Seves si sta finalmente dirigendo verso un accordo di ristrutturazione del debito sulla base dell art. 182 bis della Legge Fallimentare, con la relativa domanda che sarà presentata ai Tribunali di Firenze e di Milano contestualmente alla firma dell’intesa tra le banche finanziatrici e i fondi azionisti Ergon Capital e Vestar. Lo rivela oggi MF-Milano Finanza, precisando che le trattative tra banche e azionisti sono ormai arrivate agli ultimi dettagli, dopo uno stop di un paio di mesi, quando Intesa Sanpaolo non aveva voluto dare il suo via libera alla proposta di accordo, che era stata invece accettata dalle altre banche coinvolte (BnpParibas, Unicredit e Ge Capital).
Dopo il dietrofront del fondo Sun Capital a inizio maggio, si era fatto avanti Triton Partners (si veda altro articolo di BeBeez) con una sua proposta per rilevare l’intero capitale del gruppo produttore di mattoni in vetro, nato dall’ex Vetroarredo. L’operatore anglo-tedesco Triton sino ad ora non ha ancora mai concluso operazioni in Italia. Al momento, però, sta lavorando su due tavoli. Oltre che sull’operazione Seves, è impegnato anche nelle trattative esclusive con le banche azioniste di Global Garden Products, per rilevare il controllo del gruppo produttore di trattorini tagliaerba (si veda altro articolo di BeBeez).
Triton si è impegnato a rilevare per un euro l’equity di Seves dagli attuali azionisti e a investire capitali freschi per rimborsare parte dei crediti e per il rilancio del gruppo, contestualmente a un’operazione di abbattimento importante del debito, concertata con le banche finanziatrici. Il tutto per un’iniezione di nuova finanza per circa 70 milioni, distribuiti tra equity e nuove linee di credito senior e supersenior, e con Seves che al termine dell’operazione si troverebbe con un debito abbattuto a soli 50-70 milioni. La proposta di Triton prevede che a Unicredit e Ge Capital, le banche meno esposte sul gruppo, venga rimborsato il 15% delle linee sindacate e che invece a Bnp Paribas e Intesa Sanpaolo, cioè le banche più esposte, venga rimborsato il 19% delle linee sindacate e e che il credito residuo venga convertito in equity. Il tutto, in presenza di una proposta di rimborso al 100% delle linee revolving.
A fine 2012 il debito finanziario netto di Seves era ancora di ben 230 milioni, a fronte di un ebitda di 22 milioni (dai 32,5 milioni del 2011) e di un fatturato di 340 milioni (da 368,4 milioni). Ma secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza quest’anno il trend si è invertito e sembre che il gruppo riuscirà a raggiungere i 350 milioni di ricavi e i 40 milioni di ebitda.
Seves versa dal 2009 in cattive acque, tanto che le banche creditrici per tre volte hanno dovuto convertire parte dei crediti in strumenti partecipativi del capitale di Seves Holding. L’ultima mossa risale al settembre 2012, con le banche che hanno convertito 46 milioni di crediti, dopo i 130 milioni convertiti a fine 2011 (quando il debito finanziario netto era di 460 milioni) e i 50 trasformati in equity nel 2009.