Mps ha venduto a fine dicembre 2019 1,8 miliardi di euro di Npl, di cui 1,6 miliardi a Illimity (si vedano qui il comunicato stampa di Mps e qui quello di Illimity). In particolare, a Illimity sono stati ceduti Npl prevalentemente corporate unsecured, mentre i restanti 200 milioni di crediti sono Utp sempre per la maggior parte corporate, ma in questo caso secured.
Per Illimity, si tratta della maggiore acquisizione di Npl conclusa in termini di valore lordo. Andrea Clamer, responsabile divisione Npl Investment & Servicing di Illimity, ha dichiarato: “Con questa nuova importante operazione, il valore nominale lordo dei crediti distressed acquisiti da Illimity raggiunge i 5,5 miliardi di euro. Continueremo a lavorare in questa direzione cogliendo le significative opportunità offerte da una robusta pipeline”.
Ricordiamo che Monte dei Paschi di Siena aveva già venduto a Illimity crediti deteriorati per 700 milioni di euro nell’agosto 2019 (si veda altro articolo di BeBeez). Ricordiamo inoltre che AMCO dovrebbe acquisire da Mps un portafoglio di Utp fino a 10 miliardi di euro (si veda altro articolo di BeBeez).
A fine settembre Mps era ancora la banca con l’NPE ratio lordo più alti tra i sette principali gruppi italiani con un rapporto del 14,64%(seppur in netto calo dal 16,3% di fine giugno) e un NPL ratio lordo (sofferenze/totale crediti) dell’8,18% (anche questo in calo dall’8,51% di giugno), contro una media delle sette banche dell’8,95% (da 9,93% a fine giugno) per l’NPE lordo e del 4,71% (da 5,34%) per l’NPL lordo (per i dettagli sulla qualità del credito delle sette banche a confronto a fine settembre, gli abbonati a BeBeez News Premium possono leggere qui l’Insight View di BeBeez, scopri qui come abbonarti a soli 20 euro al mese).
Con l’ultima operazione conclusa a fine 2019, Mps ha ceduto nel 2019 circa 3,8 miliardi di euro Npe, portando il suo Npl ratio pro-forma lordo al 12,5%, battendo con 2 anni di anticipo l’obiettivo del 12,9% previsto dal piano di ristrutturazione a fine 2021. La conclusione di questi accordi, pertanto, rappresenta un ulteriore e significativo passo avanti nel processo di accelerazione del derisking previsto dal piano di ristrutturazione 2017-2021 e nel rispetto degli impegni presi con la Commissione Europea.