Prende vita il progetto di Superlega calcio europea, che tanto temevano i tre fondi di private equity (Advent International, CVC Capital Partners e FSI), che da tempo stanno trattando con Lega Calcio Serie A l’acquisto del 10% di una media company in cui dovrebbero essere trasferiti i diritti tv del campionato italiano.
Questa notte, infatti, dopo rumor che si sono rincorsi tutto il weekend, alla vigilia del Comitato Esecutivo della Uefa che varerà la riforma della Champions League a partire dal 2024, è arrivato l’annuncio ufficiale pubblicato sul nuovo sito internet della Superlega, costituita come European Super League Company S.L. (si veda qui il comunicato stampa):”Dodici club europei di calcio hanno annunciato oggi congiuntamente un accordo per costituire una nuova competizione calcistica infrasettimanale, la Super League, governata dai Club Fondatori. AC Milan, Arsenal FC, Atlético Madrid, Chelsea FC, FC Barcelona, FC Internazionale Milano, Juventus FC, Liverpool FC, Manchester City, Manchester United, Real Madrid CF e Tottenham Hotspur hanno tutti aderito in qualità di Club Fondatori. È previsto che altri tre club aderiranno come Club Fondatori prima della stagione inaugurale, che dovrebbe iniziare non appena possibile”. Primo presidente della Superlega è stato nominato Florentino Pérez, presidente del Real Madrid CF, mentre vicepresidenti sono Joel Glazer, co-chairman del Manchester United, e Andrea Agnelli, presidente della Juventus, che ha detto: “I 12 Club Fondatori hanno una fanbase che supera il miliardo di persone in tutto il mondo e un palmares di 99 trofei a livello continentale. In questo momento critico ci siamo riuniti per consentire la trasformazione della competizione europea, mettendo il gioco che amiamo su un percorso di sviluppo sostenibile a lungo termine, con un meccanismo di solidarietà fortemente aumentato, garantendo a tifosi e appassionati un programma di partite che sappia alimentare il loro desiderio di calcio e, al contempo, fornisca un esempio positivo e coinvolgente”.
Ricordiamo che l’offerta dei fondi da 1,7 miliardi di euro per il 10% della media company prevedeva proprio una clausola Superlega, invisa in particolare non a caso a Juventus, Inter e Milan. Il timore dei fondi era che i club aderissero, come è poi accaduto, al nuovo torneo europeo o ad altre competizioni che potrebbero svalutare il prodotto Serie A. Per questo motivo chiedevano come compensazione un proporzionale aumento della partecipazione agli utili di MediaCo, con simmetrica riduzione per i club. Sul tema nel corso dell’ultimo mese e mezzo, per cercare di chiudere il deal, i fondi avevano tentato di addolcire la pillola, prevedendo che, nell’eventualità di adesione a una Superlega o simili, i presidenti dei club potessero rilevare fino all’1% della media company (si veda altro articolo di BeBeez).
Quanto al modello economico della Superlega, la nota spiega che “il nuovo torneo annuale fornirà una crescita economica significativamente più elevata e un supporto al calcio europeo tramite un impegno di lungo termine a versare dei contributi di solidarietà senza tetto massimo, che cresceranno in linea con i ricavi della lega. Questi contributi di solidarietà saranno sostanzialmente più alti di quelli generati dall’attuale competizione europea e si prevede che superino i 10 miliardi di euro durante il corso del periodo iniziale di impegno dei club. Inoltre, il torneo sarà costruito su una base finanziaria sostenibile con tutti i Club Fondatori che aderiscono ad un quadro di spesa. In cambio del loro impegno, i Club Fondatori riceveranno un contributo una tantum pari a 3,5 miliardi di euro a supporto dei loro piani d’investimento in infrastrutture e per bilanciare l’impatto della pandemia Covid-19″. Da notare che la cifra di 3,5 miliardi corrisponde a circa 290 milioni di euro per ciascuna delle 12 squadre o oltre 230 milioni se si salirà a 15 club fondatori, il che significa ben di più di quanto distribuito dalla UEFA nel 2020.
Ovviamente ieri pomeriggio c’è stata una levata di scudi tentando di bloccare il progetto. UEFA, Federcalcio inglese e Premier League, Federcalcio spagnola reale (RFEF) e LaLiga, Federcalcio italiana (FIGC) e la Lega Serie A hanno diffuso un comunicato congiunto: “Resteremo uniti nei nostri sforzi per fermare questo cinico progetto e prenderemo in considerazione tutte le misure a nostra disposizione, a tutti i livelli, sia giudiziario che sportivo, al fine di evitare che ciò accada”, minacciando i club e i giocatori di vietargli di partecipare alle competizioni internazionali.
La nota dei 12 club della Superlega risponde: “In futuro i Club Fondatori auspicano l’avvio di consultazioni con UEFA e FIFA al fine di lavorare insieme cooperando per il raggiungimento dei migliori risultati possibili per la nuova Lega e per il calcio nel suo complesso. La creazione della Super League arriva in un momento in cui la pandemia globale ha accelerato l’instabilità dell’attuale modello economico del calcio europeo. Inoltre, già da diversi anni, i Club Fondatori si sono posti l’obiettivo di migliorare la qualità e l’intensità delle attuali competizioni europee nel corso di ogni stagione, e di creare un formato che consenta ai top club e ai loro giocatori di affrontarsi regolarmente”.
Tornando alle vicende più italiane, la costituzione della Superlega, si diceva, rende ancora più in salita la strada dei fondi verso la chiusura di un deal con la Lega Calcio Serie A. Peraltro già la scorsa settimana le tensioni tra i vari club membri della Lega Calcio erano esplose in una lettera di sfiducia al presidente Paolo Dal Pino firmata da Inter, Juventus, Napoli, Lazio, Atalanta, Hellas Verona e Fiorentina) hanno firmato e inoltrato una lettera di sfiducia al presidente della Lega Calcio Serie A, Paolo Dal Pino, con la richiesta formale di dimissioni, chiedendo con un’altra lettera a parte il risarcimento degli eventuali danni subiti per i mesi di ritardo sull’assegnazione dei pacchetti di diritti a Dazn a causa di una presunta volontà di Dal Pino di condizionare la procedura d’assegnazione, spingendo invece per l’intesa con i fondi di private equity, soluzione questa che i sette club firmatari non condividono (si veda altro articolo di BeBeez). Dal Pino, però, non ha alcuna intenzione di dimettersi e si è rivolto ai suoi avvocati, forte anche dell’appoggio manifestato dagli altri 13 presidenti dei club della Lega, fra i quali figurano Urbano Cairo (Torino) e Paolo Scaroni (Milan).