Fastweb, non parteciperà al deal sulla NetCo di TIM, cioè la società che deterrà il perimetro gestionale e infrastrutturale della rete fissa di telecomunicazioni attualmente posseduta da TIM.
L’operatore italiano di telecomunicazioni guidato da Walter Renna e interamente controllato dal gruppo elvetico Swisscom, tramite Swisscom Italia srl, ha infatti annunciato ieri la firma di un accordo vincolante per cedere a Optics Bidco spa per 438,7 milioni di euro in contanti il suo 4,5% di FiberCop (si veda qui il comunicato stampa),
Quest’ultima è la società in cui nel 2021 sono confluite la rete secondaria di TIM (dall’armadio in strada alle abitazioni dei clienti) e la rete in fibra sviluppata da FlashFiber, la joint-venture di TIM (80%) e Fastweb (20%). Allora KKR Infrastructure aveva acquisito il 37,5% di FiberCop da TIM per un controvalore di 1,8 miliardi, sulla base di un enterprise value di circa 7,7 miliardi di euro e Fastweb aveva acquisito il 4,5% del capitale del FiberCop in cambio del conferimento del suo 20% di FlashFiber, che era stata quindi contestualmente incorporata in FiberCop. TIM aveva mantenuto quindi il restante 58% (si veda altro articolo di BeBeez). A valle dell’operazione appena annunciata, quindi, a KKR farà capo indirettamente il 42%.
Optics Bidco, controllata da KKR e dei suoi coinvestitori e cioé Abu Dhabi Investment Authority (ADIA) e Canada Pension Plan Investment Board (CPP Investments) (si veda altro articolo di BeBeez), è il veicolo di investimento destinato a rilevare il controllo della NetCo di TIM sulla base di un enterprise value di 18,8 miliardi di euro, senza considerare eventuali incrementi di valore derivanti dal potenziale trasferimento di parte del debito a NetCo e da earn-out legati al verificarsi di determinate condizioni che potrebbero aumentare il valore sino a 22 miliardi di euro (si veda altro articolo di BeBeez).
Altro protagonista dell’operazione sarà F2i sgr col Fondo VI Rete Digitale che, assieme al Fondo IV Ania e al Fondo V per le Infrastrutture Sostenibili, investirà un totale complessivo di un miliardo di euro, per il 10% di NetCo (si veda altro articolo di BeBeez). Un altro 15-20% verrà infine acquisito dal Governo italiano, che parteciperà all’acquisto tramite il MEF-Ministero dell’Economia e delle Finanze guidato da Giancarlo Giorgetti, che all’inizio dell’anno ha dato il suo placet all’operazione ai fini della normativa golden power (si veda altro articolo di BeBeez).
Tornando all’accordo di vendita della quota di FiberCop da parte di Fastweb, il corrispettivo di 438,7 milioni di euro è “un valore in linea con il prezzo pro rata pagato da KKR a TIM per la sua quota” si legge nella nota diffusa ieri da Fastweb, che precisa anche che l’operazione, che è subordinata “al completamento della transazione relativa a NetCo condotta da KKR, il cui closing è atteso” nel terzo trimestre di quest’anno”, “non ha alcun effetto sull’accordo wholesale in essere tra Fastweb e FiberCop”,
La società controllata da Swisscom ha assicurato di rimanere “fortemente impegnata nella sua missione di guidare l’innovazione e lo sviluppo della connettività nel Paese attraverso investimenti in infrastrutture chiave di telecomunicazione. Fastweb continuerà quindi a effettuare importanti investimenti per aumentare la copertura della propria rete in fibra proprietaria e controllata end-to-end e continuerà a essere un fornitore chiave di servizi all’ingrosso a terzi, garantendo la disponibilità di offerte solide e competitive sul mercato”.
Con questa transazione Fastweb, che è destinata a fondersi con Vodafone Italia (si veda altro articolo di BeBeez), dice quindi addio definitivamente alla rete di TIM e al mega-deal su NetCo, che ha appena ricevuto il via libera della Commissione europea (si veda altro articolo di BeBeez).
Ricordiamo infatti che il mega deal su NetCo prevede nel dettaglio il conferimento da parte di TIM del ramo d’azienda, costituito da attività relative alla rete primaria, all’attività wholesale e dall’intera partecipazione nella controllata Telenergia, in FiberCop e il contestuale acquisto da parte di Optics Bidco dell’intera partecipazione detenuta da TIM in FiberCop medesima.
A novembre 2023, data in cui TIM ha comunicato i primi dettagli pratici relativi a come avverrà lo scorporo delle attività di rete fissa, in vista del closing della vendita, la divisione si componeva di oltre 20mila persone, di cui oltre 19mila lavoravano in ambito di Wholesale & Network, mentre altre 900 circa sono confluite dalle funzioni staff di TIM. A seguito della nuova organizzazione, la componente servizi del gruppo TIM, la cosiddetta ServCo, che occupava alla fine del 2023 complessivamente circa 16.300 full time equivalent corrispondenti a circa 17.500 persone, comprenderà al termine dell’operazione la componente relativa alla rete mobile (si veda altro articolo di BeBeez).
L’uscita di Fastweb da FiberCop è arrivata dopo le recenti dichiarazioni rilasciate a Bloomberg dall’amministratore delegato di TIM Pietro Labriola, secondo il quale, “una volta ceduta la rete a KKR” e soci, il gruppo italiano, ovvero ServCo, “potrà diventare parte attiva di un processo di consolidamento del mercato che avverrà nei prossimi anni”. E non necessariamente come protagonista, come ha lasciato intendere a fine maggio Thomas Reynaud, ceo di iliad, operatore telefonico francese fondato da Xavier Niel, che in Italia offre anche servizi per la telefonia fissa. “È un buon momento per competere ad armi pari sul mercato”, ha detto il manager. L’amministratore delegato di iliad Italia, Benedetto Levi, ha precisato che, “come abbiamo detto sin dall’inizio del nostro arrivo sul mercato, abbiamo dimostrato di essere un investitore di lungo termine e serio e vogliamo continuare su questa strada. Se ci saranno occasioni le guarderemo, ma ad oggi la nostra strategia industriale è di continuare sulla nostra strada”.
Ricordiamo che iliad aveva riproposto a Vodafone alla fine del 2023 di fondere in Italia le sue attività con quelle del gruppo britannico, valutate 10,45 miliardi di euro (si veda altro articolo di BeBeez), offerta rimandata definitivamente al mittente alla fine di gennaio (si veda altro articolo di BeBeez). A marzo, come detto, Vodafone ha accettato la proposta di Swisscom per 8 miliardi in contanti, senza debiti, con l’obiettivo di fondere gli asset italiani con quelli di Fastweb.