PV Power, la società vietnamita dedicata alla produzione di energia controllata dal gigante statale PetroVietnam, sembra che stia seriamente pensando di cedere una partecipazione a investitori esteri dopo il fallimento dell’ipotesi di Ipo che era stata programmata per il 2016 e che prevedeva la cessione del 25% da parte dello stato in una Ipo da tenersi nell’ottobre dello scorso anno (si veda dealstreetasia). Da allora la controllata al 100% di PetroVietnam ha mantenuto il più stretto riserbo sui piani che erano stati annunciati. Gli ultimi sviluppi sono caratterizzati da una presa di posizione del governo vietnamita secondo la quale ci sarebbe l’intenzione di ridurre la propria partecipazione in oltre 100 imprese statali a meno del 50% entro il 2020 senza che siano stati resi noti altri particolari. Le prime dieci aziende che fanno parte della lista includono PV Power e PV Oil, l’altra controllata dedicate all’energia sotto l’ombrello del gruppo di costruzioni Song Da, l’azienda di telecomunicazioni e broadcasting VTC, la Vietnam Cement Industry Corporation ed il Ben Thanh Group. Alla fine del 2015, per avere un’idea, la partecipazione statale in circa 800 società aveva un valore di circa 55 miliardi di dollari. Questi business, tutti insieme, stando al Vietnam Development Partnership Forum della World Bank hanno un valore totale di 130 miliardi di dollari. Ci si aspetta quindi che il programma di privatizzazioni sarà in grado di liberare decine di miliardi di dollari di risorse per il governo vietnamita. Stando al Wall Street Journal la partecipazione che sarà posta in vendita da PV Power dovrebbe avere un valore stimato di 700 milioni di dollari. Nel 2016 l’azienda ha prodotto 21,2 miliardi di Kwh di elettricità con un fatturato di 1,16 miliardi di dollari con un utile di 70 milioni di dollari dopo le tasse.
ESR (e-Shang Redwood), azienda dedicata allo sviluppo del real estate nel settore della logistica in Asia, partecipata da Warburg Pincus, dopo aver raccolto 300 milioni di dollari in un collocamento privato pre Ipo (vedi bebeez) ha concluso un accordo per comprare l’80% di partecipazione indiretta nel manager di Cambridge Industrial Trust (CIT) dalla National Australia Bank e dalla società di investimento Oxley Group (si veda dealstreetasia). Il deal segna l’ingresso di ESR nel sud-est asiatico. La notizia del deal emerge da una comunicazione effettuata dalla quotata a Singapore Cambridge Industrial Trust Management Limited (gestore della Cambridge Industrial Trust) alla locale commissione di borsa in forza della quale si comunica appunto che nabInvest Capital Partners Pty Limited e CREIM Limited cedono la loro partecipazione aggregata dell’80% in CIT a e-Shang Infinity Cayman Limited, una controllata di e-Shang Redwood Limited (ESR). La transazione prevede inoltre che l’acquirente rilevi anche il 100% di Cambridge Industrial Property Management Pte. Ltd. (CIPM), la società con funzioni di gestione di CIT. ESR passa per essere il secondo sviluppatore per dimensione nell’area dell’Asia settentrionale con 5 miliardi di dollari di asset distribuiti tra Cina Corea e Giappone.
Redefine International, il REIT britannico focalizzato sugli immobili a reddito che fa parte del FTSE 250 ha completato la vendita di quattro immobili in Germania dedicati a uffici per una cifra lorda di 106 milioni di euro. L’operazione è stata effettuata attraverso la cessione delle azioni della società che li contiene detenuta in JV con Menora Mivtachim Group (assicuratore israeliano che gestisce anche fondi pensione) (si veda propertyfundsworld). La “fetta” del 49% della cessione di competenza di Redefine International riflette un premio del 8,6% rispetto al book value. L’incasso netto di competenza di Redefine International pari a 24,9 milioni di euro che include una performance fee di 2,4 milioni di euro sarà usata in parte per ridurre il debito e in parte per guardare a nuove opportunità. Le proprietà sono situate a Berlino, Dresda, Colonia e Stoccarda, hanno una superficie totale di 45.145 mq, sono affittate ad una organizzazione governativa (VBG) con un Wault di circa 7 anni. Il portafoglio genera un flusso di affitti annui di 8,1 milioni di euro di cui 4 milioni da attribuire a Redefine International.