La nuova Spac IdeaMi, promossa da Banca Imi (gruppo Intesa Sanpaolo) e DeA Capital (Gruppo De Agostini) ha chiuso ieri a 9,785 euro per azione (-2,15%) all’Aim Italia nel suo primo giorno di quotazione, con il warrant che è invece rimasto invariato a 1,235 euro, dopo aver raccolto dagli investitori 250 milioni di euro (scarica qui il comunicato stampa e per un quadro aggiornato di tutte le Spac o pre-booking company che sono state o sono attive oggi sul mercato italiano, clicca qui).
L’ammissione fa seguito al collocamento privato che ha avuto a oggetto 25 milioni di azioni ordinarie al prezzo di 10 euro per azione, a cui sono abbinati warrant, nel rapporto di 5 warrant gratuiti ogni 10 azioni ordinarie, di cui 2 warrant sono stati assegnati alla data di inizio delle negoziazioni e 3 warrant verranno assegnati alla realizzazione dell’operazione rilevante. Il collocamento è stato rivolto a investitori qualificati e a investitori istituzionali con un taglio minimo di sottoscrizione di 100 mila euro.
Come annunciato la scorsa settimana (si veda altro articolo di BeBeez) i due promotori hanno investito anche in azioni ordinarie della Spac. Più precisamente nell’ambito del collocamento i promotori hanno sottoscritto, in parti uguali, azioni ordinarie per un ammontare complessivo di 41,25 milioni di euro, corrispondenti a 4,125 milioni di azioni ordinarie di IdeaMi, pari al 16,50% della raccolta. Banca Imi e Dea Capital detengono inoltre, in parti uguali, 875 mila azioni speciali per un controvalore complessivo di 8,75 milioni di euro, equivalente al 3,5% della raccolta. Le azioni speciali non sono destinate alla negoziazione, sono senza diritto di voto e sono convertibili in azioni ordinarie al ricorrere di precise condizioni.
Banca IMI e Banca Akros ricoprono il ruolo di joint global coordinator e Banca Akros svolge anche il ruolo di Nomad e Specialista. IDeaMI e i promotori sono stati assistiti dallo studio legale Gatti Pavesi Bianchi mentre i joint global coordinator dallo studio legale Gianni, Origoni, Grippo, Cappelli & Partners.
Si tratta della seconda Spac italiana promossa da soggetti istituzionali dopo EPS Equita Pep Spac, lanciata da Equita group e Private Equity Partners e quotata all’Aim lo scorso fine luglio, dopo aver raccolto 150 milioni di euro dagli investitori (si veda altro articolo di BeBeez).
E segue il lancio di Ipo Club, fondo chiuso lanciato nel maggio 2016 dal gruppo Azimut e dal gruppo Electa con 120 milioni di euro di dotazione (su un target complessivo di 150 milioni, si veda altro articolo di BeBeez) e focalizzato sulle medie aziende italiane eccellenti in fase di pre-ipo. Ipo Club investe in strumenti finanziari emessi principalmente da pre-booking company, veicoli di investimento evoluzione delle Spac costituiti ad hoc dalla stessa Ipo Club per convogliare il capitale degli investitori nell’acquisizione di quote di minoranza di medie imprese target da quotare in Borsa entro pochi mesi dalla definizione dell’accordo di investimento. Delle pre-booking company costituite, Ipo Club sarà il principale investitore con il 30% del capitale totale, mentre il restante 70% sarà raccolto tra gli investitori qualificati di volta in volta interessati alle singole operazioni. Grazie a questo sistema aperto, la portata dell’iniziativa è molto più ampia rispetto alla sola dotazione del fondo, arrivando a mettere a disposizione dell’imprenditoria italiana eccellente oltre 400 milioni di euro per ipo accelerate. Una prima pre-booking company (Ipo Challenger 1) ha già condotto la sua operazione rilevante, acquisendo una minoranza di Pharmanutra, che è già stata a sua volta quotata all’Aim Italia lo scorso luglio (si veda altro articolo di BeBeez).