Progetto Grano spa, controllata dalla famiglia Benedini, ha siglato un accordo con il gruppo canadese Richardson International per la cessione del 100% di Italgrani Usa, società che opera nella commercializzazione, nello stoccaggio, nel trattamento e nella macinazione di cereali in Nord America (si veda qui il comunicato stampa).
Richardson International è stata affiancata da Rabobank come advisor finanziario e da Koley Jessen come consulente legale. Italgrani Usa e i suoi azionisti sono invece stati assistiti da Rothschild & Co. sul piano finanziario; da Gattai, Minoli, Partners come consulente legale, insieme ad Akerman per gli aspetti di diritto degli Stati Unit; e da Zanardi & Partners come consulente fiscale.
Le attività di Italgrani Usa saranno acquisite da Richardson International, la più grande agroindustria del Canada, leader globale nel settore agricoltura e nella lavorazione degli alimenti, attraverso la sua controllata Richardson Oilseed (US) Holdings Limited. Italgrani Usa è proprietaria in particolare di un mulino a St. Louis in Missouri, specializzato in semolino e prodotti di semola di grano duro, di impianti di stoccaggio e di input delle colture in North Dakota e di un ufficio specializzato in commodity trading a Minneapolis in Minnesota
Presieduta da Benito Benedini (ex presidente di Federchimica, di Assolombarda, di Fondimpresa e de Il Sole 24 Ore), Progetto Grano, la cui principale attività era rappresentata da Italgrani Usa, acquisita nel 2006, ha chiuso il 2019 con 227 milioni di euro di ricavi consolidati, un ebitda di 12,8 milioni e un debito finanziario netto di 81 milioni (si veda qui l’analisi Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente)
Curt Vossen, presidente e ceo di Richardson International, ha commentato: “Questa acquisizione è completamente allineata ai nostri obiettivi strategici a lungo termine di diversificazione, espansione geografica e una maggiore presenza nella trasformazione alimentare, passando dalla colza all’avena e ora alla lavorazione del grano duro. La significativa scala di capacità di lavorazione dello stabilimento Italgrani, combinata con le opportunità di origine e le strutture di vendita al dettaglio di input colturali, tutti inclusi in questa transazione, miglioreranno ulteriormente i servizi che saremo in grado di offrire ai nostri clienti produttori, sia in Canada che negli Stati Uniti”.
James Meyer, presidente di Italgrani Usa, ha aggiunto: “Il team Italgrani è lieto di entrare a far parte della famiglia di aziende Richardson International e non vede l’ora di lavorare insieme per far crescere ed espandere ulteriormente l’impronta aziendale di Italgrani USA. Le nostre due società sono ben allineate in quanto entrambe siamo focalizzate sul servizio clienti, soluzioni innovative ed essere buoni amministratori delle risorse”.
Ruggero Benedini, ceo di Progetto Grano, ha concluso: “Siamo fiduciosi che Richardson capirà e coltiverà la cultura unica e le qualità aziendali che hanno reso Italgrani così di successo nel corso degli anni e contribuirà all’ulteriore crescita del business. Vogliamo anche ringraziare in particolare James Meyer, Lisa Rucker (tesoriere di Italgrani USA), il resto del management team e i dipendenti di Italgrani USA per gli ottimi risultati conseguiti negli ultimi quindici anni”.
Italgrani Usa era l’unico asset rimasto in vita del grande gruppo cerealicolo della famiglia di Franco Ambrosio, fallito nell’ottobre del 1999 e rilevato con un concordato fallimentare nel 2006 da Progetto Grano.
Negli anni Ottanta Italgrani fatturava circa un miliardo di euro l’anno e movimentava 3 milioni di tonnellate di merci, con servizi di stoccaggio in silos per 700 mila tonnellate tra Italia e Stati Uniti. Il gruppo commercializzava cereali con una quota del 12,2% nel mercato nazionale e del 45% del trading mondiale del grano duro. I ricavi erano generati per il 60% all’estero, con un 21% negli Usa, un 19% Nord Africa e il 15% Russia. Quanto a Italgrani Usa, nel 2006, anno in cui Benedini è effettivamente subentrato nel capitale della società, fatturava 197,5 milioni di dollari con un ebitda di 7,3 milioni (si veda altro articolo di BeBeez).