Neuberger Berman ha ceduto a Kharis Capital la quota del 35,55% di Rigoni di Asiago che del Fondo Italiano di Investimento, prima gestito dall’omonima sgr e poi passato sotto la gestione di Neuberger Berman AIFM Ltd, una volta che le quote del fondo sono state sottoscritte in parte dai fondi Neuberger Berman e in parte dal veicolo quotato a Piazza Affari NB Aurora (scarica qui il comunicato stampa). L’operazione era attesa dalla scorsa primavera (si veda altro articolo di BeBeez).
Kharis Capital è un operatore di private equity svizzero che lavora su base deal by deal organizzando gli investimenti diretti di vari family office.
Nel dettaglio, Kharis Capital comprerà la quota nel noto produttore di miele e marmellate tramite il veicolo KC Next Food sca al prezzo di 39 milioni di euro. Ma non solo. Contestualmente al perfezionamento dell’acquisizione della quota di Neuberger Berman, Kharis Capital sottoscriverà un aumento di capitale in Rigoni per 10 milioni di euro, per dare nuovo impulso alla crescita futura di Rigoni, in particolare attraverso l’accelerazione dello sviluppo internazionale. All’esito dell’operazione, quindi, il capitale sociale di Rigoni sarà detenuto per una quota pari al 57,3% da Giochele srl (famiglia Rigoni) e per una quota complessiva pari al 42,7% da Kharis Capital (si veda qui il comunicato stampa di Rigoni).
Consulenti legali dell’operazione sono stati per Neuberger Berman e per il Fondo Italiano di Investimento lo Studio Legale Lombardi Molinari e lo Studio Legale Spinazzi Azzarita Troi Genito; Banca Imi (Gruppo Intesa Sanpaolo) ha agito in qualità di advisor finanziario.
Il Fondo Italiano aveva investito in Rigoni nel febbraio del 2012, sottoscrivendo un aumento di capitale da 500 mila euro per il 2,81% e sottoscrivendo un finanziamento in conto futuro aumento di capitale per altri 9,5 milioni. Nel luglio del 2012 il finanziamento era stato poi convertito in capitale, portando la quota del Fondo appunto al 35,55%.
Rigoni ha chiuso il bilancio consolidato 2017, con ricavi attorno ai 136 milioni di euro (dai 114,8 milioni del 2016), 17 milioni di ebitda (da 12,2 milioni) e 50 milioni di debito finanziario netto (da 43,4 milioni), compresi i 7 milioni di euro di minibond a scadenza luglio 2019 con cedola 6,25% emessi nel 2014 e quotati all’ExtraMot Pro. Per il 2018 sono previsti ricavi per 150 milioni, anche grazie alla crescita prevista negli Usa.
Il processo di vendita è arrivato dopo che l’anno scorso era stata valutata una quotazione in Borsa e dopo che a fine febbraio Andrea Rigoni, amministratore delegato e azionista di controllo con il 64,5% dell’azienda, ha fatto un’offerta per la quota in mano a Neuberger Berman, che però aveva rifiutato.
Tra gli interessati al dossier si erano fatti i nomi del gruppo Ferrero e dell’olandese Royal Wessanen e dei fondi di private equity L Catterton, Ambienta sgr e del londinese Epic Private Equity.