Nel giorno in cui il Fondo di garanzia delle pmi diventa operativo nella sua attività di garanzia di minibond e portafogli di minibond (si veda altro articolo di BeBeez), il Fondo Europei degli Investimenti si dimostra più concorrenziale.
Se proprio a partire da oggi, infatti, è possibile presentare richieste sul Fondo di Garanzia relative ai minibond, è pure di oggi la notizia, riferita da MF-Milano Finanza, che Anthilia Capital Partners sgr ha ottenuto dal Fei una linea di credito da 50 milioni a garanzia sia di singole emissioni di minibond sottoscritte dal suo fondo sia di portafogli di minibond.
“Dopo una accurata due diligence sull’sgr, sulla struttura del fondo, del team di investimento e delle procedure, nei giorni scorsi il Fei ci ha concesso una linea di credito di ammontare massimo di 50 a fronte del pagamento di una commissione pari allo 0,25% all’anno del l’importo garantito”, ha spiegato Giovanni Landi, senior partner di Anthilia sgr, precisando che “in questo modo il fondo si garantisce dall’eventuale default degli emittenti mentre gli emittenti per minibond a 5-7 anni risparmiano sulla cedola pagata una media 75 punti base all’anno”.
Landi ha anche spiegato che “la garanzia può coprire al massimo il 50% dell’importo sottoscritto dal fondo per un valore assoluto massimo di 5 milioni per emissione e per un rating minimo di BB- per singola emissione (con l’eccezione di un’emissione con rating B- nel caso della richiesta di una garanzia per un portafoglio). Ci sono poi limiti di concentrazione provinciale (30%) e settoriale (20%) in relazione agli emittenti di bond in portafoglio per i quali si chiede la garanzia. Infine il fondo deve mantenere in portafoglio un rischio minimo pari al 50% del valore di ogni singola emissione”.
Per contro, la commissione di garanzia richiesta dal Fondo di garanzia pmi italiano è una percentuale una tantum dell’1%, che quindi diventa conveniente per i fondi su portafogli a scadenza superiore ai 4 anni. Detto questo, la garanzia dello strumento italiano può essere concessa per i portafogli soltanto a condizione che le singole operazioni di sottoscrizione di minibond che compongono il portafoglio siano, ciascuna, di importo non superiore al 3% del valore nominale complessivo dei titoli che compongono il portafoglio di mini bond. Una limitazione, questa, che impone al fondo di avere un portafoglio fortemente diversificato, il che è certo un bene in termini di riduzione del rischio. Tuttavia, visto che a oggi spesso le singole emissioni di minibond, in media del valore di 5-10 milioni di euro ciascuno, vengono sottoscritte da pochi investitori, a volte da uno solo, risulterà difficile per molti fondi ottenere quella garanzia.
Il Decreto interministeriale Tesoro-Ministero dello Sviluppo dello scorso 5 giugno, e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 26 luglio (scarica qui il testo del Decreto).precisa infatti che il valore nominale complessivo dei titoli che compongono il portafoglio di mini bond, ai fini dell’accesso alla garanzia del Fondo non può essere inferiore a 50 milioni né superiore ai 300 milioni, il che significa che nel caso di un portafoglio da 50 milioni il valore massimo per ciascun bond in portafoglio deve essere di 1,5 milioni
Infine, la garanzia del Fondo può essere concessa a fronte della singola operazione di sottoscrizione di mini bond, fino al 50% del valore nominale del mini bond sottoscritto, nel caso di struttura amortizing e fino al 30% nel caso di rimborso unico a scadenza.