in Italia il mattone “bello” (castelli, palazzi e immobili di pregio non residenziali) vale 16,8 miliardi di euro. E’ la stima di Mario Breglia, presidente di Sidief (Società italiana di iniziative edilizie e fondiarie), società per azioni interamente posseduta dalla Banca d’Italia. I numeri delle bellezze architettoniche italiane sono stati snocciolati ieri al convegno intitolato “Il valore del bello”, organizzato dalla stessa Sidief in collaborazione appunto con la Banca d’Italia (si veda qui la ricerca completa sul tema).
“Ci pare ovvio parlare di bellezza legandola alla moda e all’arte, ma sussiste una cesura quando si parla di immobili e territorio, invece la bellezza andrebbe riportata anche nel settore immobiliare”, ha commentato Breglia.
![](https://bebeez.it/wp-content/uploads/2021/10/spesa-x-il-bello-e1634141815151.png)
“Nel nostro Paese”, ha proseguito Breglia, “gli edifici residenziali e non residenziali storici rappresentano il 23,2% del valore totale degli immobili in Italia, mentre gli immobili culturali come chiese e musei sono circa 100 mila L’Italia vanta uno dei patrimoni più importanti del mondo, ma spende per essi solo 5,1 miliardi di euro, cioè un terzo di quanto spende la Francia”.
Sul tema è tornato Ezio Micelli, professore ordinario di estimo e valutazione economica del progetto Università IUAV di Venezia, che ha sottolineato come l’Italia sia il Paese con il maggior numero di siti riconosciuti patrimonio dell’umanità dall’Unesco (58) e ha il primato mondiale della bellezza a livello mondiale. Tuttavia, è anche il Paese che spende meno in Europa.
![](https://bebeez.it/wp-content/uploads/2021/10/abusivismo-e1634141888882.png)
Micelli ha inoltre evidenziato che le amministrazioni locali tendono a sacrificare le risorse destinate a tutelare il bello, soprattutto nel Mezzogiorno, dove è più diffuso anche l’abusivismo edilizio. In nord Italia invece cresce in modo lineare il consumo del suolo. Abitare il patrimonio significa averne cura e il coraggio di curarlo e trasformarlo. In proposito, il professore ha citato Walter Benjamin, secondo il quale “Abitare significa lasciare impronte”.
Il convegno di Sidief e Banca d’Italia ha poi lasciato spazio alle testimonianze degli operatori del settore immobiliare sul tema delle valorizzazioni, riqualificazioni e costruzioni di nuovi immobili. Alessandro Corte Rappis, responsabile asset management per il Norditalia di Generali Real Estate sgr, che a sud delle Alpi gestisce un patrimonio di 10 miliardi di euro, ha spiegato che la sgr ha curato il recupero delle Procuratie Vecchie di Venezia. L’edificio, che risale al XII secolo, era nato per ospitare i procuratori generali di Venezia e poi ha avuto diverse destinazioni d’uso, tra cui uffici del Gruppo Generali. “Attualmente l’asset è in fase di recupero, che finirà quest’anno. Al termine della riqualificazione, l’immobile ospiterà la Fondazione The Human Safety Net, che fa capo a Generali. Nella ristrutturazione, la sfida è stata conciliare mantenimento del rigore storico dell’edificio con le esigenze della fondazione”, ha spiegato Corte Rappis.
Generali ha anche riqualificato Palazzo Bonaparte in Piazza Venezia 5 a Roma, ricco di affreschi. Lo stabile era stato destinato a uffici nell’ultimo secolo, poi una volta liberato dall’ultimo conduttore, Generali lo ha riqualificato e destinato a Generali Valore Cultura, che si occupa di promuovere il patrimonio artistico italiano. Inoltre Generali ha valorizzato City Life a Milano, che ha cambiato il panorama milanese con le sue tre torri, ha richiesto una gestazione di 15 anni ed è quasi concluso. Sarà terminato con la realizzazione del quarto iconico edificio a uso direzionale, battezzato CityWave, progettato dallo studio BIG – Bjarke Ingels Group (si veda qui il comunicato stampa), dopo le tre torri di Allianz, Generali e PwC. A quest’ultimo proposito, ricordiamo che nei giorni scorsi Generali Real Estate sgr, per conto del fondo immobiliare Rubens, si è assicurata un finanziamento green da 162,5 milioni di euro per la Torre Libeskind, il grattacielo di CityLife interamente locato a PwC (si veda altro articolo di BeBeez).
Molto attivo a Milano anche il Gruppo Unipol, in quanto la città ospita quasi la metà del suo patrimonio immobiliare, del valore complessivo di 4 miliardi. “Ci stiamo concentrando sulla riqualificazione delle periferie con il marchio Inoltre. Con il marchio Urban Up abbiamo sviluppato immobili del centro storico. Nel business park di via dei Missaglia di Milano intendiamo cambiare destinazione d’uso a metà del complesso, per ridare spazio all’identità di città e quartiere”, ha anticipato Giuseppe Lobalsamo, responsabile direzione immobiliare del Gruppo Unipol.
![](https://bebeez.it/wp-content/uploads/2019/10/bosco-verticale-e1634142647780.jpg)
Altrettanto attiva su suolo meneghino è Coima, famosa per il progetto del Bosco Verticale e la riqualificazione del quartiere di Porta Nuova. Manfredi Catella, fondatore e ceo di Coima, ha commentato: “Il progetto Porta Nuova ha avuto un ruolo importante: la Milano del 2000, quella del dopo Tangentopoli, era una città disillusa e il progetto ritenuto impossibile da tutti è stato realizzato e ha creato una discontinuità culturale”.
Sul tema, è intervenuta Carola Giuseppetti, consigliere e direttore generale di Sidief, che conta 80 condomini a Roma. La società ha dato una casa alle persone che occupavano un palazzo romano da 15 anni, in modo da farle andare via volontariamente, senza sgomberarle forzosamente. Sidief sta ristrutturando il palazzo e ha poi realizzato altri due edifici vicino, perché “la vera rigenerazione urbana è lavorare su più palazzi di uno stesso quartiere”, ha detto Giuseppetti. Che però si è lamentata dei tempi biblici del progetto: 15 anni. Sidief si è anche occupata della Galleria di Napoli: un immobile di grande valore che versava in stato di degrado. “Abbiamo concluso il restauro conservativo dell’immobile e ora è partito lo sviluppo, per cui stiamo riportando gli uffici a una destinazione residenziale, convinti che questo avrà un riflesso sul degrado sociale dell’area”, ha raccontato il consigliere e direttore generale di Sidief.
Stefano Mantella, direttore strategie immobiliari e innovazione dell’Agenzia del Demanio, ha ricordato che quest’ultima insieme a Enit, Difesa Servizi, Ministero della Cultura e Ministero del turismo sta portando avanti il progetto Valore Italia, che mira a tutelare il patrimonio immobiliare pubblico per potenziare l’offerta turistico-culturale italiana. Mantella ha poi precisato che con il PNRR sono stanziati ingenti fondi per turismo e cultura e che il piano strategico del turismo 2017-2022 parla di uso dei beni pubblici per incentivare il turismo sostenibile. Ma proprio sul Pnrr, in tema di rigenerazione urbana Catella ha lanciato un allarme: “Sul tema saranno allocati 54 miliardi, ma non c’è una strategia“, ha denunciato il ceo di Coima. “La partita è nazionale e Roma è ancora assente, ma non può esserlo. In un progetto immobiliare sono determinanti la competenza della parte amministrativa e la velocità. A Roma bisogna fare i conti con la sovrintendenza e la PA, che danno riscontri diversi. Occorrerebbe una conciliazione delle due agende, in modo che l’operatore immobiliare sappia adeguarsi”, ha suggerito Catella. A suo avviso, Roma è più focalizzata sulla bellezza preesistente rispetto alla costruzione di nuova bellezza tramite progetti immobiliari.
Infine Paolo Gencarelli, responsabile immobiliare di Poste Italiane, ha evidenziato che il bello diffuso anche in piccoli paesini e borghi italiani spesso non è valorizzato adeguatamente. “Il grande tema è cosa fare di questi centri storici: in generale, le banche stanno svuotando dagli uffici i centri storici. Ma la soluzione non può essere una riconversione turistica. Poste Italiane ad esempio ha usato il bonus facciate per ristrutturare 100 facciate delle tante sedi in giro per l’Italia. Inoltre, Poste Italiane ha ottenuto un finanziamento pubblico per il progetto Polis, dove si impegna a trasformare 250 siti italiani (di cui 100 in piccoli comuni) in spazi di coworking”, ha concluso Gencarelli.