A fine maggio il totale delle linee di credito in capo alle società europee oggetto di LBO è sceso a 122 miliardi di euro spalmati su 288 società dai 171 miliardi di fine maggio 2012 distribuiti tra 368 società. Lo calcola Moody’s nel suo ultimo studio sul tema appena pubblicato (scarica qui il report di Moody’s), che precisa anche che 159 società sul totale di 288 ha un debito bancario, per un totale di 68 miliardi di euro, che scade entro il 2015, contro i 133 miliardi spalmati su 254 società di un anno fa.
Sarà perché molte società in portafoglio ai fondi di private equity hanno rifinanziato il debito bancario con l’emissione di bond high yield, sarà perché finalmente sta i fondi stanno trovando più facilità a disinvestire e a cedere a soggetti industriali o sarà anche per effetto degli accordi di ristrutturazione dei debiti siglati dai private equity con gli istituti finanziatori delle aziende partecipate colpite dalla crisi. In ogni caso, il risultato è che il famoso “muro del debito” che vedeva una enorme concentrazione di scadenze tra il 2014 e il 2015, oggi si è ridotto molto. Tanto che ora circa il 44% del debito bancario matura dopo il 2015 contro il 22% registrato nel maggio 2012.
La riduzione del debito bancario in capo alle partecipate dei fondi rispetto all’anno scorso è stata più marcata per le aziende olandesi (-37%), tedesche e britanniche (in entrambi i casi -30%), mentre hanno registrato un calo più contenuto le aziende francesi (-24%) e quelle dei Paesi scandinavi (-23%). Nel complesso il debito delle aziende italiane e spagnole è sceso del 31% da 16 a 11 miliardi di euro. Lo stock di debito più alto resta quello delle aziende britanniche (38 miliardi), seguite dalle società francesi (24 miliardi) e tedesche (23 miliardi).