IMA, il gruppo delistato da Piazza Affari lo scorso gennaio (si veda altro articolo di BeBeez) e attivo nella progettazione e produzione di macchine automatiche per il confezionamento di prodotti farmaceutici, alimentari, bevande e cosmetici, che fa capo a BC Partners e alla famiglia Vacchi, ha siglato un accordo per l’acquisizione dell’80% di FASP srl, che sviluppa sistemi tecnologici per la fabbricazione di motori elettrici: dalla produzione di macchine stand-alone, a impianti complessi, fino alla realizzazione di linee chiavi in mano completamente automatizzate. A vendere il controllo dell’azienda con sede a Montecchio Maggiore (Vicenza) è la famiglia Folco (si veda qui il comunicato stampa di IMA e qui quello di FASP). Il closing dell’operazione è previsto entro fine mese.
Translink Corporate Finance ha agito come consulente finanziario esclusivo per gli azionisti di FASP. Gli avvocati Eleonora Cerin e Claudia Bortolani hanno assistito FASP in qualità di advisor legali. Lo Studio 91 di Vicenza ha affiancato FASP sul fronte fiscale.
Fondata nel 1981, FASP fornisce soluzioni innovative ed efficienti ai produttori di motori elettrici che operano in un’ampia gamma di settori: automotive, veicoli elettrici, domotica, ascensori, elettropompe, motori sommersi, generatori di energia e varie applicazioni industriali riguardanti la tecnologia di avvolgimento e inserimento fili (Pull-In). FASP offre anche servizi di collaudo, installazione e qualificazione, pezzi di ricambio e manutenzione delle apparecchiature. La società ha chiuso il 2019 con 10,5 milioni di ricavi, un ebitda di circa 640 mila euro e liquidità netta per 50 mila euro (si veda qui l’analisi Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente).
Con questa operazione, FASP entra a fare parte di uno dei principali fornitori internazionali di soluzioni per l’automazione, pur mantenendo la direzione generale in capo agli esponenti della famiglia fondatrice, Rinaldo e Andrea Folco.
Questa acquisizione va a implementare il portafoglio di soluzioni ad alto contenuto tecnologico fornito da IMA nel campo delle macchine automatizzate per la produzione di motori elettrici. Rappresenta un ulteriore passo della strategia di IMA per consolidare la propria presenza in tale mercato, dopo l’investimento in ATOP spa (si veda altro articolo di BeBeez).
Il gruppo IMA ha chiuso i primi nove mesi del 2020 con ricavi consolidati per 1,015 miliardi di euro (da 1,008 miliardi al 30 settembre 2019), un ebitda rettificato di 146,6 milioni (da 133,2 milioni) e un debito finanziario netto di 700,9 milioni. L’esercizio 2019, invece, si era chiuso con ricavi consolidati per 1,596 miliardi, un ebitda rettificato di 281 milioni e un debito finanziario netto di 637,1 milioni.
Come spiegato nella relazione al bilancio 2019, l’indebitamento di IMA era già aumentato in maniera importante nel 2019 a seguito dell’adozione per la prima volta dello standard contabile IFRS 16, del pagamento di dividendi nel maggio 2019 e soprattutto degli investimenti per le acquisizioni appunto di ATOP da Charme Capital Partners (si veda altro articolo di BeBeez), di Perfect Pack, Spreafico e Tecmar.