NB Renaissance ha aumentato ieri il prezzo dell’opa su SIcit Group da 15,45 a 16,8 euro per azione e spostato la data di scadenza dal 7 al 9 luglio (si veda qui il comunicato stampa), cedendo quindi alle pressioni del mercato che aveva mantenuto stabilmente le quotazioni di Sicit Group al di sopra del prezzo di opa (si veda altro articolo di BeBeez), fomentato dalle critiche di alcuni azionisti di minoranza e in particolare dei consiglieri Raymond Totah e Matteo Carlotti, rappresentanti di Promosprint Holding (che possiede l’8,46% di Sicit), il promotore della Spac SprintItaly con cui la società aveva condotto la business combination nel maggio 2019 (si veda altro articolo di BeBeez). Chi invece sin da subito aveva aderito all’opa, conferendo il proprio 40,47%, è il socio di riferimento Intesa Holding, nell’ambito di un accordo, che lo vedrà successivamente acquisire una partecipazione paritaria con NB Renaissance nel controllo indiretto di Sicit Group, rimanendo in tal modo azionista industriale di riferimento dell’azienda attiva nella trasformazione con tecnologie proprietarie dei residui dell’industria conciaria in biostimolanti per l’agricoltura e ritardanti per l’industria del gesso, realizzando un modello di economia circolare sostenibile.
A ieri, quindi a due giorni dalla conclusione dell’offerta, non più del 42% delle azioni oggetto di offerta era stato apportato (contro un limite minimo del 95%, salvo rinuncia a tale condizione da concordare anche con Intesa Holding), secondo quanto segnalato da Borsa Italiana. Per giunta lo stesso giorno era stata data notizia che il cfo della società, Gianpaolo Simionati, e il direttore commerciale Alessandro Paterniani, hanno ceduto parte delle proprie azioni sul mercato, quindi a prezzi ben superiori a quello di offerta, rispettivamente a 16,35 e 16,4 euro, stando a quanto emerge dalle comunicazioni internal dealing. Non certo un segnale che incoraggerebbe gli altri azionisti ad aderire all’offerta.
E così NB Renaissance ieri ha appunto comunicato che il suo veicolo di investimento Circular BidCo ha prorogato la scadenza e soprattutto aumentato il prezzo dell’offerta, questa volta a un livello che il mercato ha dimostrato di apprezzare, visto che le quotazioni si sono allineate, chiudendo la seduta borsistica di ieri appunto 16,8 euro per azione, con un rialzo del 3,4%.
L’offerta di 16,80 euro per azione incorpora un premio, rispetto alla media ponderata dei prezzi ufficiali antecedenti alla data di annuncio, del 28,2% a 6 mesi e del 36,8% a 12 mesi. Il corrispettivo esprime una valutazione implicita pari a 15,3 volte il margine operativo lordo rettificato 2020 (ebitda) e circa 13 volte quello stimato per 2021. Al momento dell’operazione che aveva portato Sicit Group in Borsa attraverso la Spac SprintItaly, approvata l’11 gennaio 2019, la valutazione di Sicit Group corrispondeva a un multiplo implicito EV/Ebitda 2017 di circa 7 volte (si veda altro articolo di BeBeez). Nel periodo tra la quotazione di Sicit Group e la data di annuncio dell’opa, il moltiplicatore medio EV/Ebitda è stato pari a 8,9 volte.
NB Renaissance il 16 aprile scorso aveva annunciato l’intenzione di lanciare l’opa su Sicit a un prezzo di 16 euro per azione, da cui sarebbe stato detratto qualsiasi dividendo eventualmente deliberato e corrisposto prima della data di pagamento del corrispettivo dell’opa (si veda altro articolo di BeBeez), cioé 0,55 euro per azione, che portava il corrispettivo unitario netto appunto a 15,45 euro. Nel maggio scorso avevano annunciato l’intenzione di lanciare un’opa totalitaria su Sicit anche Syngenta Crop Protection, colosso svizzero dell’agroindustria che fa capo a ChemChina, e la controllata Valagro, produttore abruzzese di biostimolanti. Le due società offrivano molti di più di Circular Bidco, 17,30 euro per azione, più il dividendo (si veda altro articolo di BeBeez). Tuttavia le due società lo stesso mese hanno rinunciato perché l’offerta includeva una proposta di partnership industriale rivolta agli stakeholder della società e in particolare all’azionista di maggioranza Intesa Holding, che però aveva rispedito al mittente l’offerta (si veda altro articolo di BeBeez).