Inizia a delinearsi con più dettagli il potenziale deal di private equity su Chiara Ferragni Collection, l’attività della nota influencer Chiara Ferragni che spazia dalle calzature all’abbigliamento bimbo, dall’intimo alla cartoleria, realizzata attraverso licenze collocate da Fenice (ex Serendipity). L’avvio della ricerca di un partner di private equity, svelato in anteprima dalla stessa Ferragni lo scorso 24 gennaio al Corriere Economia (si veda altro articolo di BeBeez), è stato poi ribadita dalla blogger il giorno dopo in un post su Instagram.
Secondo quanto riferito da Il Sole 24 Ore, in vendita sul piatto ci sarebbe il 66% del capitale della società che attualmente, come noto, è partecipata dalla Ferragni al 32,5% e dai soci Paolo Barletta al 40% (attraverso Alchimia spa), Nicola Bulgari (13,75%) e le famiglie Barindelli e Morgese (13,75%, attraverso Esuriens srl).
La ricerca del nuovo socio è appena partita, con il mandato affidato a Bnp Paribas e con l’obiettivo di fare entrate il nuovo partner in aumento di capitale. Lo aveva detto la stessa Ferragni a Il Corriere Economia: “L’idea di avere un fondo nel capitale l’abbiamo sempre avuta in mente, ma prima dovevamo mettere l’azienda finanziariamente a posto e ritrovare l’armonia. Oggi, dopo due anni di lavoro, da quando ho preso in mano la guida della società e i risultati stanno arrivando, è il momento giusto per avere un socio finanziario. È il mio obiettivo di adesso: non intendo monetizzare le mie partecipazioni, ma voglio che la società cresca“.
Fenice ha chiuso il 2021 con circa 26 milioni di euro di ricavi aggregati (di cui 4,6 milioni, +300%, i ricavi delle royalties), si legge sul Corriere, numeri quindi molto più alti di quelli riportati sul bilancio 2020, come già riferito da BeBeez: quell’anno i ricavi netti erano stati soltanto 1,2 milioni, con un ebitda negativo per 500 mila euro, una perdita di 3,5 milioni e un debito finanziario netto di 300 mila euro (si veda qui il report Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente). E il 2022, secondo quanto riferito dalla blogger a Il Corriere Economia, sarà ancora più stellare: le previsioni sono di un fatturato aggregato di 61 milioni (di cui ricavi da royalties per 12,5 milioni, +172 %) e un margine operativo lordo di 2,4 milioni. C’è da capire esattamente come si è arrivati ai numeri del 2021 e come Ferragni immagina di arrivare a quelli promessi del 2022. Ed è su questo punto che Bnp Paribas dovrà lavorare per convincere i fondi, che sulla carta sono certo interessati al deal, soprattutto quelli con vocazione fashion.
Ricordiamo che l’attività di Chiara Ferragni Collection è completamente indipendente da quella condotta attraverso TBS Crew srl, che si occupa della gestione di The Blonde Salad, un fashion blog creato nel 2009 con il fidanzato di allora, Riccardo Pozzoli, cofondatore anche di Chiara Ferragni Collection, da tempo uscito dal capitale delle società della Ferragni.
TBS ha chiuso il 2020 con 4,7 milioni di euro di ricavi, un ebitda di 2 milioni e 1,6 milioni di liquidità netta (si veda qui il report Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente). Il 2021 ha visto poi salire i ricavi a 6,8 milioni. La società è controllata al 100% dalla holding Sisterhood srl.che dallo scorso giugno fa interamente capo alla Ferragni (si veda qui il post Instagram). In particolare allora è stata liquidata Esuriens, società riconducibile alle famiglie Morgese e Barindelli e a cui faceva capo il 45% del capitale di Sisterhood. Si dice che l’influencer abbia pagato un milione di euro per riacquistare la quota. A sua volta Sisterhood ha chiuso il 2021 con ricavi per 13,5 milioni, in linea con il 2020.