
L’IVASS aumenta la pressione su Eurovita. Ora chiede un aumento di capitale da 250 milioni di euro e non più di 150 milioni come era emerso nei mesi scorsi, fatto questo che già aveva spinto il private equity paneuropeo Cinven, azionista di riferimento del gruppo assicurativo specializzato nel ramo vita, a riaprire il processo di vendita (si veda altro articolo di BeBeez). Lo scrive Reuters.
La richiesta dell’IVASS è arrivata dopo che come noto l’autorità di controllo prima dell’estate ha chiuso l’ispezione che aveva riguardato tra l’altro la determinazione delle riserve tecniche e il calcolo del requisito patrimoniale di solvibilità
Nel bilancio consolidato 2021 di Eurovita Holding si legge infatti che “come previsto dalla Risk Appetite Framework Policy di gruppo, a seguito del solvency ratio rilevato al 31 dicembre 2021 inferiore alla soglia di tolleranza definita Soft Limit (150%), la compagnia ha avviato specifiche azioni manageriali finalizzate al rafforzamento dei livelli di solvibilità al fine di ristabilire la soglia di Soft Limit”. Detto questo, si legge ancora nel documento, “a fronte di un requisito di capitale (SCR) pari ad euro 471,55 milioni, gli own funds a copertura sono pari ad Euro 631,03 milioni che implica un Solvency II Ratio pari al 134%“. Inoltre, l’ispezione dell’IVASS “ha avuto ad oggetto anche gli investimenti in taluni fondi di investimento complessi. In ottica prudenziale, la società ha effettuato alcune analisi di sensitività che hanno consentito di verificare che anche in caso di classificazione di detti fondi con un profilo di rischio relativo ad uno stress Standard Formula particolarmente sfavorevole, il solvency ratio alla chiusura dell’esercizio si manterrebbe comunque sopra i valori minimi consentiti dalla normativa e al di sopra del recovery trigger, definito pari a 110% dalla capitai policy della compagnia”.
Ricordiamo che Cinven ha creato il gruppo Eurovita a partire dal 2016, con l’acquisizione e l’integrazione di Ergo Previdenza, Old Mutual Wealth Italy (ex Skandia) ed Eurovita Assicurazioni (si veda altro articolo di BeBeez), a cui a fine 2019 si è aggiunta anche Pramerica Life spa, compagnia assicurativa italiana specializzata nel ramo vita venduta dall’americana Prudential Financial Inc. (si veda altro articolo di BeBeez).
Prima di sospendere l’asta, lo scorso anno Cinven puntava a una valutazione tra i 600 e i 700 milioni di euro. Tuttavia, pare che il valore delle prime offerte fosse inferiore (si veda altro articolo di BeBeez), anche perché i numeri del 2020 della compagnia assicurativa avevano risentito pesantemente del lockdown da Covid-19: dopo un utile netto consolidato 2019 di 87,4 milioni di euro, a fronte di premi lordi per 2 miliardi di euro (si veda qui il bilancio consolidato 2019 di Eurovita Holding), il 2020 era stato chiuso con una raccolta premi lordi complessiva di soli 1,33 miliardi di euro e una perdita netta di 27,7 milioni (si veda qui il bilancio consolidato 2020 di Eurovita Holding). Il 2021 ha visto poi il ritorno all’utile, con un risultato netto di 8,3 milioni, ma i premi sono scesi ancora, a 1,02 miliardi (si veda qui il bilancio consolidato 2021 di Eurovita Holding).
L’asta di Eurovita, avviata nel marzo 2021, era gestita dall’advisor Deutsche Bank (si veda altro articolo di BeBeez). Tra gli interessati a Eurovita si citavano Blackstone, EICG (European Insurance Consolidation Group), Cnp Assurance e Crédit Agricole. Nel maggio 2021 si parlava di tre offerte non vincolanti e in particolare si facevano i nomi di Blackstone, GamaLife (controllata di Apax) e ICG (si veda altro articolo di BeBeez). Mentre nel giugno 2021 si era tornati a parlare di EICG, oltre che di GamaLife, ma soprattutto di Blackstone che, ricordiamo, insieme a Goldman Sachs in Italia nel settore ha già investito in Prima Assicurazioni, iniettando 100 milioni di euro in aumento di capitale nel 2018 (si veda altro articolo di BeBeez). L’ultima trattativa avviata da Cinven per trovare pretendenti per Eurovita era stata poi con la quotata BFF Banking Group, ma anche quell’operazione è sfumata.
Ora, secondo quanto riferito da MF Milano Finanza a inizio settembre, a farsi avanti in particolare sarebbe Athora Holding, cui fa capo l’omonimo assicurativo e riassicurativo vita, con 79 miliardi di dollari di asset in gestione, e che nel settembre 2021 ha già comprato Amissima Vita da Apollo Global Management (si veda altro articolo di BeBeez). Athora, sebbene basato nelle Bermuda (secondo mercato mondiale della riassicurazione), è interamente focalizzato sul mercato europeo. Ha infatti presenze dirette nel Regno Unito, Belgio, Germania e Irlanda. Athora, specializzata in run-off di portafogli di polizze vita, è nata nel 2018 da uno spin-off di Athene Holding, gruppo specializzato in gestioni pensionistiche con 203 miliardi di dollari di asset in gestione (si veda qui il comunicato stampa di allora). Athene Holding peraltro ha poi annunciato la fusione proprio con Apollo Global Management nel marzo 2021 (si veda altro articolo di BeBeez). Tra gli azionisti di minoranza figura anche l’Abu Dhabi Investment Authority, oltre ad altre istituzioni come fondi pensione e family office. Per Athora quella di Eurovita sarebbe la terza acquisizione da venditori italiani: a inizio 2019 aveva infatti acquisito Generali Belgium per 540 milioni di euro dal gruppo Generali (si veda qui il comunicato stampa di Athora di allora e qui quello di Generali), poi ribattezzata Athora Belgium (si veda qui il comunicato stampa). Athora è anche in corsa nell’asta per BIM Vita (si veda altro articolo di BeBeez).