A pochi giorni dall’ingresso del fondo FSI nella compagine azionaria (si veda altro articolo di BeBeez), Anima Holding ha annunciato l’acquisizione di Castello sgr, primaria società di gestione del risparmio indipendente specializzata in fondi comuni di investimento immobiliare di tipo chiuso, per 60 milioni di euro (si veda qui il comunicato stampa). A vendere è soprattutto il fondo americano Oaktree Capital Management, che sinora, tramite il proprio veicolo OCM Opps Xb Ita, controllava l’82% del capitale e che dopo il closing, previsto nel terzo trimestre di quest’anno, resterà nell’azionariato con il 20% delle quote rimanenti e continuerà ad utilizzare la piattaforma di Castello per futuri investimenti in real estate nel mercato italiano. Quanto agli altri soci, cioé ISA-Istituto atesino di sviluppo (sinora al 15%) e il management (2,95%), usciranno dal capitale, con l’attuale amministratore delegato dell’sgr, Giampiero Schiavo, che manterrà l’incarico.
Anima è stata assistita da Vitale & Co. e Banca Akros come Advisor Finanziari, da Shearman & Sterling per gli aspetti legali, dallo Studio Di Tanno Associati per la parte fiscale, da Daverio & Florio per le materie giuslavoristiche e KPMG per la due diligence contabile fiscale e ESG. Mediobanca ha agito in qualità di Financial Advisor per Oaktree, assistito da Freshfields per gli aspetti legali.
A Castello sgr fanno capo 50 fondi immobiliari per circa 2,9 miliardi di patrimonio gestito e oltre 400 immobili in tutta Italia. L’operazione più recente riguarda due fondi direttamente controllati dalla sgr: a inizio febbraio il Fondo Protego ha acquistato dal Fondo Star un portafoglio composto da sei immobili locati a B&B Hotel Italia, situati in alcune città tra le più interessanti mete turistiche italiane tra Lombardia, Trentino-Alto Adige ed Emilia-Romagna (si veda altro articolo di BeBeez).
Da parte sua, si legge nella nota diramata, “Anima intende far crescere la piattaforma esistente di Castello nel mercato degli alternativi e consolidarne il ruolo sul mercato domestico sia organicamente che con operazioni strategiche di crescita per linee esterne”.
“Con l’accordo odierno Anima inizia un percorso di crescita nel mondo degli investimenti alternativi con un progetto affine a quello che diede origine al gruppo nel 2009 e che all’epoca contava su masse di 20 miliardi di euro divenute oltre 177 alla fine del 2022”, ha commentato Alessandro Melzi d’Eril, amministratore delegato di Anima, che ha aggiunto: “Intendiamo accelerare la nostra presenza nel mondo degli alternativi beneficiando dell’esperienza e track record di successo del management di Castello. Riteniamo di poter giocare un ruolo di aggregatore anche per quanto riguarda le sgralternative, diventando così un operatore multi-asset leader nel nostro paese; così come abbiamo fatto e continueremo a fare nel mondo tradizionalmente legato alla distribuzione bancaria”.
“Sono orgoglioso di questa operazione e ringrazio il top management di Anima e il suo amministratore delegato Alessandro Melzi d’Eril per la fiducia e per la qualità di lavoro sviluppato insieme in questi mesi”, ha commentato Giampiero Schiavo, ceo di Castello sgr, che ha aggiunto: “L’intesa, dall’elevato valore industriale, pone le basi per la costruzione di un player italiano di riferimento nel mercato degli investimenti alternativi con l’obiettivo di creare ulteriore valore per tutti gli stakeholder e per il sistema Paese. Forti del nostro track record, che mettiamo a disposizione di Anima, sono certo che possiamo ben giocare il ruolo di soggetto aggregante nel panorama delle sgr alternative”.
L’ingresso in Castello segna quindi per Anima l’inizio di un processo di integrazioni nel mondo dell’asset management, un obiettivo già dichiarato qualche settimana fa al momento dell’ingresso del fondo FSI nel capitale della società di risparmio gestito (si veda altro articolo di BeBeez), visto che il fondo di private equity guidato da Maurizio Tamagnini fa proprio delle aggregazioni la sua missione. A inizio mese, FSI aveva comprato il 7,2% di Anima a 4,35 euro per azione, con un premio de 7,4% sul prezzo di chiusura di martedì 14 febbraio, tramite un reverse accelerated bookbuilding (RABB) rivolto a investitori qualificati e istituzionali esteri, gestito dall’advisor Mediobanca, per un esborso complessivo di 108,7 milioni di euro, diventando così il terzo azionista di Anima dietro Banco BPM (20,6%) e Poste Italiane (11%), ma prima di Amundi, la società di asset management controllata dal Crédit Agricole, che aveva rilevato il 5,16% del capitale attraverso propri fondi nel maggio 2022. La mossa di FSI è stata interpretata anche come un’operazione di difesa dalle possibili mire espansionistiche della banque verte, viste le diverse operazioni condotte in Italia tra cui la scalata in BPM e il delisting di Credito Valtellinese.
Il passaggio al gestore italiano è avvenuto a poco meno di tre anni da quando, nel 2020, Oaktree aveva acquisito l’82% della sgr dai soci storici: Isa-Istituto atesino di sviluppo (prima al 79%), Itas holding (14,3%), Lo.ga-fin (3,63%) e il management (2,95%), dopo che questi avevano dato mandato a Mediobanca per la definizione di una nuova compagine azionaria della società nell’ambito di un aumento di capitale deliberato a inizio 2019 per 15 milioni di euro. Nella primavera 2019, era stata Maire Investments a cedere il suo 32,88% a Isa, con quest’ultima che già allora si diceva interessata a restare in Castello con una quota di minoranza. Dopo l’ingresso del fondo americano, Isa era scesa al 15% del capitale, mentre all’ad Schiavo faceva capo il restante 3% (si veda altro articolo di BeBeez).