C’è un primo timido segnale di inversione positiva di rotta per i fondi di buyout a livello globale in tema di difficoltà di uscire dai propri investimenti. Come noto, la crisi ha pesato duramente sui fondi da questo punto di vista, tanto che negli anni che vanno dal 2008 al 2012 il cosiddetto “holding period” è passato da 3,9 a 5 anni. Ma in questi primi mesi del 2013 qualcosa si sta finalmente muovendo e Preqin, la società di ricerca britannica specializzata nel settore, ha calcolato che l’holding period è sceso a 4,9 anni (scarica qui il report).
Il dato medio, però, nasconde un dato ancora molto negativo relativo alle grandi aziende in portafoglio (deal da oltre un miliardo di euro) per le quali invece l’holding period si è allungato ulteriormente in questo inizio 2013 sino a ben 6,2 anni dai 2,1 anni del 2008. E anche il dato relativo all’Europa non è rassicurante, perché l’holding period relativo al 2013 è di 5,2 anni, lo stesso livello del 2012, ma più alto di quello del Nord America (4,8 anni dai 4,9 anni del 2012) e si confronta con un holding period di 4,3 anni nel 2006 (3,9 anni per il Nord America).
Tradotto in percentuale delle aziende ancora in portafoglio rispetto al totale delle aziende nelle quali i fondi hanno investito in ciascun anno, il dato medio di holding period si riflette in un 62% di aziende acquisite nel 2006 che devono ancora essere cedute, percentuale che sale al 73% per gli investimenti fatti nel 2007, al 79% per il 2008 e all’84% per il 2009. Il risultato è che agli investitori è stata rimborsata una percentuale decrescente del capitale investito. Rispetto al 95% rimborsato dai fondi lanciati nel 2001, infatti, si passa al solo 33% ripagato dai fondi vintage 2007.
Sarà operativo a partire dal terzo trimestre dell’anno il nuovo fondo di fondi di private equity e venture capital da 1,2 miliardi di euro a capitale pubblico dedicato alle piccole e medie imprese, annunciato dal governo spagnolo a fine marzo (si veda altro articolo di BeBeez). Real Deals riferisce che, secondo il quotidiano spagnolo El Economista, il fondo, battezzato FOND-ICO Global, si registrerà entro fine mese alla Comisión Nacional del Mercado de Valores (la Consob spagnola).
Il veicolo è il primo di questo genere mai creato in Spagna ed è stato costituito al fine di finanziare investimenti in fondi dedicati a investimenti in piccole e medie imprese, ma anche fondi di seed e venture capital. Il veicolo è stato interamente capitalizzato dall’ICO e sarà gestito dalla divisione di private equity dell’Instituto de Crédito Oficial (ICO), Axis. L’obiettivo è investire in circa 40 fondi che raccoglieranno a loro volta sino a 3 miliardi di euro.
Il fondo AnaCap cederà Cabot Credit Management (CCM) al fondo Usa JC Flowers, specializzato negli investimenti nel settore dei servizi finanziari. Lo riferisce Reuters, precisando che il valore dell’operazione si aggira sugli 800 milioni di sterline, debito compreso. CCM è un operatore britannico specializzato nell’acquisto di crediti al consumo. Nato dalla fusione tra Apex Credit Management e Cabot Financial nel 2011, CCM ha acquisito sino a oggi 7,7 miliardi di sterline di crediti e gestisce un miliardo di sterline di crediti per conto di terzi. Nel 2012 ha visto aumentare gli utili del 23% a 111 milioni di sterline.