Sarà la prossima riunione del Consiglio di amministrazione fissata per il 7 aprile quella cruciale per capire qualcosa di più sul futuro di TIM. In quella riunione infatti il Cda dovrà valutare l’offerta vincolante che ha chiesto a KKR di depositare entro il 4 aprile. La richiesta è contenuta nella lettera di risposta inviata nei giorni scorsi dai consiglieri del gruppo tlc al colosso del private equity Usa, in risposta alla lettera che lo stesso fondo aveva inviato pochi giorni prima, che aveva chiesto l’apertura della due diligence e confermato l’interesse per l’intera TIM, ma che non aveva chiarito come richiesto se l’entità dell’offerta messa sul tavolo a novembre fosse rimasta la stessa, cioè circa 11 miliardi di euro di equity value per il 100% di TIM al prezzo di 0,505 euro per azione, pari a un enterprise value di circa 33 miliardi.
Sempre il 7 aprile è ragionevole pensare che il Cda potrà prendere una posizione anche sull’offerta non vincolante pervenuta nei giorni scorsi da CVC Capital Partners per il 49% dell’area Enterprise di ServCo, la newco dei servizi del gruppo TIM, che nascerà dopo la separazione da Netco (rete e Sparkle), secondo il progetto di scorporo previsto dal ceo Pietro Labriola (si veda altro articolo di BeBeez). Offerta che, secondo quanto riferito da più fonti, valuterebbe l’area Enterprise circa 6 miliardi di euro, debito compreso, cioé una cifra che si colloca un poco al di sopra del minimo dell’ampio range di valutazione di 5-10 miliardi calcolato da alcuni analisti nei giorni scorsi. Ricordiamo che il fatturato aggregato 2021 delle attività che formeranno l’area Enterprise di ServCo è stato di circa 2,7 miliardi di euro sul totale di 9,9 miliardi dell’intera ServCo (si veda qui la presentazione agli analisti) con un margine ebitda al 27/28%, ovvero di 730-760 milioni di euro. Su queste basi, ha calcolato Bestinver, con un multiplo ev/ebitda 2022 dei competitor pari a 15 volte e considerando che nella ServiceCo l’ebitda 2022 dovrebbe deteriorarsi leggermente, “ci ritroveremmo con un EV di circa 10/10,5 miliardi di euro per il business enterprise” (si veda qui MF Milano Finanza ).
Intanto ricordiamo che lunedì mattina con una nota TIM aveva confermato l’arrivo di una offerta non vincolante da parte di CVC relativa all’acquisto di “una partecipazione di minoranza in una società, da costituire in caso di perfezionamento dell’operazione, nella quale sarebbero incluse le attività della divisione Enterprise di TIM (cioè connettività e servizi ICT) oltre a quelle di Noovle, Olivetti, Telsy e Trust Tecnologies. La proposta sarà sottoposta alle determinazioni di competenza del Consiglio di Amministrazione di TIM”. La stessa nota aveva inoltre confermato che proseguono le interlocuzioni con KKR, “al fine di acquisire le indicazioni necessarie per giudicare concretezza, attualità e attrattività della manifestazione non vincolante ed indicativa di interesse inviata in data 17 novembre 2021” .
Il Cda di ieri, quindi, pur essendo stato riunito quattro ore, è stato ancora soltanto interlocutorio, anche perché aveva già dato mandato nella riunione precedente all’ad Labriola e al presidente Salvatore Rossi di avviare l’interlocuzione con KKR, formale e ulteriore rispetto a quelle già intraprese, nella prospettiva della massima valorizzazione della società, con riferimento anche ad altri eventuali soggetti interessati, quindi anche con CVC.