Firenze inaugura l’ingresso del gruppo olandese Student Hotel (THS) in Italia, con un modello ibrido di ospitalità rivolto a studenti, lavoratori, anche per lunghe permanenza e turisti e viaggiatori ordinati. L’idea è una nuova ospitalità, smart, colorata e pop anche nell’arredo, con servizi differenziati per target e fasce di prezzo, raffinati. L’idea è riutilizzare grandi strutture in disuso per valorizzarle, rivalutando l’area territoriale circostante. Punto di forza la realizzazione di una “cittadella” autonoma, dove lo studente in particolare può trovare tutto quello che gli occorre, aperta alla città. Un hotel-città in dialogo con l’esterno che diventa una sorta di nuovo modello di business simile a una start up innovativa: punto di forza gli spazi modulabili in locazione di co-working, in grado di intrecciare lo spazio e il tempo creativo professionale con quello ricreativo. Interessante sotto il profilo sociologico, si apre a nuove comunità multietniche, favorendo l’apertura ad ampio raggio a fasce di popolazioni diverse per nazionalità, età, professionalità. Socializzazione, multi servizi e sicurezza i punti di forza dell’offerta rivolta agli studenti.
Situato in zona semi-centrale, molto vicino alla stazione ferroviaria di Santa Maria Novella, è in una posizione strategica, fuori dal centro storico, nell’ex palazzo storico delle Ferrovie alle quali resta un’ala della struttura.
Con una vista mozzafiato, il Duomo in primo piano, e una sorta di piano sequenza lunghissimo che copre da San Miniato, fino al mercato centrale, la Chiesa del Cestello e il nuovo teatro dell’Opera, la grande struttura, è stata oggetto di una rivisitazione totale con un aspetto giocoso, pop e coloratissimo, arredi minimal relativamente economici, punta sul dialogo tra spazi interni ed esterni grazie ad ampie vetrate ed una scelta sapiente della luce. Un investimento sul mattone che diventa un business per la città con 390 camere e circa 120 nuovi posti di lavoro. Sulla terrazza dove si affaccia il bar e una piccola piscina suggestiva abbiamo incontrato Marc Sampietro, Regional Operation Director di THS per il Sud Europa al quale abbiamo chiesto di raccontarci il Concept della compagnia olandese che nel paese dei mulini ha ben 9 strutture e la realizzazione sartoriale su misura della città dei Medici.
“Firenze è la prima struttura che fuori dall’Olanda è stata realizzata partendo da zero e diventando per il gruppo un Palazzo Vetrina, mentre ad esempio Parigi e Barcellona sono esempi di “semplici” ristrutturazioni. Altra novità il modello ibrido di gestione per il 60-70% riservato agli studenti e per la quota restante a disposizione di viaggiatori di varie tipologie, con la possibilità di occupare la camera fino ad un massimo di un anno; mentre per gli studenti in Italia non saranno fissati limiti di tempo ma la possibilità di trasferirsi, in base alla disponibilità, da una struttura all’altra del gruppo cambiando città. L’idea è un luogo da vivere notte e giorno ma aperto alla città, una sorta di centro polifunzionale che prevede un forno, un negozio di musica, uno store per le biciclette, una boutique di moda attenta alle tendenze del mercato, e ancora una pasticceria, un bistrot e un ristorante gourmet; probabilmente a breve anche una libreria.”
Che tipo di risposta vi aspettate sul mercato italiano? “L’annuncio ci ha dato fiducia perché già il 50% per cento degli uffici è affittato e i prezzi per gli studenti, che variano a seconda della durata del periodo di locazione, sono calibrati con gli affitti, dando la possibilità di avere tutti i servizi all’interno (una camera con bagno, colazione compresa e attraverso un sistema tecnologico di app gestibili da telefono, la prenotazione di bicilette, lavatrice, stireria, frigo e uso cucina con spazi privati per stoviglie, garantendo sicurezza e vigilanza 24 ore su 24. All’estero il modello sta funzionando con un’occupazione delle strutture del 100 per cento.”
Il gruppo è frutto della partecipazione del fondo d’investimento inglese Aermont Capital LLP, del fondo pensionistico olandese APG e di una partecipazione diretta di Charlie MacGregor, presidente di Student Hotel e fondatore di questo modello di business il cui obiettivo, di 1,8 miliardi di investimento per il 2021, è di recuperare grandi strutture che garantiscano la redditività della struttura alberghiera, con un effetto di irradiazione sui quartieri in generale da valorizzare ma ad alto potenziale.
“E’ una scommessa – ha raccontato Marc Sampietro – che all’estero ha funzionato e che puntiamo a sviluppare fortemente nei prossimi anni, rafforzando la presenza nel sud Europa, in particolare in Spagna e Portogallo. Dopo l’avventura del cosiddetto “palazzo del sonno” che ci è sembrata una denominazione vincente per un hotel, anche se la struttura è tutt’altro che sonnolenta, le prossime aperture saranno a Bologna per fine anno negli spazi dell’ex Telecom (dietro la Stazione) e Roma nel 2020 nell’ex Dogana a San Lorenzo. Sempre nel 2020 a Firenze è previsto il recupero dell’ex Fiat in viale Belfiore e della Manifattura Tabacchi per un totale di 1500 camere.
Qual è il criterio di scelta dei siti? “Città con alta presenza studentesca che nei periodi di vacanza garantisca la presenza massiccia di turisti: in tal caso Venezia, Milano e anche Torino sono sedi appetibili alle quali stiamo guardando.”
Il calendario è fitto tra Madrid, Barcellona, Berlino, Tolosa, Lisbona e Oporto in Portogallo, con un occhio al Canada, destinazione Montreal. L’obiettivo è di arrivare a 65 hotel nel 2021.
Nel tempo l’idea è di creare una vera e propria community internazionale con una serie di eventi professionali, ricreativi e culturali che favoriscano lo scambio di idee e la sinergia tra le persone, come l’idea di un concorso di cucina tra le varie nazionalità rappresentate dagli ospiti. Tra le particolarità della struttura fiorentina un accordo con il ristorante La Ménagère che ha dato vita al Progetto 000 – out of ordinary – non un semplice accordo, adattandolo al modello giovanile di consumo e di stile.
In tal senso anche le figure professionali impiegate riflettono questa scelta come nel caso del connector, figura professionale nuova che promuove proprio il network tra le diverse strutture del gruppo e favorisce l’incontro tra professionalità e competenze diverse.
Grazie a GIADA LUNI.