E’ ufficiale. BC Partners e Bain Capital hanno firmato un accordo che sancirà l’ingresso di BC Partners nel capitale del gruppo Fedrigoni accanto all’attuale azionista di maggioranza Bain Capital con la famiglia Fedrigoni e il management che manterranno una quota di minoranza.
La conferma è arrivata questa mattina con un comunicato congiunto di Bain Capital e BC Partners e un comunicato di Nomura, che ha supportato BC Partners e Bain Capital partecipando al finanziamento della transazione che prevede l’emissione di un bond. Secondo quanto riferisce questa mattina Bloomberg, l’operazione in un primo momento verrà finanziata attraverso un bridge loan da 1,18 miliardi di euro messi a disposizione da Goldman Sachs, BPER, Intesa Sanpaolo, Morgan Stanley, Nomura, Banco Santander e Unicredit.
Nomura ha inoltre assistito BC Partners in qualità di lead financial advisor insieme a Canson Capital Partners. BC Partners è stata anche assistita da JP Morgan, Afry Capital, White & Case, PwC, Studio Legale Tributario Facchini Rossi Michelutti e Bain & Company. Quanto a Bain Capital e Fedrigoni sono state affiancate da Rothschild, Morgan Stanley, Latham & Watkins, Pirola Pennuto Zei e Associati, Kirkland & Ellis, New Deal Advisors e Bain & Company. Goldman Sachs ha infine agito come advisor della newco Fiber Bidco con la quale sarà condotta l’acquisizione, che si prevede verrà conclusa entro fine anno.
Le indiscrezioni si susseguono da giorni e di nuovo ieri Reuters aveva precisato che l’operazione prevede la vendita del 100% del gruppo cartario con BC Partners che compra circa il 50% e Bain Capital che reinveste con un nuovo fondo rispetto a quello con il quale è attualmente investito. L’offerta di BC Partners ha battuto quelle dei fondi concorrenti Partners Group, Onex e Brookfield.
Ricordiamo che Bain Capital aveva rilevato il 90% nel dicembre 2017 sulla base di una valutazione di 650 milioni di euro, con la famiglia Fedrigoni che aveva mantenuto una partecipazione di minoranza (si veda altro articolo di BeBeez).
La nuova operazione avviene invece sulla base di una valutazione complessiva di Fedrigoni, primo player mondiale nella produzione di carte speciali ad alto valore aggiunto per packaging di lusso e altre applicazioni creative, e leader nel mondo delle etichette premium e dei materiali autoadesivi, di 3 miliardi di euro, nella parte alta del range di 2,5-3 miliardi, ipotizzato in questi mesi, sulla base di un ebitda atteso pro-forma per il 2022 di almeno 250 milioni, tenuto conto delle acquisizioni di quest’anno (si veda altro articolo di BeBeez), che al momento sono già tre: la turca Unifol, player globale con sede a Istanbul e unico produttore di autoadesivi in PVC in Turchia; la francese Tageos, leader a livello mondiale nel segmento delle cosiddette etichette intelligenti; e la spagnola Divipa (Distribuidora Vizcaina De Papeles), azienda con sede a Derio, a pochi chilometri da Bilbao e specializzata in etichette e materiali autoadesivi premium. Negli anni scorsi Fedrigoni aveva invece comprato il 70% di una newco che è uno spin-off del business di Tecnoform dedicato allo sviluppo di prodotti innovativi per il packaging, in grado di sostituire la plastica con la cellulosa termoformata; la divisione security (cioè il business degli elementi di sicurezza per banconote e documenti d’identità) dell’inglese Portals; l’americana Acucote; l’italiana Ritrama; la messicana Industria Papera Venus (IP Venus), e l’italiana Cordenons.
Forte di questa crescita per acquisizioni, Fedrigoni ha chiuso il bilancio 2021 con ricavi in aumento del 21% a 1,6 miliardi di euro rispetto ai 1,32 miliardi del 2020, con il fatturato che è cresciuto in entrambi i segmenti della carta speciale e FSA (Fedrigoni Self-Adhesive), e soprattutto con un ebitda rettificato che è balzato del 29%, passando da 166,4 milioni a 214,8 milioni, ma che pro-forma, considerando le ultime acquisizioni, arriva a 221 milioni. Quanto debito finanziario netto, a fine 2021 era di 577,7 milioni, in calo dei 602,2 milioni del 2020, mentre il debito finanziario netto pro-forma è di 592,6 milioni (si veda altro articolo di BeBeez).
Il debito include anche bond. Ricordiamo infatti che nel 2018 era stato emesso un bond da 455 milioni a scadenza 2024 con cui Bain Capital aveva rifinanziato l’acquisition loan per l’acquisto di Fedrigoni (si veda altro articolo di BeBeez). L’emissione era stata poi riaperta nel luglio 2018 per 125 milioni per finanziare l’acquisto di Cordenons (si veda altro articolo di BeBeez), portando quindi il totale dell’emissione a 580 milioni. Nel luglio 2021 era stata rimborsata una prima tranche da 60 milioni (si veda qui il comunicato stampa), mentre lo scorso febbraio il gruppo ha poi annunciato il rimborso di una nuova tranche del bond 2024 da 40 milioni di euro di titoli (si veda qui il comunicato stampa). Il totale in circolazione di quel bond è ora sceso quindi a 480 milioni di euro. Ricordiamo poi che nel 2020 il gruppo ha poi collocato un altro bond, da 225 milioni di euro sempre a sei anni, per rifinanziare il bridge loan a supporto dell’acquisto di Ritrama (si veda altro articolo di BeBeez).
(Articolo modificato alle ore 8.50 – Si aggiungono i comunicati dei fondi e di Nomura con la conferma del deal e l’emissione del bond)