I primi project bond italiani sbarcano sull’ExtraMot Pro di Borsa Italiana. SI tratta di due bond senior secured emessi da Antin Solar Investments spa, veicolo specializzato nella costruzione di impianti fotovoltaici in Italia, controllato dal gestore paneuropeo di fondi infrastrutturali Antin Infrastructure Partners (scarica qui il comunicato stampa), fondato nel 2007 grazie al supporto di Bnp Paribas.
I bond sono stati emessi per 85 milioni di euro in due tranche, entrambe a scadenza 14 anni e con struttura amortizing (cioè con rimborso rateale del capitale). Una tranche da 20 milioni è a tasso fisso e paga una cedola del 3,552%, mentre l’altra tranche da 65 milioni è a tasso variabile e paga una cedola pari al tasso euribor a sei mesi più 335 punti base.
I bond sono stati emessi contemporaneamente a un finanziamento da 80 milioni di euro. E l’operazione comprende anche una linea di circolante e una linea a copertura Iva.
L’operazione è stata finanziata da tre società del gruppo assicurativo francese Aviva (due delle quali italiane) e da SCOR Global Investments, la divisione di asset management del colosso francese delle riassicurazioni SCOR Group.
Unica arranger del finanziamento e del collocamento dei bond è stata Natixis, che ha anche erogato le nuove linee di credito insieme a Ubi Banca. Natixis è stata supportata nel deal dai legali di Ashurst , mentre Antin Solar è stata supportata dallo studio Gianni Origoni Grippo Cappelli & Partners.
Antin Solar è controllata al 96,78% da Antin Infrastructure Services Luxembourg sarl e partecipata per il restante 3,22% da Esperia Servizi Fiduciari spa per conto dei manager Umberto Tamburrino, Federica Gallina e Maria Grazia Paruscio.
Fondata nel 2011, Antin Solar a oggi ha sviluppato impianti per una capacità complessiva di 77MW. Come spiegato nel Documento di ammissione (scarica qui il Documento), Antin Solar utilizzerà i proventi dell’emissione per rifinanziare le linee di credito esistenti a favore di ciascun veicolo che ha sviluppato sette impianti fotovoltaici (Apulia 18 srl, Aprilia Solar srl, BS Solar srl, Erika Eolia srl, Matos srl, PN Solar srl e Pontinia srl).
L’operazione si è avvalsa delle norme introdotte dal governo nell’ultimo paio d’anni a vantaggio dell’emissione di project bond, di pari passo con quelle introdotte per l’emissione di titoli di debito da parte di società non quotate o minibond (si veda altro articolo di BeBeez).
Già il decreto Crescita del giugno 2012 (scarica qui il testo del Decreto 22 giugno 2012, n. 83, ccoordinato con la legge di conversione 7 agosto 2012, n. 134) , che ha reso fiscalmente convenienti le emissioni obbligazionarie delle società non quotate alla stessa stregua di quelle emesse dalle quotate, oltre a lanciare il mercato dei mini-bond aveva infatti aperto la strada ai project bond. Tuttavia erano rimaste in vigore alcune norme che di fatto li bloccavano. Il Decreto Sblocca Italia dello scorso settembre ha quindi provveduto a eliminare gli ostacoli residui (scarica qui il testo del Decreto 12 settembre 2014 n. 133 convertito con modifiche dalla Legge 11 novembre 2014, n. 164).
Per esempio, avevano spiegato a MF-Milano FInanza, lo scorso 20 settembre Antonio Guadagnino, head of debt capital markets corporate di Société Générale e Massimiliano Battisti, responsabile del team Project Finance in Italia della banca: “L’attuale governo è stato molto ricettivo nell’eliminare l’obbligo di registrazione nominativa dei possessori di quei bond, con la conseguenza di renderli molto più liquidi così come accade già per tutti gli altri prestiti obbligazionari. Sinora, invece, andava tenuto un registro degli obbligazionisti, dove annotare qualunque cambio di proprietà del titolo”.
Il problema poteva venire superato ricorrendo alla cartolarizzazione, ma in quel modo si doveva aggiungere un ulteriore passaggio all’operazione. Per chiudere il cerchio, sempre l’articolo 13 del nuovo decreto ha introdotto la figura del security trustee, cioè di un rappresentante degli obbligazionisti a favore del quale possono essere iscritte tutte le garanzie relative al bond, in modo tale da non dover tenere un registro delle garanzie per ciascun obbligazionista come era necessario in precedenza.
C’è poi la novità del privilegio generale: l’ultimo decreto Crescita, infatti, aveva previsto che anche i beni strumentali possano essere dati a garanzia a fronte dell’emissione di un’obbligazione, mentre ciò era stato possibile sino a quel momento solo a fronte di un prestito bancario (privilegio speciale). Ora il nuovo decreto amplia il concetto e prevede che anche per gli obbligazionisti valga il privilegio generale, che si esercita cioè su tutti i beni del debitore, sinora invece appannaggio delle sole banche.
È stato inoltre chiarito che possono rientrare nel privilegio generale, e che quindi costituiscono una garanzia per gli obbligazionisti, anche i crediti futuri che il concessionario ha nei confronti del concedente se la concessione dell’opera venisse risolta e i crediti venissero rimborsati con un valore di indennizzo. Infine è stato eliminato il limite massimo di tre anni per godere dei benefici fiscali assegnati ai project bond emessi da società non quotate.