10 mesi dell’anno ci hanno fatto acquisire 1,7 miliardi di euro di crediti non performing in valore nominale e che contribuiranno alla profittabilità del Gruppo per i prossimi anni. Attualmente stiamo partecipando ad altri processi di vendita per un totale di circa 2,4 miliardi di euro di Npl. Nei primi nove mesi dell’anno, in un contesto di mercato molto difficile, i recuperi di cassa sono in linea con il 2019″, ha concluso Luciano Colombini, amministratore delegato di Banca Ifis.