Sono aumentati raccolta, operazioni e rimborsi del private debt in Italia. Ma parallelamente, sono scesi gli investimenti. Lo rilevano i dati di Aifi e Deloitte relativi al primo semestre 2020, presentati ieri in occasione della terza edizione dei Private Debt Awards (si vedano qui il comunicato stampa e qui la presentazione completa). Nel dettaglio, nel primo semestre del 2020 sono stati raccolti sul mercato del private debt 195 milioni di euro: in crescita del 10% rispetto ai 178 del primo semestre 2019. Guardando alla provenienza geografica, nel primo semestre dell’anno, si vede una componente estera pari al 51%. I rimborsi sono stati 118, per un ammontare di 191 milioni. L’89% dei rimborsi ha seguito il piano di ammortamento.
Le operazioni sono salite del 34% a 138, distribuite su 22 aziende target (+22%). Tuttavia, sono scesi del 21% gli investimenti, attestandosi a 423 milioni. Gli operatori attivi nel semestre sono stati 19, di cui 15 hanno investito. Per Anna Gervasoni, direttrice di Aifi ha auspicato “un mercato più grande per il private debt perché le imprese sono tante, oltre a un maggior numero di operatori internazionali sul mercato.
Nella realtà, il mercato del private debt è già più grande se si considerano anche operazioni di debito più strutturate e gli investimenti di operatori diversi da quelli costituiti dai soli fondi di private debt. Il Report di BeBeez sui primi otto mesi del 2020 ha calcolato deal per oltre 8,4 miliardi di euro (disponibile per gli abbonati a BeBeez News Premium e BeBeez Private Data, scopri qui come abbonarti), considerando direct lending, acquisti di crediti corporate e cartolarizzazioni di crediti verso pmi e ancora al netto del direct lending che passa attraverso le piattaforme fintech, al quale dedicherà un report ad hoc. Detto questo, è vero che i fondi di private debt italiani sono ancora davvero molto pochi rispetto alle potenzialità del mercato.
Per quanto riguarda le caratteristiche delle operazioni, la durata media è di 4 anni e 10 mesi mentre sulle dimensioni delle sottoscrizioni, il 97% dei casi ha riguardato operazioni con un taglio medio inferiore ai 10 milioni di euro. Il tasso d’interesse medio è stato pari al 3,8%. A livello geografico, la prima regione resta la Lombardia, con il 24% del numero di operazioni realizzate in Italia, seguita dal Lazio con il 14% e dall’Emilia Romagna con il 12%.
Per quanto riguarda le aziende target, al primo posto con il 27% degli investimenti troviamo i beni e servizi industriali; seguono Ict, manifatturiero e alimentare, con il 16%. A livello di dimensione delle target, il 54% degli investimenti ha riguardato imprese con meno di 50 milioni di fatturato. La motivazione più gettonata dietro la richiesta di private debt è lo sviluppo aziendale. Gervasoni ha poi ricordato i risultati di una indagine condotta da Aifi sui fondi di private debt e presentata a inizio settembre (si veda altro articolo di BeBeez).
Dallo studio è emerso che post-coronavirus, il 79% di essi sta rinegoziando i covenant e allungato scadenza dei rimborsi verso le società target. Per i prossimi mesi, i fondi di private debt di aspettano di fare gestione di portafoglio e fundraising. Gli operatori non avvertono un grande impatto del coronavirus sulle probabilità di fallimento delle target
“L’incremento degli investimenti denota l’importanza del settore che in questo periodo di emergenza necessita di operatori che diano fiducia alle imprese e iniettino debito buono, finalizzato al consolidamento e alla crescita. Nei prossimi mesi questo andamento potrebbe portare a un impegno ancora maggiore da parte dei fondi di private debt che, attraverso la loro attività, potrebbero ben supportare la crisi momentanea della imprenditoria italiana”, prevede Innocenzo Cipolletta, presidente di Aifi.
A livello mondiale, nel primo semestre 2020 è avvenuto un atteso calo delle transazioni che coinvolgono private debt. La maggior parte dei deal di direct lending è stata chiusa in Gran Bretagna e Francia, ha evidenziato Andrea Azzolini, direttore di Deloitte Corporate Finance Debt Advisory. Anna Gervasoni, direttrice di Aifi, ha evidenziato che a livello mondiale si sta impiegando sempre di più il venture debt e che in 10 anni lo shadow banking è cresciuto parecchio rispetto all’attività bancaria, sia in Europa che soprattutto in Usa.
Al termine della presentazione degli ultimi dati sul private debt, sono stati premiati i vincitori dei Private Debt Awards, promossi da Aifi e Deloitte, in collaborazione con Economy e de Il Sole 24 Ore (si veda qui il comunicato stampa):
per la categoria operazione conclusa – sviluppo: Mediobanca sgr per l’operazione Global Display Solutions (GDS), operatore attivo nel settore dell’elettronica e nello specifico nel mercato dei display, delle stampanti transazionali e dell’illuminazione a LED, che ha emesso un minibond da 10 milioni nel dicembre 2019;
- Per la categoria operazione conclusa – leveraged buyout/operazioni straordinarie: Equita Capital sgr per l’operazione Passione Unghie, azienda attiva nella commercializzazione di prodotti e accessori per la decorazione, la cura e la ricostruzione delle unghie;
- per la categoria operazione rimborsata – leveraged buyout/operazioni straordinarie: Tikehau Capital per l’operazione BIP – Business Integration Partners, società multinazionale di consulenza direzionale e business integration, il cui buyout da parte di Apax è stato finanziato con un bond senior da 65 milioni sottoscritto da Tikehau.
Quest’anno la giuria ha deciso di assegnare anche un premio speciale Categoria operazione sviluppo,per l’operazione Trentino Minibond, basket bond senza cartolarizzazione che coinvolge nove imprese localizzate sul territorio del Trentino, lanciato nel luglio 2019 e sottoscritto da Finint Investments sgr.
“Quest’anno abbiamo tra i vincitori anche una operazione rimborsata. Il mercato è ormai maturo e si inizia a vedere la conclusione di un primo ciclo di investimenti del private debt sulle imprese. La buona riuscita di tali operazioni è indice di come questo strumento sia utile e profittevole per permettere alle imprese di avere la spinta necessaria alla crescita e al rafforzamento aziendale”, ha sottolineato Cipolletta.
Antonio Solinas, ad di Deloitte Financial Advisory, ha concluso: “L’edizione appena conclusa ha evidenziato ancora una volta il grande valore apportato dal private debt, sia in operazioni di buyout che di sviluppo. La diversificazione settoriale, ormai sempre più ampia, unita alla flessibilità che caratterizza questo strumento, confermano il ruolo del private debt come partner finanziario di medio termine per le aziende”.