Ha preso finalmente corpo la struttura dell’operazione sui crediti deteriorati (ma non in sofferenza) in portafoglio a Unicredit e Intesa Sanpaolo, organizzata insieme al colosso del private equity Usa Kkr e ad Alvarez&Marsal.
In una nota congiunta diffusa lo scorso venerdì (scarica qui il comunicato stampa) le due banche hanno infatti comunicato che il Consiglio di Gestione di Intesa Sanpaolo nella sua riunione del 17 marzo scorso e il Consiglio di Amministrazione di UniCredit nella riunione del 9 aprile hanno deliberato infatti la partecipazione al progetto con Kkr e Alvarez & Marsal, dando delega alle funzioni aziendali competenti per la definizione finale dello schema, delle condizioni economiche, dei documenti contrattuali, nonché della selezione del portafoglio oggetto di tale schema.
La nota precisa che verrà costituita una società di cartolarizzazione (sulla base della legge 130/1999) che sarà a sua volta controllato da una newco, il cui socio di controllo sarà Kkr. All’spv saranno trasferite alcune posizioni di credito a medio-lungo termine determinate dalle due banche, mentre alcune partecipazioni al capitale sociale e strumenti finanziari partecipativi in porrtafoglio alle due banche saranno acquisiti dalla spa. Crediti e partecipazioni si riferiranno ad alcune imprese debitrici non quotate ritenute suscettibili di valorizzazione mediante ristrutturazione finanziaria e industriale per un ammontare nominale complessivo che si ipotizza intorno a un miliardo di euro.
Come già riferito da MF-Milano Finanza lo scorso dicembre (si veda altro articolo di BeBeez), oggi è già stata identificata una decina di posizioni di credito comuni ai due gruppi bancari verso altrettante aziende. A tali posizioni altre dovrebbero aggiungersene nel corso del 2015. Si tratta di posizioni nelle quali i crediti in portafoglio alle due banche rappresentano almeno il 45-50% dell’esposizione complessive del sistema bancario nei confronti delle rispettive aziende debitrici.
A fronte di tale trasferimento le banche riceveranno titoli con un livello di seniority diversificato emessi dall’spv ed eventuali strumenti finanziari partecipativi, emessi dalla spa. La gestione operativa delle società coinvolte nella struttura, sotto il controllo di Kkr che assicurerà anche le risorse necessarie per adeguati interventi di nuova finanza, farà capo a un management indipendente e caratterizzato da significative esperienze nel settore del restructuring e del turnaround, che potrà godere del supporto di Alvarez & Marsal, il quale svolgerà le funzioni di preferred asset manager advisor.
“I possibili riflessi sui bilanci delle Banche degli effetti dell’avvio del progetto e dello sviluppo dei processi di ristrutturazione, così come i riflessi di carattere prudenziale, sono ancora oggetto di esame e confronto con le autorità competenti”, si legge nella nota. Tutta l’operazione, in teoria, si dovrebbe infatti tradurre in un miglioramento dei ratio patrimoniali delle due banche, se Banca d’Italia dovesse ritenere che il rischio di credito delle notes sia inferiore a quello associato ai rispettivi crediti originari delle due banche verso le aziende debitrici.
Il rischio di credito, infatti, teoricamente dovrebbe migliorare, visto che le aziende debitrici potrebbero essere ricapitalizzate per seguire un nuovo adeguato piano di ristrutturazione industriale e finanziaria. Tuttavia, come noto, se anche un creditore possedesse il 100% dei crediti di un’azienda, non può decidere di convertire autonomamente il proprio credito in equity, senza passare dal voto dell’assemblea straordinaria degli azionisti, a meno che quel credito non sia garantito da pegno sulle azioni.