La concentrazione di ipo in Europa ha giocato un brutto tiro a Cerved. Le banche collocatrici hanno infatti comunicato ieri mattina agli investitori un restringimento della forchetta indicativa di prezzo a 5-5,25 euro da 5-6,5 euro iniziali, per poi fissarlo in serata a 5,1 euro, per un valore dell’equity del gruppo, post-aumento di capitale, di 995 milioni (scarica qui il comunicato stampa). La valorizzazione dell’intero gruppo in termini di rapporto sull’ebitda si è attestato quindi a poco meno di 10 volte contro le 13 volte dei principali competitor internazionali come Experian ed Equifax, entrambe però attive a livello globale, mentre il business di Cerved è soltanto italiano.
Secondo quanto scrive oggi MF-Milano Finanza, erano stati proprio gli investitori internazionali nei giorni scorsi a far presente alle banche la necessità di fissare un prezzo nella parte bassa della forchetta, per far posto in portafoglio, data l’enorme quantità di ipo in arrivo sui listini di tutta Europa. Solo in Italia, come noto, sono in collocamento le azioni di Fineco Bank e di Fincantieri e sarà presto anche la volta di Sisal.
L’offerta di Cerved, che si è chiusa ieri alle 16 con una domanda doppia rispetto all’offerta, ha avuto per oggetto 84 milioni di azioni ordinarie, pari al 43,1% del capitale sociale, in parte (39 milioni) messe in vendita dal fondo di private equity CVC Capital Partners, che resterà nel capitale ancora per altri due o tre anni, e in parte (45 milioni) rivenienti da un aumento di capitale. Confermato il primo giorno di quoazione a Piazza Affari il 24 giugno (si veda altro articolo di BeBeez).