Seconda acquisizione in pochi giorni per La Doria spa, gruppo specializzato nella produzione di derivati del pomodoro, sughi, legumi e succhi di frutta a marchio della grande distribuzione, controllato dal 2021 con una quota del 65% da Investindustrial e per il resto dalla famiglia Ferraioli (si veda altro articolo di BeBeez). Dopo l’annuncio dell’acquisizione di Clas spa, azienda ligure che produce pesto e sughi (si veda altro articolo di BeBeez), infatti, ieri è arrivato quello relativo alla sottoscrizione di un accordo condizionato per l’acquisizione del ramo d’azienda detenuto da Pastificio di Martino Gaetano e F.lli spa, dedicato alla produzione e commercializzazione di pasta secca private label che nel 2023 ha registrato ricavi per 108 milioni di euro e prodotto 107 mila tonnellate di pasta secca (si veda qui il comunicato stampa).
L’operazione prevede anche l’acquisto della quota del 13% detenuta da Pastificio Di Martino in LDH (La Doria) Ltd, società controllata da La Doria, e l’acquisto da parte di Pastificio di Martino di una partecipazione di minoranza nella holding di controllo del Gruppo La Doria.
Nell’ambito dell’operazione è inoltre prevista la stipula di accordi commerciali tra il gruppo La Doria e Pastificio Di Martino, attivo nella produzione e commercializzazione di pasta secca e fresca con i propri storici marchi Pastificio Di Martino, Pastificio Antonio Amato e Pastificio dei Campi. Inoltre, Giuseppe Di Martino assumerà il ruolo di key pasta advisor per il gruppo La Doria, apportando la sua profonda esperienza nel settore della pasta.
L’accordo assumerà efficacia solo subordinatamente all’avveramento di talune condizioni sospensive. Nell’ambito dell’operazione La Doria è stata assistita da Chiomenti sul piano legale e da Ernst & Young per gli aspetti di due diligence contabile e finanziaria. Per Pastificio di Martino Gaetano e F.lli l’operazione è stata seguita da UniCredit in qualità di advisor finanziario, e, per i profili legali, dallo Studio Astolfo Di Amato e Ass.ti
Pastificio di Martino è una azienda storica fondata nel 1912 a Gragnano Città della pasta IGP (Napoli) dalla famiglia Di Martino. Oggi è guidata da Giuseppe e Giovanna Di Martino, pastai di terza generazione, che hanno fondato anche Pastificio dei Campi. Il gruppo controlla anche Pasta Antonio Amato, rilevata nel 2012, mentre nel 2017 ha acquisito il controllo di Grandi Pastai Italiani (si veda qui il comunicato stampa di allora). La società, che dal 2016 è parte della community Elite di Borsa Italiana (si veda qui il comunicato stampa di allora), è impegnata nella produzione e distribuzione di pasta secca, fresca, surgelata e gnocchi e nel 2023 ha fatturato 170 milioni di euro, di cui circa il 90% generato fuori dall’Italia.
Quanto a La Doria, è il primo produttore europeo di legumi conservati, di pelati e polpa di pomodoro nel canale retail e tra i principali produttori italiani di succhi e bevande di frutta, dice la società che si definisce anche il primo produttore in Europa di sughi pronti a marchio delle catene distributive (private labels).
Il gruppo ha chiuso il primo trimestre dell’anno con 320 milioni di euro di ricavi e 42 milioni di euro di ebitda, a fronte di un debito finanziario netto di 250,9 milioni, il che ha portato i ricavi degli ultimi 12 mesi a fine marzo a 1,24 miliardi e l’ebitda a 142 milioni (si veda qui la presentazione dei conti trimestrali agli obbligazionisti). Il 2023 si era invece chiuso con 1,228 miliardi di euro di ricavi (+20,6% dagli 1,01 miliardi del 2022, si veda altro articolo di BeBeez), un ebitda di 133 milioni e un debito finanziario netto di 258,1 milioni (si vedano qui i risultati al 31 marzo 2024).
Ricordiamo che sul fronte del debito a metà maggio il gruppo ha prezzato e collocato un prestito obbligazionario senior secured da 525 milioni di euro a scadenza 2029 e cedola euribor 3 mesi più 450 punti base (si veda altro articolo di BeBeez). Il collocamento è servito a rifinanziare integralmente i 346 milioni di euro di debito bancario in scadenza tra il 2028 e il 2029 e a pagare un dividendo straordinario da 125 milioni di euro agli azionisti. Considerando questa emissione, a fine marzo il debito finanziario netto sarebbe stato di 392,9 milioni.