Ingresso di nuovi soci e quotazione in vista per le società satellite di ENI che si occupano sia di settori tradizionali e sia di nuovi business. Si tratta, in questo momento, di Vår Energi e Azule da un lato, Plenitude ed Enilive dall’altro.
Lo ha stabilito il consiglio di amministrazione della società che si è riunito ieri ad Abu Dhabi, approvando la nuova struttura organizzativa e delineando la strategia che intende perseguire per creare sempre maggiore valore dalle cosi definite società satellite, da destinare alla crescita dei business legati alla transizione energetica e alla remunerazione degli azionisti (si veda qui il comunicato stampa).
La riorganizzazione, inoltre, punta al rafforzamento delle eccellenze operative dei business nuovi e tradizionali, all’accelerazione e al completamento della trasformazione industriale della chimica e del downstream tradizionale, ha spiegato la società che, a tal fine, ha riorganizzato le attività di business in tre strutture affidate ad altrettanti chief operating officer alle dipendenze dell’amministratore delegato, Claudio Descalzi.
Si tratta della struttura “Chief Transition & Financial Officer”, guidata dal chief operating officer e chief financial officer, Francesco Gattei, della “Global Natural Resources”, nuovo nome per l’attuale struttura “Natural Resources”, guidata dal chief operating officer, Guido Brusco, e infine della nuova struttura “Industrial Transformation”, timonata dal chief operating officer Giuseppe Ricci. Quest’ultima si concentrerà in primo luogo sull’accelerazione delle attività di ristrutturazione e trasformazione industriale della chimica.
Per quanto riguarda le quattro società che in questo momento sono state indicate come le quattro protagonise di ipo e apertura del capitale, negli ultimi mesi quest’ultima opzione ha già riguardato sia Plenitude sia Enilive.
A dicembre 2023, infatti, è stato ufficializzato l’ingresso del fondo svizzero Energy Infrastructure Partners (EIP) nel capitale di Plenitude, società benefit che integra la produzione di energia al 100% da fonti rinnovabili, la vendita di servizi energetici e la rete di punti di ricarica per veicoli elettrici (si veda altro articolo di BeBeez). L’accordo prevede che l’ingresso si realizzi mediante un aumento di capitale fino a 700 milioni e che, dopo l’operazione, la quota di EIP sia pari a circa il 9% del capitale sociale della società. L’importo iniziale dell’aumento di capitale è di 500 milioni, con l’opzione per EIP di salire a 700 milioni entro l’inizio del 2024. L’operazione equivale a un equity value di Plenitude post money di circa 8 miliardi e a un enterprise value di oltre 10 miliardi.
A luglio 2024 era stata la volta di Enilive, che si occupa di bioraffinazione, produzione di biometano, soluzioni di smart mobility, tra cui il car sharing Enjoy, oltre che commercializzazione e distribuzione di tutti i vettori energetici per la mobilità. Kohlberg Kravis Roberts (KKR), infatti, aveva firmato un accordo temporaneo di esclusiva con ENI per implementare la fase di due diligence e completare la stesura della documentazione necessaria per rilevare una quota di partecipazione tra il 20% e il 25% della sua controllata (si veda altro articolo di BeBeez). L’intesa si è basata su una valutazione della società compresa tra 11,5 e 12,5 miliardi di euro, da cui si desume una valutazione delle quote in oggetto che oscilla, all’incirca, fra i 2,3 e i 3,21 miliardi.
Per quanto attiene a Vår Energi as (esplorazione e produzione di idrocarburi in Norvegia), nata nel luglio 2018 dalla fusione tra ENI Norge as e Point Resources as, controllata dal private equity norvegese HitecVision, (si veda altro articolo di BeBeez), la società è stata quotata ad Oslo il 16 febbraio 2022, con una capitalizzazione iniziale di 7 miliardi di euro (si veda altro articolo di BeBeez). A giugno 2023, la società, insieme alla capogruppo ENI spa, ha raggiunto un accordo per acquisire di Neptune Energy Group Limited, produttore britannico di gas e petrolio, controllato in quel momento da China Investment Corporation, dai fondi di Carlyle Group e CVC Capital Partners (si veda altro articolo di BeBeez). L’acquisizione ha compreso l’intero portafoglio di Neptune (Neptune Global Business) sulla base di un enterprise value di 2,6 miliardi di dollari, con esclusione delle attività in Germania e in Norvegia.
E Azule Energy? E’ stata ufficialmente lanciata ad agosto 2022 (si veda qui il comunicato stampa) ed è una joint venture paritetica costituita da ENI e BP unendo le attività delle due società in Angola nel settore dell’esplorazione e produzione di idrocarburi. In quel momento, era la più grande società energetica in termini di produzione, nel paese, con oltre 200 mila barili equivalenti di produzione netta di petrolio e gas e 2 miliardi di barili equivalenti di risorse nette. Secondo quanto riportato da Affari Italiani ad aprile 2024, ENI ha ottenuto un dividendo di 708 milioni di dollari, inclusivo di un conguaglio per il trasferimento degli asset, così come emerso dalla relazione finanziaria 2023 di Bp.