Settimana in grande spolvero per alcune delle società di private equity, venture capital e private credit quotate sulle principali borse Usa ed europee, mentre alcune altre hanno sofferto cali sensibili. Emerge dal colpo d’occhio offerto dalle tabelle pubblicate nella pagina Trading floor di BeBeez, in collaborazione con eToro.
In particolare, la settimana che si è conclusa il 2 febbraio è stata particolarmente buona per Mutares: la holding di investimento tedesca, specializzata nel rilancio di aziende in condizioni difficili, ha infatti guadagnato il 4,74%, senza grandi notizie positive, ma ancora sull’onda del successo del collocamento di ulteriori 100 milioni di euro di bond una quindicina di giorni fa, quando il gruppo ha appunto ampliato la sua emissione obbligazionaria a scadenza 31 marzo 2027 emessa inizialmente per 100 milioni nel marzo 2023 e poi ampliata per altri 50 milioni nel maggio successivo. I proventi netti dell’emissione, si legge nel comunicato stampa diffuso allora, consentiranno a Mutares di supportare il suo programma di m&a. In particolare, Mutares prevede di effettuare tra le 10 e le 15 acquisizioni quest’anno. L’obiettivo dichiarato è quello di raggiungere un fatturato complessivo di gruppo di 7 miliardi di euro a fine 2025 e di circa 10 miliardi a fine 2028, con l’utile netto della holding che dovrebbe raggiungere i 125-150 milioni di euro per l’anno fiscale 2025 e i 200 milioni per l’anno fiscale 2028. La strategia di costante allargamento del portafoglio e quindi della base dividendi, sta peraltro riscuotendo sempre maggiore apprezzamento da parte di investitori e analisti, come quelli di Pareto Securities. E infatti il titolo è in crescita costante da un anno a questa parte: oggi viaggia attorno ai 38 euro per azione, contro i 20 euro di un anno fa.
Sempre in Europa si è distinta invece in negativo la scorsa settimana la performance di Bridgepoint che ha perso il 4,9%, proseguendo una discesa iniziata lo scorso 25 gennaio, all’indomani dell’annuncio dell’acquisizione di una quota di controllo nel gruppo Kerv, leader di mercato nella consulenza alle aziende sulla transizione digitale (si veda qui il comunicato stampa).
Sulla sponda opposta dell’Atlantico, è da segnalare in positivo la performance di Hamilton Lane, fondo di private equity della Pennsylvania che ha più di 850 miliardi di dollari in gestione, il quale ha chiuso la settimana in progresso del 3,6%, beneficiano ancora della spinta impressa al titolo dai risultati per il secondo trimestre dell’esercizio 2023-24 migliori delle attese del mercato, con commissioni di gestione in crescita del 18% su 12 mesi prima (si veda qui il comunicato stampa).
Molto bene anche per il colosso KKR&Co, che ha chiuso con un +3,19%, ma in particolare ha guadagnato il 5% da giovedi 1° febbraio, sulla notizia del closing della raccolta di un megafondo infrastrutturale da 6,4 miliardi di dollari da investire nell’area Asia Pacifico (si veda qui il comunicato stampa). Si tratta del più grande fondo della categoria mai raccolto, e sarà investito soprattutto in progetti dedicati alla transizione energetica. Prevedibile quindi un forte aumento dei ricavi da management fee per il colosso del private equity.
Sempre in casa KKR, però, c’è chi ha sofferto. Con un calo di ben il 7,6% si è segnalato in negativo il fondo immobiliare KKR Real Estate Finance Trust, i cui risultati 2023 non sono ancora noti essendo attesi per domani 6 febbraio. Tuttavia il gigante del mattone lo scorso 31 gennaio ha annunciato un dividendo di poco superiore ai 40,6 centesimi di dollaro, relativo all’ultimo trimestre 2023, da destinare alle preferred shares, mentre nello stesso comunicato stampa non si fa parola delle azioni ordinarie. Non si tratta di un buon auspicio per i risultati di fine anno visto che le preferred share hanno la precedenza sui titoli ordinari in materia di distribuzione degli utili.
Settimana ancora peggiore per i l titolo Oaktree Specialty Lending, gigante del private debt, che ha perso l’8,5%. Il gruppo di Los Angeles, a causa dei problemi sorti presso quattro aziende debitrici e di una serie di svalutazioni, ha riportato infatti proventi finanziari per 98 milioni di dollari nel primo trimestre dell’anno fiscale 2023-24, contro i 102,2 del trimestre precedente (si veda qui il comunicato stampa). Risultato, un utile per azione non superiore a 14 centesimi contro i 22 di 12 mesi prima, e soprattutto contro un aspettativa degli analisti di 62 centesimi.