Il gruppo Moby ha chiuso il 2016 con ricavi in calo a 538,3 milioni dai 609 milioni del 2015 e con un ebitda rettificato in discesa a 122,2 milioni dai precedenti 164,4 milioni, ma la redditività è rimasta comunque sufficientemente elevata per mantenere in sicurezza il rapporto tra debito finazniario netto ed ebitda e quindi per rispettare i covenant finanziari.
Lo scrive oggi MF Milano Finanza, riferendo i contenuti della conference call sui dati di bilancio 2016 presentati ieri agli investitori del bond da 300 milioni di euro quotato alla Borsa del Lussemburgo.
Il management del gruppo armatoriale al quale fa capo anche Tirrenia-Cin e controllato dalla famiglia Onorato, ha quindi ampiamente mantenuto la promessa fatta agli investitori nei mesi scorsi, quando aveva assicurato che il rapporto tra posizione finanziaria netta ed ebitda si sarebbe mantenuto al di sotto delle 4,4 volte a fine anno: il rapporto in questione è infatti stato di 4,15 volte, a fronte di un debito finanziario netto di 507,9 milioni di euro, pur in aumento dai 460,5 milioni dello scorso fine settembre.
Gli investitori hanno dimostrato di apprezzare il risultato e il bond, infatti, si è apprezzato ieri sino a sfiorare i 102 centesimi, proseguendo su un trend positivo di recupero dai minimi toccati lo scorso novembre, a seguito della brutta semestrale. L’exploit di redditività del terzo trimestre, invece, aveva rincuorato gli investitori, riportando in alto le quotazioni del titolo. Il terzo trimestre peraltro è da sempre il periodo più ricco dell’anno per Moby, visto che il gruppo di traghetti, capitalizza la grande attività derivante dal turismo estivo.
Per contro, il quarto trimestre è stagionalmente il peggiore e non a caso in occasione dell’ultima trimestrale il management aveva previsto un ebitda negativo negli ultimi tre mesi dell’anno che avrebbe portato l’ebitda annuale intorno ai 120 milioni, in calo rispetto ai 129,4 milioni registrati nei nove mesi. L’ebitda del trimestre è stato, infatti, negativo per 7,3 milioni dopo i 100,2 milioni di euro di ebitda positivo nel terzo trimestre. In ogni caso, a livello annuale, il gruppo è riuscito a mantenere una redditività del 22.7%.
Per ottenere questo risultato un importante contributo (ben 59 mln) lo ha dato la politica di ottimizzazione del circolante e in particolare la ridiscussione di tempistiche e metodi di pagamento dei fornitori: i debiti verso fornitori sono così passati da circa 70 milioni a fine 2015 a 129 milioni a fine 2016.
Le strategie di sviluppo del business, restano fondamentalmente due: l’ampliamento del range geografico dell’attività, che via via si è allargata dalla sola Italia al Baltico e al sud del Mediterraneo; e lo sviluppo del supporto a terra, con acquisizioni di quote di controllo di terminal traghetti. Per esempio, di recente il consorzio di cui fa parte Moby ha vinto la gara per il 66% di Porto Livorno 2000, la società che amministra il terminal, la stazione marittima, i servizi informativi, i parcheggi e il trasporto passeggeri all’interno dello scalo livornese.
Intanto non ci sono ancora novità sul fronte dell’indagine da parte della Commissione Ue sui contributi pubblici dati alle società dell’ex Gruppo Tirrenia (oltre 400 milioni di euro configurabili come aiuti di Stato) dagli anni ’90 al 2011 e di cui la Commissione potrebbe imporre il recupero. In attesa dell’esito dell’indagine, un anno fa Moby aveva deciso di non pagare la prima rata da 55 milioni di euro del saldo dovuto per l’acquisizione del 60% di Tirrenia-Cin che ancora non era suo.
La compagnia era stata valutata 376,9 milioni di euro di cui 197 milioni di componente fissa e il resto variabile. Dei 197 milioni, Moby aveva pagato 135 milioni al closing dell’operazione nel luglio 2012 mentre ha saldato i restanti 62 milioni nel febbraio 2016, in occasione del rifinanziamento del debito. I restanti 180 milioni dovrebbero essere pagati in tre rate, senza interessi, correlate a una serie di condizioni. La prima rata da 55 milioni andava pagata nell’aprile 2016, mentre la seconda da 60 milioni è fissata per l’aprile 2019 e la terza da 65 milioni nell’aprile 2021.