Anthilia Capital Partners sgr ha annunciato ieri il primo closing a quota 145 milioni di euro del nuovo fondo di private debt Anthilia BIT 3, che ha un target di raccolta complessivo di 300 milioni (si veda qui il comunicato stampa). Ad affiancare Anthilia sgr nella strutturazione e collocamento del fondo con il ruolo di arranger è stata Banca Akros (gruppo Banco Bpm), che già aveva affiancato l’sgr per la strutturazione del primo fondo.
Il vicepresidente esecutivo di Anthilia, Giovanni Landi, aveva anticipato a BeBeez lo scorso aprile che l’sgr aveva lanciato la raccolta del nuovo fondo e già raggiunto allora quota 100 milioni di euro di impegni (si veda altro articolo di BeBeez). Ieri Landi ha detto che a inizio 2019 è prevista la sottoscrizione del fondo da parte di un investitore sovranazionale che ha già affiancato i fondi precedenti con la garanzia prevista dal programma InnovFin SME Guarantee. Il che significa, evidentemente, che il nuovo investitore sarà il Fondo Europeo per gli Investimenti. A valle di questa nuova sottoscrizione, ha detto ancora Landi, la raccolta si avvicinerà ai 200 milioni. Anthilia sgr e il team di gestione del fondo investiranno direttamente nel nuovo veicolo un totale di 5 milioni di euro.
I due fondi precedenti, Anthilia Bond Impresa e Territorio (BIT) e Anthilia BIT Parallel Fund, sono infatti ormai quasi completamente investiti. Nel complesso, infatti, i due fondi hanno raccolto circa 225 milioni di euro (194 milioni BIT e 30,3 milioni BIT Parallel) e hanno condotto 41 investimenti su bond di 27 emittenti, mentre ne sono già stati deliberati altri due per arrivare quindi a un totale di 29 entro fine anno, per un totale appunto di 225 milioni, ha spiegato ieri l’investment manager e responsabile del team di investimento, Barbara Ellero.
Ellero ha aggiunto che quelle aziende emittenti hanno in realtà emesso minibond per 360 milioni, che, oltre che dai fond idi Anthilia, sono state sottoscritte anche da altri investitori. In particolare, infatti, il regolamento del primo fondo prevedeva per gli investitori l’obbligo di coinvestimento per un minimo del 10% del valore delle emissioni originate dagli stessi investitori, ma in alcuni casi il coinvestimento è stato di dimensioni anche molto superiori. Lo stesso tipo di accordo è stato condiviso anche dagli investitori di questo terzo fondo.
Il nuovo fondo ha un target di rendimento lordo del 6-7% e investirà in bond di aziende con ricavi compresi tra i 20 e i 200 milioni di euro di ricavi, un ebitda maggiore del 5% e un rapporto tra debito finanziario netto ed ebitda inferiore a 4 volte, con un limite di concentrazione del 10% per singolo emittente e del 20% per singolo settore.
A differenza dei primi due fondi, Anthilia BIT potrà investire anche sino al 20% della propria dotazione in note derivanti dalla cartolarizzazione di fatture commerciali trattate sulle piattaforme fintech, con un massimo del 10% per ciascun soggetto cedente. Anthilia sgr aveva sinora già investito direttamente in questo tipo di asset, acquisendo note di cartolarizzazione delle fatture trattate sulla piattaforma fintech Credimi (si veda altro articolo di BeBeez), ma d’ora in poi questo tipo di acquisti passerà appunto per il fondo BIT. Il fondo non potrà invece acquistare direttamente le fatture, perchè non è stata chiesta l’autorizzazione a Banca d’Italia per condurre anche l’attività di direct lending puro.
Altre novità riguardano le management fee, che sono diminuite del 15% rispetto ai fondi precedenti, e il fatto che è previsto un calcolo del NAV del fondo su base settimanale, per facilitare quindi l’investimento nel fondo da parte di asset manager di fondi aperti, che a oggi rappresentano circa il 4% degli investitori del nuovo fondo, e dei fondi pensione e casse di previdenza, che rappresentano già oggi ben il 28% (si veda qui il teaser del fondo).