Fattori macroeconomici e un interesse imitato degli offerenti avrebbero portato il fondo scandinavo EQT a mettere in pausa, per il momento, la vendita della maggioranza di Limacorporate, tra i principali produttori mondiali di protesi ortopediche. Lo rivela Unquote.
Le prime voci circa il possibile disimpegno di dell’operatore di private equity sponsorizzato dalla famiglia Wallenberg risalgono a inizio 2020, quindi prima della pandemia, quando si diceva che il gruppo valesse un miliardo di euro (si veda altro articolo BeBeez). Allora EQT aveva dato mandato per gestire l’operazione a Morgan Stanley e Credit Suisse e si ragionava di un’alternativa tra quotazione a Piazza Affari oppure vendita a un soggetto industriale.
Il momento sembrava propizio. Lima Corporate è attiva in un settore strettamente collegato agli ospedali e ai servizi sanitari: il progressivo calo della pressione sulle strutture ospedaliere causata dalla pandemia da Covid, ha fatto riprendere gli interventi di chirurgia ortopedica nelle sale operatorie. Oltretutto nel 2020 il gruppo non aveva sofferto più di tanto le conseguenze della pandemia. Limacorporate aveva infatti chiuso l’anno con un calo delle vendite rispetto al 2019 del 12,9% a 194 milioni di euro da 222,8 milioni a del 2019 e un ebitda rettificato di 51,6 milioni (-10,1% da 57,4 milioni), con un debito finanziario netto di 320,5 milioni da 309,7 milioni (si veda qui la presentazione agli obbligazionisti). Quanto ai nove mesi 2021, al terzo trimestre da inizio anno la società ha registrato ricavi per 155,4 milioni di euro (+9,9% dai 141,4 milioni dei nove mesi 2020), un ebitda rettificato di 46,5 milioni (+26,8% da 36,7 milioni) e un debito finanziario netto di 327,7 milioni dai 320 milioni di fine 2020 (si veda qui il comunicato stampa e qui la presentazione agli obbligazionisti). Il debito, lo ricordiamo, include due bond per un totale di 275 milioni di euro quotati all’ExtraMot Pro di Borsa Italiana emessi nell’agosto 2017 per rifinanziare il debito in essere (si veda altro articolo di BeBeez), per la maggior parte costituito dalle linee di credito emesse da un pool di banche guidate da Unicredit e Ubs a inizio 2016, a supporto del buyout da parte di EQT (si veda altro articolo di BeBeez).
Fondata nel 1945 da Gabriele Lualdi e con sede a Villanova di San Daniele (Udine), Limacorporate nel dicembre 2015 era stata infatti ceduta a EQT da Ardian, dalla famiglia Lualdi, da NB Reinassance e da Mir Capital, con l’amministratore delegato Luigi Ferrari che aveva reinvestito per una minoranza (si veda altro articolo di BeBeez).
La società intanto alla vigilia di Pasqua ha reso noto che Ferrari lascerà il ruolo di cep per perseguire nuove attività (si veda qui il comunicato stampa). Ferrari ha guidato l’azienda per quasi dieci anni, conducendola a nuovi traguardi, come l’apertura del primo stabilimento di produzione al mondo sito all’interno di un ospedale, il ProMade Point of Care for Complex Joint Reconstruction (ProMade PoC), in collaborazione con l’Hospital for Special Surgery a New York. Ferrari rimarrà in LimaCorporate come senior sdvisor dell’Advisory Board e assisterà nella transizione verso la nuova leadership. Manterrà anche la sua partecipazione nella società.
Emmanuel Bonhomme, presidente Europa, Medio Oriente e Africa di LimaCorporate, ricoprirà il ruolo di ceo ad interim con effetto immediato, mentre è stato avviato il processo di selezione per nominare un nuovo leader. Bonhomme è entrato a far parte del management team di LimaCorporate nel giugno 2018. In qualità di presidente dell’EMEA, è responsabile della più estesa regione di LimaCorporate, nonché del P&L, delle vendite e degli investimenti della regione.
In questo ruolo, ha supervisionato importanti iniziative di sviluppo per rafforzare la presenza sul mercato di LimaCorporate, portando la regione a diventare l’area più performante nel 2021, con una forte crescita a doppia cifra dei ricavi e della redditività anche durante la pandemia. Prima di LimaCorporate, Emmanuel ha trascorso più di 25 anni in ruoli esecutivi presso aziende leader nel settore farmaceutico e di dispositivi medici, 16 dei quali nel settore ortopedico.
EQT è come detto l’operatore di private equity svedese sponsorizzato dalla famiglia Wallenberg, una delle più ricche e potenti famiglie di imprenditori svedesi con interessi che vanno da Saab a Ericcson, da Electrolux ad ABB. La famiglia Wallenberg possiede il 20% della società di gestione ed è uno dei principali investitori nei fondi gestiti da EQT. Al momento investe in private equity tramite il fondo EQT VIII, che ha chiuso la raccolta a 10,75 miliardi di euro nel febbraio 2018 (si veda altro articolo di BeBeez). Lo scorso settembre 2021 EQT si è quotato al Nasdaq di Stoccolma con un’ipo da 1,2 miliardi di euro (si veda altro articolo di BeBeez e qui il comunicato stampa). EQT ha aperto a Milano la sua sede italiana nel luglio 2019, con l’ufficio che è diretto da Federico Quitadamo (si veda altro articolo di BeBeez). Sempre nell’estate 2019 il fondo EQT ha ceduto la tedesca Charleston Holding a Kos, azienda del Gruppo Cir partecipata dal fondo F2i (si veda altro articolo di BeBeez). Nel marzo scorso EQT ha comprato dal fondo Charme III, gestito da Charme Capital Partners (l’sgr guidata da Matteo Cordero di Montezemolo), il controllo della spagnola Igenomix, leader mondiale nel settore delle biotecnologie (si veda altro articolo di BeBeez).