SisalPay | 5, primo operatore italiano per servizi di pagamento di prossimità, nato lo scorso anno dall’integrazione dei business dei servizi di pagamento di Sisal Group (SisalPay) e di Banca 5 spa(Gruppo Intesa Sanpaolo), è stato ribattezzato Mooney (si veda qui il comunicato stampa). “La nuova realtà nata dall’unione di SisalPay e Banca 5 ha dato prova di grande resilienza, soprattutto in un periodo delicato come quello attuale, e ci ha permesso di continuare a servire al meglio i nostri clienti”, ha detto l’amministratore delegato Emilio Petrone.
Mooney è la prima realtà italiana di proximity banking & payments con una storia consolidata, ereditata dalle due società e una capillare presenza sul territorio di oltre 45 mila esercizi dislocati anche nei comuni e nelle frazioni più piccole del Paese. Offre servizi di incasso bollette, carte prepagate e ricariche telefoniche e servizi che prima erano disponibili solo nelle filiali bancarie, come prelievi e bonifici. Inoltre Mooney sta sviluppando una nuova carta prepagata dotata di funzionalità uniche nel segmento di appartenenza e consolidando il primato nei pagamenti verso la Pubblica Amministrazione, attraverso PagoPa.
Sisal Pay Group spa è nato formalmente a fine 2019 come newco che ha acquisito le attività di servizio di pagamento di Sisal Group e di Banca 5 ed è controllato al 70% da Sisal Group spa (a sua volta controllato da CVC Capital Partners) e al 30% da Banca 5 spa . Sisal Pay Group a sua volta controlla al 100% SisalPay Servizi spa e SisalPay spa. Quest’ultimo è l’istituto di moneta elettronica soggetto a vigilanza di Banca d’Italia prima noto come Qui! Financial Services spa, che è stato acquisito da Sisal Group nell’estate 2019, rilevandolo da fallimento di Qui! Group. La relazione al bilancio 2019 di Sisal Group spiega che a fine luglio 2019 Banca d’Italia aveva autorizzato l’acquisizione di Qui! Financial Services da parte di Sisal Group. QFS era stata dichiarata fallita dal Tribunale di Genova a fine ottobre 2018, nell’ambito appunto della procedura concorsuale aperta a carico della controllante Qui Group spa (si veda altro articolo di BeBeez). L’operazione si è poi conclusa a seguito dell’esito positivo del processo di vendita delle azioni di QFS indetto dal curatore fallimentare. Sisal Group ha pagato inizialmente 1,5 milioni di euro per il 98,23% del capitale e ha successivamente proceduto all’acquisto del restante 1,77% dalle minoranze per altri 50 mila euro.
Come si legge nella relazione al bilancio consolidato 2019 di Sisal Group, l’operazione che ha dato luogo alla costituzione di Sisal Pay Group è consistita nella cessione da parte di Sisal Group e di Banca 5 dei rispettivi rami d’azienda attivi nel settore dei pagamenti e delle ricariche telefoniche a favore di SisalPay e SisalPay Servizi, controllate da SisalPay Group.I conferimenti dei rami d’azienda da parte di Sisal Group e Banca 5 ammontano a un valore complessivo di un miliardo di Euro e, rispettivamente, a 750 milioni e 250 milioni. Per finanziare l’acquisizione dei rami d’azienda da parte delle controllate, Sisal Pay Group nel dicembre 2019 ha emesso un bond a 7 anni da 530 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez) e sottoscritto con un pool di banche una linea di credito di tipo revolving per un massimo di 92,5 milioni (utilizzata a fine 2019 solo per 5 milioni). A sua volta Sisal Group ha utilizzato la provvista rinveniente dalla cessione del business dei servizi di pagamento che gestiva in presa diretta per rimborsare integralmente il proprio prestito obbligazionario a tasso variabile da 325 milioni e parzialmente, per 125 milioni, quello a tasso fisso originariamente pari a 400 milioni oltre agli interessi maturati alla data e all’onere di “redemption” anticipata pari a circa 11 milioni (si veda altro articolo di BeBeez).
Sisal Group è controllato dal maggio 2016 da CVC Capital Partners (si veda altro articolo di BeBeez). Il primo semestre 2020 si è chiuso in calo con 208 milioni di ricavi netti (da 414,2 milioni nel primo trimestre 2018) e un ebitda rettificato di 66,7 milioni (da 126 milioni) a fronte di un debito finanziario netto di 293,4 milioni (da 257,3 milioni). Il bilancio 2019 si era invece chiuso con ricavi consolidati per 869,4 milioni, un ebitda rettificato di 259,6 milioni e un debito finanziario netto di 731 milioni.