Sono state addirittura 160 le operazioni di cessione di portafogli di Npl italiani condotte nel 2016 (di cui 119 già completate) per un controvalore complessivo lordo di 23,9 miliardi di euro, in lieve crescita dal 2015. Lo ha calcolato l’Osservatorio Nazionale Npl Market di Credit Village, che ha censito tutte le operazioni realmente effettuate (e non soltanto annunciate) sul mercato italiano e che ha sottolineato il fatto che circa la metà del controvalore (11,3 miliardi) riguarda operazioni avvenute sul mercato secondario. Gli Npl venduti sul primo mercato ammontano quindi a 12,6 miliardi.
Secondo Credit Village, i soggetti che più hanno ceduto Npl nel 2016 sul mercato primario sono state le banche con il 75% delle transazioni. Il 16% è arrivato dalle società finanziarie di credito al consumo e automotive, mentre il restante 9% proviene dal mondo utility e tlc. Oltre la metà delle operazioni, ben 61 su 119, sono state condotte attraverso la costituzione di spv di cartolarizzazione. Le altre operazioni sono state effettuate da intermediari finanziari e banche. Una parte minima delle acquisizioni in termini di valore, infine, è stata effettuata da società di recupero crediti, alle quali la recente riforma sugli intermediari finanziari ha aperto la possibilità di comprare crediti in sofferenza, anche se con una serie di limitazioni.
Le operazioni annunciate nel 2016, invece, secondo i calcoli di PwC sono state 38 per un controvalore complessivo di 13,8 miliardi di euro. Il database di BeBeez ne ha censite invece 39 per 12,5 miliardi, mentre da inizio anno se ne sono contate 14 per un controvalore complessivo di 6,1 miliardi (scarica qui la tabella con le operazioni). Il tutto, quindi, a indicare quanto ancora sia poco trasparente il mercato degli Npl in Italia.