Il mercato immobiliare italiano ha risentito chiaramente della pandemia da coronavirus, con investimenti per 8,3 miliardi di euro nel 2020, in calo del 33% nel 2020 e del 15% rispetto alla media degli ultimi 5 anni. Lo rileva JLL (si veda qui il comunicato stampa). Alcuni settori, tra cui retail, alberghiero e uffici, sono stati maggiormente impattati dalla pandemia da Covid-19 e si trovano dunque oggi di fronte alla necessità di cambiare profondamente i propri paradigmi e di guardare verso lo sviluppo tecnologico. La logistica invece ha beneficiato della pandemia.
Il settore retail ha registrato una contrazione del 18% anno su anno nel volume degli investimenti: il mercato high street è stato il più colpito dagli effetti della pandemia a causa dell’aumento del lavoro a distanza che ha svuotato le città e dell’assenza di turisti nelle principali città europee. I consumi torneranno ai livelli pre-Covid solamente nel 2023 mentre il canale online e quello fisico continueranno a mescolarsi fino a diventare complementari. Nel breve-medio periodo, JLL si aspetta che gli investitori si mantengano cauti verso il settore e che prosegua la pressione sui canoni. Vi è invece interesse verso gli asset mixed use, office/residenziale e retail, nelle principali high street mentre per quanto riguarda l’out of town, le differenti aspettative di prezzo tra compratore e venditore limiteranno i volumi.
Per quanto riguarda il settore alberghiero, la pandemia ha fatto registrare un -76% anno su anno nel volume di investimento. Ma il settore dovrebbe riprendersi dallo shock non appena la situazione sarà tornata alla normalità. La pandemia ha accelerato alcune tendenze del settore e ha incoraggiato gli operatori alberghieri ad essere più creativi nell’attrarre ospiti e nel diversificare le entrate. Alcuni investitori e operatori alberghieri stanno valutando l’opportunità di fornire servizi di co-working, nelle aree prima destinate agli eventi o nelle stanze, o di convertire i loro asset ad altre destinazioni d’uso.
Il settore uffici ha registrato un calo del volume degli investimenti pari al 34% anno su anno. Per quanto riguarda il mercato leasing, Milano ha registrato una contrazione del 41% del take-up negli ultimi 12 mesi, Roma del 54%. Le aziende si stanno adattando a modalità di lavoro ibride che prevedono il lavoro in ufficio, da casa o in altre location come spazi di coworking o uffici distribuiti nel territorio sul modello Hubs&Clubs. Nel 2021, le aziende rimodelleranno il loro portafoglio immobiliare e rivoluzioneranno i modelli di uffici: la salute e il benessere dei dipendenti saranno le principali priorità di investimento mentre l’ufficio diventerà una parte fondamentale della cultura aziendale. La domanda di qualità, tecnologia e sostenibilità crea l’opportunità per riqualificare e rigenerare lo stock esistente. Nel lungo termine, le caratteristiche innovative dei nuovi uffici guideranno e sosterranno la domanda di spazi: l’aumento di zone relax, le aree per attività collaborative più o meno informali, gli spazi flessibili e l’attenzione al benessere dei dipendenti costituiranno la base per un nuovo uso dell’ufficio.
Il mercato logistico ha invece raggiunto un nuovo record nel 2020 registrando 2,3 milioni di mq di assorbimento di spazi in affitto, pari al 25% in più rispetto all’anno scorso, e un +3% anno su anno a livello di investimenti. Le nuove tendenze della logistica urbana stanno portando alla nascita di progetti innovativi per il settore, come edifici a più livelli e micro-centri di distribuzione locali. Per sostenere la crescente domanda di spazi da destinare alla logistica dell’ultimo miglio, ci aspettiamo uno sviluppo dell’attività di riconversione. Il comparto alimentare, i prodotti farmaceutici e la necessità di spazi a temperatura controllata guideranno la domanda occupazionale e saranno al centro dell’interesse degli investitori. Tema cardine per lo sviluppo del settore sarà anche l’attenzione alla sostenibilità, per cui gli asset che non rispecchieranno gli standard richiesti rischieranno di finire fuori mercato.
“La pandemia globale da Covid-19 ha dimostrato di essere un acceleratore di cambiamento e trasformazione per l’intero settore immobiliare che durerà ben oltre la crisi sanitaria: sostenibilità, digitale e tecnologia, flessibilità nell’utilizzo degli spazi e rigenerazione caratterizzeranno gli edifici del futuro. Queste tendenze stanno influenzando il mercato immobiliare e continueranno a farlo anche nel lungo periodo. Le risposte che verranno date a queste richieste di cambiamento avranno un impatto non solo sul futuro del settore, ma anche sulle nostre comunità, sulle città e sull’intera società. I cambiamenti in atto sono una opportunità unica per ripensare gli spazi e riqualificare le città con un’attenzione crescente alla salute e al benessere di chi li vive”, ha commentato Barbara Cominelli, ceo di JLL Italia.
Per quanto riguarda il 2021, ieri Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari, nell’ambito di Re Italy Winter Forum 2021 ha affermato: “Le prospettive per il 2021 sono ovviamente condizionate al momento della effettiva ripartenza del sistema economico e alla progressiva uscita dalla crisi pandemica. Si ipotizza un ritorno alla quasi normalità nel secondo trimestre dell’anno si stima una ripresa del mercato nazionale del 7,7% arrivando a quasi 119 miliardi di euro, nella media del decennio passato”. A suo avviso, tutti i settori, escluso il commerciale retail, dovrebbero avere rimbalzi dovuti a un accumulo di domanda.
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